Sulla Ferrari SF-23 è stata azzeccata la messa a punto meccanica. Lo abbiamo sottolineato con fermezza nell’analisi on board. Un racconto tecnico che ci permette di sviscerare con precisione l’andamento delle due rosse durante qualsiasi sessione di F1. Il Gran Premio di casa è molto importante per il team di Maranello. D’altronde non potrebbe essere altrimenti. Proprio per questo sono stati molti gli sforzi profusi per dare il massimo. Il Cavallino Rampante ha scelto una particolare configurazione aerodinamica per il tempio della velocità.
Come sappiamo nel tracciato brianzolo non conta solo la top speed. Al contrario, soprattutto con le nuove vetture a effetto suolo, la capacità di generare carico in percorrenza si attesta come variabile cruciale per produrre ottimi riscontri cronometrici. Gli ingegneri della Ferrari hanno riproposto un’ala posteriore in parte inedita ma ottenuta sulla base della versione 2022. Così facendo parte del budget rimanente per la stagione in corso è stato messo da parte per i prossimi update.
Un posteriore pertanto a basso carico indotto. Parliamo di un profilo principale quasi orizzontale per cercare di fendere il più possibile l’aria, con le sue estremità ulteriormente scaricate per ridurre il drag creato dai cosiddetti “wing-tips wortex”. A tale impostazione è stata abbinata una beam wing incaricata di produrre più downforce, utilizzata come una vera e propria estensione del diffusore per contribuire l’espansione del fluido. Il tutto considerando che, queste appendici aerodinamiche, per quanto ridotte in dimensioni producono un impatto sul carico generale della monoposto non indifferente.
L’equilibrio tra carico sviluppato e drag recita un ruolo chiave necessario per ottimizzare i tempi sul giro. Tenendo presente l’equazione suddetta, possiamo dire che la prima giornata di prove libere a Monza ha visto una rossa protagonista. L’handling delle SF-23 è molto buono. Malgrado al posteriore manchi qualche punto di carico rispetto ad alcuni competitor, la piattaforma aerodinamica della Ferrari si è mostrata piuttosto stabile.
In questo va dato addito alla bravura del reparto dinamico. Dopo il primo run nelle Fp1, infatti, si è deciso di intervenire sulle barre di rollio delle auto modenesi. Provvedimento che ha cambiato la rigidità della monoposto sull’anteriore. Per controbilanciare la mossa successivamente è arrivato un ritocco al posteriore relativo all’altezza da terra. Lo scopo mirava alla raggiungimento di un “ride height” ottimale per contenere il tedioso fenomeno del bouncing.
Prendiamo ora in esame una grafica realizzata dalla nostra redazione. Si tratta del compare tra la Ferrari SF-23 di Carlos Sainz e la Red Bull RB19 di Max Verstappen. Un confronto che mette a paragone l’accelerazione longitudinale a varie velocità di percorrenza. Osservando l’immagine notiamo come la vettura di Milton Keynes offra un rendimento migliore attorno ai 150Km/h rispetto alla monoposto dell’iberico.
Questo significa che in uscita dalle chicane più lente, il bolide austriaco numero 1 è stato in grado di sfruttare al meglio l’ottima trazione che di fatto possiede. Ricordiamo che la spinta verticale prodotta dal fondo Red Bull è davvero al top, capace di fornire stabilità in frenata, a centro curva e in fase d’uscita all’auto che comanda la classifica costruttori. Su questo punto deve lavorare Ferrari per cercare di minimizzare la disponibilità inferiore di downforce.
Per quanto concerne il giro secco è ancora presto per tirare le somme. D’altronde l’incognita carburante sommata al diverso utilizzo delle mappature non ci consente di realizzare un esame accurato. Tuttavia possiamo sostenere un fatto: il propulsore a combustione interna della Ferrari è parecchio potente. Elemento emerso con chiarezza quando i due “Carlo” hanno testato la vettura utilizzando la modalità Engine 1, mappatura del motore endotermico da altissimo rendimento.
Per quanto concerne il sistema ibrido abbiamo assistito a diverse verifiche full power (Soc 1), sommate ad ulteriori test per spalmare al meglio tutta l’energia recuperata da frenate ed entalpia dei gas di scarico. Il tutto per sottolineare che in qualifica, quando il momento di spingere al massimo arriverà, Ferrari dovrebbe godere di un bel vantaggio che andrà sfruttato al massimo. Tornando alle Fp2, tecnici e piloti hanno deciso di studiare in dettaglio le Pirelli a banda gialla, giudicandola come mescola da gara.
Ecco perché ambedue le rosse hanno montato un set di scrub Medium per effettuare la simulazione high fuel. All’interno di tale scenario un elemento chiave ha fatto presenza. Parliamo della stabilità della SF-23 nell’arco del mini stint. In sella alle due Ferrari abbiamo notato come la perfetta attivazione dei compound si ottiene in circa tre tornate, lasso di tempo nel quale si deve cercare di non stressare eccessivamente le gomme evitando di accorciare la vita utile dello pneumatico.
Il “time attack” della vettura italiana è stato molto buono anche se leggermente inferiore a quello ottenuto da Red Bull. Per il resto, tenendo presente la bandiera rossa causata da Sergio Perez, anche in questo caso resta difficile trarre conclusioni precise. Ciò malgrado possiamo sostenere che il ritmo della numero 55 è stato molto buono, costante, di poco inferiore a quello sciorinato dalla RB19. Durante il run messo assieme da Sainz non abbiamo ascoltato nessun commento sull’amministrazione delle coperture, con lo spagnolo libero di spremere a proprio piacimento la vettura senza limitarne il rendimento.
In ultima istanza un commento sulle speranze Ferrari. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione direttamente nel paddock di Monza, la suadra italiana nutre speranze importanti per la giornata odierna. Lo studio al simulatore ha svelato alcune aree di miglioramento che nelle Fp3 verranno attenzionate.
L’obiettivo, nemmeno a dirlo, mira ad ottimizzare il rendimento della SF-23 e migliorare la percorrenza in curva. Così come migliorare il passo gara. Resta difficile realizzare un pronostico per la qualifica, ma a quanto appreso da Formula Uno Analisi Tecnica, il gruppo di lavoro è convinto di potersi giocare la pole se tutti i pezzi del puzzle verranno sistemati correttamene al loro posto.
Autori e grafiche: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari