Diciamolo senza ipocrisie: l’assenza della Red Bull dalle posizioni di vertice ci ha riappacificato con la F1. Le difficoltà incontrate dalla RB19 a Singapore hanno offerto uno spaccato di cosa potrebbe davvero essere la categoria senza una vettura maledettamente più veloce: imprevedibilità, colpi di scena, variabilità, più piloti in lotta per la vittoria, strategie diversificate. Ieri è accaduto di tutto, ci siamo divertiti, si sono divertiti i protagonisti. Forse un po’ meno la Mercedes che pregustava la vittoria sfuggita per la sagacia tattica di un Carlos Sainz che ha “usato” Norris per tenere a bada le W14 senza far loro sfruttare il vantaggio del DRS aperto.
Il team anglotedesco, solitamente non ricordato per strategie aggressive, ha voluto provare una mossa sparigliante necessaria a spezzare l’inerzia che era andata costruendosi. Lo avevamo anticipato nella nostra preview strategica: avere un treno di medie nuove in più a disposizione era un’opzione che Mercedes, se ce ne fossero state le condizioni, avrebbe sfruttato. Detto, fatto. In regime di Virtual Safety Car il piano è stato messo in atto perché le analisi pre gara erano incoraggianti. E questo dimostra come il team sia arrivato preparatissimo all’appuntamento.
La strategia degli uomini di Brackley è stata premiante, ma in realtà poteva esserlo ancora di più. C’erano due opzioni sul tavolo, analizzando le cose a bocce ferme. La prima era far fermare uno solo dei due piloti visto che il podio non era comunque a rischio. Ma, probabilmente, nelle scelte del muretto, ha pesato l’ambizione di pensare di poter fare una doppietta. E questo è un atteggiamento non condannabile.
L’altra strada, invece, era forse leggermente più difficile da battere. Dopo la sosta, Hamilton era staccato di oltre 5 secondi da Russell. Ma Lewis ha colmato il gap prima che George arrivasse a ridosso di Norris, segno evidente che la W14 n° 44, in quella fase, con gomme medie nuove, era più veloce della gemella n° 63. Forse era quello il momento in cui serviva più coraggio andando a chiedere all’ex Williams di lasciare strada libera al sette volte iridato che poteva provare ad avere la meglio della MCL60.
Un po’ ciò che accadde qualche anno fa in Ungheria, quando fu chiesto a Valtteri Bottas di farsi da parte per far provare a Hamilton la stoccata vincente sulla Ferrari. Manovra che non si concretizzò determinando la restituzione della posizione al pilota finlandese.
Chiaramente questo tipo di stratagemma avrebbe comportato un grosso sacrificio per il talento di King’s Lynn. Ma, per una più alta ragion di stato, era qualcosa che si poteva provare perché in ballo un capitale enorme: spezzare la striscia di vittorie della Red Bull. Forse proprio questa brama ha reso il muretto un po’ meno lucido dopo aver “indovinato” la mossa potenzialmente vincente in regime di Virtual Safety Car.
Ovviamente non v’è rammarico profondo per come sono andate le cose. Mercedes torna sul podio e soprattutto mostra un ottimo potenziale che può servire per continuare a sperare di vincere una gara e soprattutto per mantenere la seconda posizione nel costruttori in cui la Ferrari, complice l’erroraccio di Russell, ha fatto grandi passi in avanti.
George, che fino a domenica mattina era l’emblema della soddisfazione, si è presentato ai microfoni dei media senza celare la delusione assumendosi le colpe di una topica che un pilota così consistente raramente fa. “Sono senza parole – ha esordito – Penso che oggi fossimo a mezza lunghezza dalla vittoria della gara. Se fossi stato in grado di superare Lando sono sicuro che sarei stato in grado di superare anche Carlos. Purtroppo ho perso quell’occasione. Ho fatto un errore di uno o due centimetri in quell’ultimo giro e sono andato a muro. È un errore che ha oscurato tutto il mio weekend”.
“Fino a quel momento era stato un fine settimana di gara bellissimo. La macchina era fantastica e il team aveva fatto un lavoro incredibile. La nostra strategia è stata superba e siamo stati audaci e aggressivi. È stato emozionante là fuori ed è straziante essere qui con zero punti. Tuttavia, ci sono aspetti positivi da portar via. Probabilmente avrò una brutta notte stasera e anche domani mattina. Ma me lo metterò alle spalle e tornerò più forte il prossimo fine settimana in Giappone”.
In effetti il conducente venticinquenne ha di che rammaricarsi visto che scivola in settima posizione nella classifica pilota nella quale Hamilton è terzo con ben 71 punti di margine sul compagno di garage. Complici le inattese difficoltà della Aston Martin che possiamo ormai definire la regina dell’imprevedibilità, Lewis riesce a mettersi alle spalle del duo della Red Bull raggiungendo la posizione che era di Fernando Alonso e che vorrebbe mantenere da qui all’epilogo di Abu Dhabi.
“Abbiamo tirato i dadi questo fine settimana e siamo andati con una strategia di pneumatici offset. Mi sentivo come se la gara fosse a due soste e il team ha fatto un lavoro straordinario per riportarci lassù. Dover restituire le due posizioni è stato un peccato, ma ho tenuto la testa bassa e ho continuato a spingere”, ha spiegato il trentottenne di Stevenage.
“Nel complesso, in questo fine settimana, non mi sono sentito completamente a mio agio con la macchina. In gara era migliore però. Se avessi avuto le stesse sensazioni in qualifica penso che avrei potuto lottare per la prima fila. Questo potrebbe aver cambiato la mia gara, ma sono comunque stato contento di salire sul podio”.
E poi una parola di conforto per il compagno: “È stato estremamente sfortunato George. Stavamo spingendo così forte per raggiungere i ragazzi davanti e le nostre gomme erano molto calde. È stato fenomenale per tutto il weekend e so che si riprenderà. Non vediamo l’ora che arrivi il Giappone, quindi vediamo cosa possiamo fare lì”.
La prossima sfida, che arriva già in questo fine settimana, si chiama Gran Premio del Giappone. Altro teatro, altre caratteristiche: la W14 saprà adattarsi? Suzuka è una pista che esige un bilanciamento aerodinamico molto preciso. Dalle curve lente e ortogonali di Marina Bay si passa a pieghe di lunga e veloce percorrenza caratterizzate anche da cambi di pendenza. Il tracciato nipponico rappresenta una sfida tecnica difficilissima che potrebbe ristabilire i valori ante Singapore.
Red Bull, delusa e arrabbiata, intende riprendere il cammino trionfale. McLaren affiderà in nuovo package anche a Oscar Piastri e quindi potrebbe essere più di una spina nel fianco così come la Ferrari che dopo la sosta ha iniziato a fare la voce grossa suggellando i progressi con la superba vittoria di un Carlos Sainz stratega vero.
Serviranno sforzi titanici per contenere il ritorno della Ferrari: Suzuka dirà molto sulle possibilità di difesa della Mercedes che non vuole chiudere l’anno a secco di vittorie e soprattutto lo vuole fare come seconda forza del campionato. Il duello con la Rossa si giocherà punto su punto, il margine si sta assottigliando e servirà avere la macchina migliore nelle prossime sette gare. A Brackley è giunta una serie di aspetti positivi dal Gp di Singapore, elementi con i quali si proverà a vincere il mondiale degli altri.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1
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"se fossi" "sarei"
Chi vince festeggia, chi perde, spiega. Mercedes era li' solo grazie alla safety, una delle due ha pure messo dietro Charles, e per le gomme nuove gialle montate grazie alla safety di cui sopra, Non sarebbero passati MAI. Finità li'.
Perfetto. Quindi non facciamo più approfondimenti perché dopo la bandiera a scacchi non vale più nulla...