Ferrari sa esattamente cosa fare a Singapore. Questo non significa che vincerà. Per farlo, oltre la solidissima Red Bull, si deve tener conto di altre scuderie più agguerrite che mai. Una su tutte Mercedes, convinta di poter fare la differenza sfruttando appieno le caratteristiche della W14 e il talento dei propri piloti. Sì perché a Marina Bay chi guida può metterci tanto del suo. Lo abbiamo visto e capito durante le passate edizioni.
Un appuntamento in notturna che presenta uno scenario davvero suggestivo, facente parte della F1 dall’oramai lontano 2008. Certo è che per raggiungere gli obiettivi prefissati in merito alla tappa asiatica, quindicesimo round della campagna agonistica 2024, disporre del corretto handling si attesta come elemento cruciale per accedere alla completa performance dell’auto e racimolare ottimi riscontri cronometrici.
Per questo i tecnici di Maranello si sono preparati ad hoc a livello simulativo. Sebbene siano consci che Singapore non è affatto Monza. Tuttavia una delle caratteristiche più interessanti della SF-23, elemento ereditato dalla comunque molto buona F1-75, riguarda la capacità di scaricare a terra i tanti cavalli a disposizione nelle fasi di accelerazione. Un aspetto endemico della rossa che verrà messo al centro del fine settimana.
Per farlo, oltre la scelta azzeccata concernete il carico sviluppato dall’incidenza delle ali, è andato in scena un focus mirato sul sistema sospensivo. Il target riguarda l’abilità di piloti e ingegneri nel far funzionare al meglio ambedue le sospensioni della monoposto modenese. Si cercherà tanto grip al retrotreno sacrificando l’anteriore nella giusta maniera, per non penalizzare ulteriormente un elemento della SF-23 di per se non propriamente buono.
Ottimizzare l’impostazione della monoposto nei cambi di direzione tramite l’irrigidimento delle sospensioni: una mossa che potrebbe funzionare anche in considerazione delle recenti modifiche al layout del tracciato. Vasseur è parso cautamente ottimista in tal senso, convinto che il trend positivo intrapreso al Gran Premio d’Italia possa e soprattutto debba continuare. All’interno dello scenario descritto c’è però un nuovo aspetto da valutare che potrebbe aiutare non poco nella città stato orientale.
L’esigenza motoristica dell’endotermico richiesta a Singapore non è molto alta. Sebbene la rimozione delle curve 16,17,18 e 19 rimpiazzate da un retta ne abbia innalzato l’importanza, il valore resta sotto la media delle piste all’interno del calendario. I piloti saranno in “flat out” solamente per il 52% della tornata. Vien da se che il propulsore a combustione interna non sarà sommesso a particolari sforzi. Mentre per quanto riguarda il sistema ibrido l’incidenza è ben differente. Non tanto per la capacità di recupero in se ma bensì per l’efficienza delle sue componenti.
Facciamo due numeri: il sostegno dell’impianto incaricato a erogare l’energia elettrica vale più di due secondi per ogni passaggio a Marina Bay. Durante le staccate, tramite l’apporto dell’MGU-K, il motogeneratore arriva a immagazzinare circa 1030Kj, valore decisamente alto. Mentre il recupero dell’entalpia dei gas di scarico affidato all’MGU-H, fornisce circa 3065Kg ogni giro per un totale di 4095Kj. Percentuale di tutto rispetto che si traduce in più di due secondi al giro di guadagno cronometrico.
Ancora: a Singapore il dato della potenza massima corrisponde a circa 0,160 secondi ogni 10 Cv, fattore importante non quanto la curva di coppia unita all’erogazione della potenza. Avere una monoposto in grado di esprimere la potenza ai bassi regimi con estrema dolcezza, sarà un punto di forza sul quale Ferrari crede di poter puntare. Sotto questo aspetto la recente modifica al sistema ibrido del propulsore 066/10 offre garanzie. Questo ci è stato riferito da alcuni tecnici della GES.
Il nuovo software che gestisce gli elementi ibridi, infatti, oltre essere in grado di valorizzare l’efficienza di tutto il sistema nelle fasi di carica e scarica, sarebbe capace di erogare la potenza massima in maniera decisamente più fluida. Importante qualità che, concorrendo peraltro alla mera amministrazione delle gomme non stressandole eccessivamente, dovrebbe favorisce le fase di trazione della SF-23. Come sempre solo la pista potrà corroborare i fatti, per trasformare il campo ipotetico in realtà.
In ultima istanza due parole su trasmissione e consumi inerenti all’imminente Gran Premio di Singapore edizione 2023. Nell’arco di una singola tornata il cambio delle wing car sarà messo a dura prova. Il dato è senza dubbio significativo, in quanto nel computo totale dei 62 giri necessari per “soddisfare” la distanza di 306.143km, si parla di un valore che si avvicina alle 5000 cambiate.
Oltretutto l’elevata downforce che le monoposto richiedono unitamente alla pur sempre bassa velocità media di percorrenza, anche considerando le modifiche al layout suddette, ci “svela” come il fattore consumo verrà senza dubbio tenuto sottocchio. Specie per Ferrari visto che, pur avendo la power unit più potente del lotto, le qualità legate al quantitativo di carburate speso in una gara non sono esattamente al top.
Autore e immagini: Alessandro Arcari –@berrageiz