La Ferrari gioca su più tavole temporali. Da un lato c’è una nuova sfida da affrontare rappresentata dal gran premio di Singapore, dall’altro la definizione del modello 2024 che sta nascendo a Maranello con il peso opprimente della responsabilità di far dimenticare una vettura deludente come la SF-23. E poi c’è il futuro più lontano che sembra ancora imperscrutabile ma che può rappresentare un’occasione di riscatto se ben letto.
Ma andiamo per gradi. Tra due giorni i bolidi della F1 ritornano in pista tra i muretti di Marina Bay. Un cittadino che, seppur modificato nel disegno, cosa che lo renderà più veloce, resta pur sempre un tracciato da alto carico aerodinamico che stressa parecchio le gomme dell’asse posteriore, come ha riferito Mario Isola in sede di presentazione dell’evento.
Ferrari, dopo l’ottima performance sciorinata in terra casalinga, è chiamata ad adattarsi ad una realtà che potrebbe risultare indigesta se andiamo ad osservare quanto è emerso da layout simili nelle peculiarità. Frédéric Vasseur ne è consapevole visto quanto affermato nell’avvicinamento al weekend asiatico.
“Torniamo in pista su un circuito completamente diverso da Monza: la pista di Marina Bay richiede infatti grande carico aerodinamico, una vettura particolarmente efficace in trazione e ben bilanciata per permettere ai piloti di avere la giusta confidenza tra i muretti”, ha spiegato il numero uno della GeS che ha poi proseguito così:
“Trattandosi di un tracciato cittadino, il pilota può fare una differenza maggiore: abbiamo preparato al meglio la gara al simulatore e metteremo in condizione Carlos e Charles di girare il più possibile, cercando di massimizzare il potenziale della SF-23. Veniamo da una gara esaltante, vogliamo continuare su questo trend positivo e raccogliere un buon bottino di punti anche a Singapore”.
Desideri che potrebbero cozzare con le caratteristiche intrinseche di un progetto che non si sposa bene con i tracciati che esigono alta downforce. Ferrari proverà comunque a massimizzare i risultati in un finale di stagione che ha un duplice obiettivo: provare a chiudere nel costruttori davanti alla Mercedes per confermarsi seconda forza dopo averlo fatto nel 2022 e usare le gare rimanenti come una mega operazione di accumulo/analisi dei dati per riversarne le risultanze sulla vettura che solcherà le piste del mondiale 2024.
Proprio su come la Rossa potrebbe adattarsi alla stagione prossima si è espresso Felipe Massa che, continuando la sua lotta ai vertici della F1 per vedersi assegnato il titolo 2008 sfuggitogli per via del crash gate (e su questo i pareri sono contrastanti), ha espresso qualche riserva sulla possibilità che Ferrari possa lottare attivamente per il titolo iridato dopo due anni un cui le prestazioni delle vetture sono andate in innegabile decrescendo .
Il pilota brasiliano, in un’intervista al quotidiano torinese La Stampa, si è detto abbastanza scettico che il 2024 possa essere l’anno della svolta. “Nel breve termine ci sono poche possibilità”. Questo è stato il commento lapidario dell’ex Williams che pensa che serva un arco temporale più dilatato per tornare al vertice e soprattutto una nuova ristrutturazione normativa che spezzi gli andamenti a cui assistiamo in questi anni.
“Serve una macchina competitiva perché la vittoria dà stabilità alla squadra, crea una situazione confortevole. I grandi domini della Ferrari e poi di Red Bull e Mercedes sono cominciati dopo un cambio delle regole”. Se così fosse, quindi, alla storica scuderia italiana non resterebbe che attendere altre due stagioni nelle quali preparare il campo alla grande rivoluzione tecnica del 2026. Un’attesa forse troppo lunga per chi giunge da un digiuno che dura da ormai tre lustri, un’era geologica in uno sport veloce e dinamico come la F1.
“A Maranello devono cambiare mentalità. Non ho visto miglioramenti quest’anno, non c’è perfezione nel lavoro. La Aston Martin per crescere ha preso tecnici dalla Red Bull. In Ferrari dicono <<noi abbiamo la nostra squadra, seguiamo la nostra direzione>>”, ha tuonato Felipe avviluppando il suo pensiero in un sudario di pessimismo cosmico che di certo non esalterà la fanbase ferrarista più impaziente.
Ma come ogni cosa c’è una doppia lettura. Ecco che l’apparente pessimismo del pilota paulista può trasformarsi in un atto di profondo e lucido realismo che incontra la valutazione già espressa da chi l’ambiente Ferrari lo conosce alla perfezione: Charles Leclerc. Il monegasco, difatti, si era dichiarato dubbioso sul fatto che Red Bull, stante il mega vantaggio accumulato, potesse smarrirsi nel giro di pochi mesi.
Massa e Leclerc arrivano alla stessa conclusione ma lo fanno su basi interpretative diverse. Felipe, dall’esterno, percepisce che il team non è ancora pronto e che viva di routine insane che hanno condizionato la sfera sportiva negli ultimi anni; Charles, di converso e vivendo in prima persona il mondo Ferrari, ritiene che la squadra abbia gli strumenti giusti e che sia facendo i passi necessari per ricucire lo strappo.
Tornare a competere per le zone nobili della classifica non è come accendere un interruttore, si tratta di un cammino graduale, che spesso comporta sofferenze. Il cambio normativo del 2026 è di certo un’occasione ghiotta, ma Maranello deve arrivarci pronta. Ed è ciò per cui Frédéric Vasseur sta lavorando con la totale fiducia di Leclerc che è in odore di rinnovo contrattuale.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari