La notizia è nota ed è stata affrontata diverse volte per dar conto delle novità che via via si sono succedute negli ultimi tempi: la FIA ha indetto un bando di concorso per la fornitura delle gomme per il triennio 2025-2027 (con opzione per il 2028, ndr) a cui partecipano Pirelli e Bridgestone e che pone in cima alla lista degli obiettivi la tutela dell’ambiente e quindi l’uso di materiali green e l’ottimizzazione delle risorse con la limitazione degli sprechi.
Le richieste della Federazione Internazionale, redatte sotto lo sguardo attento di Liberty Media, sono molto più complesse di quelle a cui Pirelli dovette ottemperare quando ottenne la mono fornitura. Le coperture di nuova generazione devono andare incontro a due esigenze: contenere il surriscaldamento e tenere bassa l’usura. Ovviamente mantenendo il formato attuale a 18 pollici. Anche se, come ha spiegato Tombazis recentemente, per favorire l’abbassamento della resistenza all’avanzamento in rettilineo, si ipotizza che dal 2026 le coperture possano avere una sezione frontale più stretta.
Mario Isola, numero uno di Pirelli Motorsport, aveva spiegato come all’interno del bando ci fosse una corposa parte legata alla sfera green e alla capacità di fornire un prodotto con determinate caratteristiche riconducibile all’aspetto della sostenibilità che è chiaramente una priorità per la F1 e la FIA visto che stanno provando a rendere la categoria a zero emissioni nette entro il 2030. Pirelli, su questo fronte, è già un passo avanti poiché ricicla ciascuno degli pneumatici usati in ogni weekend di gara, per un ammontare di quasi 40.000 coperture all’anno.
Altro punto cardine è l’abolizione delle termocoperte che per ora è solo stata procrastinata ma che, al di là del parere di piloti, prima o poi si farà. Pirelli su questo fronte ha un vantaggio rispetto all’altro competitor che ha risposto al bando (la Bridgestone) e che è rappresentato dal lavoro che il gommista sta già facendo sulle mescole con tanto di test in pista.
Nel testa a testa tra Pirelli e Bridgestone non ci saranno sconti: potrà uscirne un solo vincitore. Le risposte ufficiali non sono ancora arrivate, ma i rumors indicano che l’azienda italo-sinica potrebbe effettivamente spuntarla. Se la cosa sarà confermata vorrà dire che le stringenti richieste del bando federale saranno state rispettate e che, inoltre, le condizioni economiche per la proprietà della F1 saranno state più vantaggiose di quelle garantite dai giapponesi.
Ma c’è un altro elemento, immateriale ma nonostante ciò pesante, che potrebbe far spostare l’ago della bilancia verso la realtà della P Lunga: la reputazione costruita in questi anni. In F1, al di là di certi normali commenti votati alla correzione di alcune caratteristiche delle gomme, il coro dei protagonisti è armonico e canta in favore della Pirelli.
Chris Horner ha detto che esistono “milioni di motivi” per cui sarebbe positivo continuare a lavorare con Pirelli. “Sono un’ottima azienda di pneumatici e ci hanno dato un ottimo servizio”, ha spiegato il numero uno della Red Bull.
Frédéric Vasseur si è espresso sulla medesima scia affermando che sarà la capacità di reazione a fare le differenza: “Penso che per il gommista sia una sfida piuttosto impegnativa. Stiamo parlando di un tipo di pneumatico per il 2025 e probabilmente di un altro per il 2026. Significa che nei prossimi due o tre anni si dovranno sviluppare due gomme diverse. Come ha detto Isola non ci sarà solo la F1, ma anche le serie junior”.
In effetti Pirelli si è costruita la sua credibilità reagendo con rapidità ad uno scenario tecnico che con altrettanta velocità è andato modificandosi. Ancora, la facoltà di ascoltare le richieste e di attuarle è un plus che potrebbe determinare la scelta a parità di condizioni offerte. Nella prima stagione del nuovo quadro di riferimento normativo le gomme tendevano a generare un sostanziale sottosterzo perché era sbilanciato il rapporto di energia sprigionata tra l’asse anteriore e quello posteriore.
Le tante lamentele proferite dai piloti e dai dirigenti hanno imposto un rapido cambio di passo che si è realizzato nel prodotto 2023 che ha superato le deficienze del vecchio. Ancora, il gommista è stato in grado, a stagione in corso, di offrire materiale adeguato ai livelli di carico la cui crescita non era stata prevista dai delegati tecnici federali.
I nuovi pneumatici presentati a Silverstone sono stati una risposta immediata all’aumento della downforce che doveva inizialmente essere contenuto dal cambio normativo sull’altezza dei fondi. La sagacia dei tecnici delle squadre, che ancora una volta hanno dimostrato di essere più efficaci delle gabbie imposte dagli ingegneri della FIA, ha imposto alla Pirelli di reagire in corso d’opera senza procrastinare il tutto al 2024.
Questo genere di solerzia nelle risposte alla Federazione è una facoltà premiante che potrebbe aver fatto la differenza nell’assegnazione della mono fornitura triennale con opzione per il quarto anno. Le buste sono state aperte, a breve sapremo se gli spifferi troveranno conferma.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Pirelli Motorsport, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing