Formula 1

Red Bull, “autogol” FIA: penalità grande spinta motivazionale

L’afflizione che si trasforma in occasione. Con questo approccio, in Red Bull, hanno risposto alla penalizzazione comminata dalla FIA per aver infranto il cost cap. La pena pecuniaria, facilmente aggirabile perché stornata dal budget totale, non ha creato problemi che invece potevano emergere dopo la decurtazione del 10% del totale delle ore di lavoro in galleria del vento a disposizione. Visto che Milton Keynes aveva chiuso da vincitore il campionato 2022 le spettava il 70% del monte totale. Da questa quota è stato sottratto il 10% abbassando il totale al 63%.

Una cifra relativamente bassa che lasciava immaginare che la RB19 non potesse produrre le prestazioni apprezzate sul modello che l’ha preceduta. La storia sta narrando altro visto che parliamo di una delle macchine più dominante di sempre che sta abbattendo, chilometro dopo chilometro, gara dopo gara, ogni record della F1.

A Milton Keynes, prima di mettere mano pesantemente al progetto 2023, hanno definito una strategia che alla lunga si è rivelata vincente. Avendo meno tempo per lavorare il galleria del vento hanno concentrato i loro sforzi in altre aree: sospensioni e alleggerimento del telaio su tutte. Questo non vuol dire che la veste aero sia stata oggetto di scarse attenzioni, si sono semplicemente riviste le proporzioni operative spingendo di più su aree che non contemplavano un uso diretto del wind tunnel

Max Verstappen precede Sergio Perez per la doppietta Red Bull nel Gp d’Italia 2023

Fu Paul Monaghan, chief engineer della scuderia austriaca, a spiegare questa tattica una volta che le sanzioni federali entrarono in vigore. Da questo punto di vista, dunque, la penalità è servita per mettere in moto le sinapsi degli ingegneri che hanno prima battuto sentieri noti e poi tracciato strade alternative. Passaggi che si sono addirittura dimostrati più efficaci di quelli tradizionali osservando i risultati ottenuti in pista.   

Durante il campionato, complice anche il vantaggio palesato in grandezza smisurata sin dai test, Red Bull ha presentato due pacchetti di update più corposi che hanno riguardato soprattutto la zona dell’ingresso delle prese d’aria (in Ungheria è arrivata una notevole miniaturizzazione), l’area del fondo, la modellazione dei sidepod e la sezione d’ingresso dei canali Venturi che nelle moderne F1 sono di cruciale importanza. 

Interventi perlopiù di affinamento considerando che la base era solidissima. Modifiche sicuramente non paragonabili, in quantità, a quelle introdotte dalla concorrenza che ha avuto a disposizione più tempo per operare. Ma la differenza l’ha fatta la qualità dell’intervento visto che le prestazioni della RB19 sono andate in crescendo.

Sottosquadro Red Bull RB19 – Gp Ungheria 2023

Red Bull sanzione come spinta motivazionale

Se la pena è stata un’afflizione aggirata con nuove procedure operative, di certo essa è servita come boost psicologico. Pierre Waché, direttore tecnico della Red Bull, ha dato conto di quale sia stato il meccanismo mentale scattato dopo la somministrazione delle penalità da parte degli enti preposti. Il team avrebbe vissuto la cosa come un attacco personale al quale si è reagito moltiplicando le forze e gli sforzi.

Nella nostra situazione, ad essere onesti, è stato uno svantaggio, ma è un vantaggio spingere la squadra a fare in modo di non esplorare cose inutili. L’efficienza generale deve essere rivista, mentre prima non era così. Ci ha aiutato ad avere fame perché nella squadra – e soprattutto nel team tecnico – non abbiamo capito perché avevamo ottenuto questo tipo di penalità visto che avevamo fatto un buon lavoro. Lo abbiamo preso come un attacco personale, quindi abbiamo fatto un lavoro migliore. La motivazione è diventata ancora più alta. Penso che la cosa ci abbia avvantaggiato“, ha chiuso Waché.

Pierre Wachè, Ingegnere Francese della Red Bull

D’altro canto quanto spiegato dall’ingegnere altro non è che la messa in pratica di ciò che aveva annunciato Chris Horner nel giorno in cui la FIA emise verdetto. Una sanzione definita draconiana che è stata la chiave motivazionale per creare un gioiello che perora ha vinto 14 gare su 14 e che punta a fare il pieno da qui alla fine della stagione. Per la serie “non svegliare il can che dorme”.

Ovviamente, quando si parla di autogol FIA, si fa una provocazione volontaria. Certo è che la penalità non ha sortito effetti. Per tale ragione Stefano Domenicali, ipotizzando altre infrazioni del tetto si spesa, aveva auspicato pene più severe con ricadute nell’abito sportivo. La revisione operata dall’organo federale ha chiuso il caso prima che si aprisse: tutti i team hanno rispettato i dettami normativi, a partire dalla Red Bull che, di certo, non avrà perso stimoli e vorrà presentarsi come dominus anche nel 2024.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano