Il Gp d’Italia 2023 è unico nel suo genere visto che impone sfide tecniche del tutto diverse rispetto agli altri tracciati presenti in calendario. I lunghi rettilinei impongono configurazioni a bassa downforce. Ecco che emergono le vetture che riescono a trovare quel sottilissimo equilibrio tra efficacia alle speed trap e capacità di districarsi sia alle frenate durissime della Roggia e della Prima Variante, sia nelle curve di percorrenza medio-veloce come le due di Lesmo, le Ascari e la Parabolica. Oltre a questo equilibrio aero-meccanico è necessaria una perfetta gestione degli pneumatici in una domenica che si preannuncia molto calda.
A Budapest era stata introdotta la nuova normativa dell’Alternative Tyre Allocation nelle qualifiche che ha abbassato da 13 a 11 il numero di set di pneumatici disponibili per l’intero weekend di gara. Il meccanismo torna per il GP d’Italia, un fattore di cui tenere conto nella definizione delle strategie che saranno condizionate dalle temperature elevate.
Prima di lanciarci nelle previsioni strategiche osserviamo quali sono i treni di gomme a disposizione dei conducenti aiutandoci con l’infografica rilasciata dalla Pirelli sui propri canali ufficiali. Ricordiamo che il gommista italiano ha deciso di fornire alle scuderie le mescole C3, C4 e C5. Siamo quindi dinanzi al pacchetto più morbido del ventaglio presentato per il campionato 2023.
Il Gran Premio d’Italia, sul versante strategico, offre un panorama di variabili relativamente ristretto, come possiamo desumere dall’infografica qua in basso prodotta dalla Pirelli. Il gommista italo-sinico prevede che la strategia più premiante sia quella ad una sosta. Lo ha anticipato Mario Isola:
“Guardando alle possibili strategie, possiamo confermare come la sosta unica sia la più veloce, con la mescola Hard come protagonista principale. Resterà da vedere se ci sarà chi punterà su una partenza su Medium per avere una maggior flessibilità pur avendo un buon livello di aderenza alla partenza o chi rischierà di partire con le Soft per cercare di guadagnare una miglior posizione nelle prime fasi“.
La sosta singola è favorita anche dal fatto che a Monza fermarsi è molto penalizzante in termini cronometrici visto che si perdono circa 25 secondi e gli avversari sfrecciano sul lungo rettilineo a oltre 330km/h. Secondo le previsioni del produttore milanese si dovrebbe partire con mescola media C4 (anche per avere uno spunto più efficace) per passare, dopo circa 25-26 giri alla gomma hard C3 che garantisce tenuta e prestazioni.
L’usura non è un fattore determinante, lo è invece il degrado termico. Elemento che Red Bull controlla alla perfezione. E su questo versante Ferrari potrebbe soffrire sulla lunga distanza.
Per provare a fare qualcosa di un po’ diverso un’altra possibile strategia è quella di partire con la mescola morbida. C’è una differenza stimata di 0,25 secondi al giro in termini di prestazioni in gara tra la soft e la medium, ma il ritmo dovrebbe essere gestito accuratamente nel primo stint, con i piloti che puntano ad arrivare al giro 14 o 15 passaggio prima di montare le dure per giungere al traguardo. Con questa strategia significherebbe che la sezione finale potrebbe essere impegnativa perché le dure farebbero un bel po’ di tornate. Cosa che richiederebbe ulteriore gestione nelle fasi finali.
La tattica a due stop è particolarmente penalizzante per i motivi su elencati e, salvo eventi particolari come Safety Car o VSC, dovrebbe essere scartata da tutti i conducenti. Stavolta, a differenza di altre gare, le scelte strategiche sembrano più scontate e, quindi, semplici. Ma Monza riserva sempre sorprese scaturenti dalla natura di una pista che induce all’errore per lo scarso carico aerodinamico necessario per massimizzare le prestazioni.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Pirelli Motorsport, Scuderia Ferrari