Il venerdì della Red Bull è stato poco decifrabile anche a causa della stessa Red Bull. Non è uno scherzo, né una provocazione. La simulazione di passo gara, il momento più importante del primo giorno di lavoro di ogni gran premio, è stata interrotta sul più bello da Sergio Perez che perde la RB19 alla Parabolica per un errore piuttosto banale.
Il messicano ha messo le ruote esterne in fallo toccando la ghiaia. La vettura, che scartava senza possibilità di controllo, ha toccato le barriere col retrotreno. L’impatto è stato blando ma tale da non permettere il rientro ai box con relativa bandiera rossa a fermare le operazioni. Sergio, fino a quel momento, era sembrato abbastanza in forma adattandosi meglio alla configurazione più scarica che aveva usato sin dal primo turno di libere.
Diverso è il discorso per Verstappen che, mollato l’assetto più carico che penalizzava particolarmente le velocità di punta, non si è trovato comodo nella seconda ora, specie sulla tornata singola. Sul fondamentale c’è da dire che il traffico non ha fatto apprezzare il vero potenziale nelle corde dell’olandese. Ma nella prima seduta di lavoro qualche difficoltà nelle staccate più dure – Roggia e Prima Variante – era emersa. E non si è riuscito a capire, data la frammentazione di Fp2, se i problemi sono stati superati.
Sul race pace è emersa la solita Red Bull consistente, ma lo stint è stato troppo breve per trarre conclusioni definitive. Le Fp3 (ore 12:30, ndr) assumeranno una valenza fondamentale per capire se la creatura di Adrian Newey sarà ancora una volta l’incontrastata dominatrice.
Verstappen, alla fine delle due ore di lavoro, non è parso pienamente soddisfatto ma non ha perso la fiducia in vista di un sabato in cui ritornerà il meccanismo dell’Alternative Tyre Allocation, elemento che ha determinato un tipo di lavoro diverso specie nelle libere uno in cui è stato usato un solo treno di hard C3.
“Abbiamo provato diversi tipi di ala posteriore per studiare la strada giusta da prendere, anche se delle volte è un po’ complicato a Monza. Da parte mia, probabilmente, poteva andare meglio. Dobbiamo ottimizzare alcune cose nei passaggi da bassa a alta velocità, si tratta di un circuito atipico ma ho fiducia che ci arriveremo e che già domani ci siano dei miglioramenti sensibili“.
Quello effettuato dalla Red Bull è stato un lavoro sporcato da condizioni particolari che non hanno permesso di apprezzare il potenziale della RB19. “Ci sono state alcune interruzioni nelle PL2 – ha proseguito Max – per cui ho fatto fatica a trovare il ritmo giusto. Abbiamo un po’ di lavoro da fare. Il long run è andato abbastanza bene, mentre nelle simulazioni di qualifica sono stato bloccato nel secondo settore. Non abbiamo fatto in realtà molti giri in modalità long run, ma ci siamo fatti un’idea“.
E quell’idea dice che la vettura è stata la più rapida del lotto con più carburante a bordo. Non una novità in stagione. Ma stavolta sembra che le rivali non siano così sideralmente distanti. Cosa che spinge Verstappen e la Red Bull a lavorare ancor più freneticamente per ristabilire le distanze e mettersi in condizioni di proseguire la striscia record.
Chi, nonostante l’errore marchiano, sembra aver già trovato la quadratura del cerchio è Sergio Perez che si è subito sentito a proprio agio con una monoposto “leggera” per via del poco carico che serve sui tratti full gas del tracciato brianzolo.
Sergio minimizza la topica quando si presenta ai microfoni dei media: “Ho avuto un po’ di sottosterzo in uscita della Alboreto, ho cercato di tenere la macchina in pista e mi sembrava di averla sotto controllo, però ho toccato la ghiaia e lì è finita la storia. Non sembra un danno esagerato, anzi è piccolo. Non abbiamo perso molto nei giri finali, quindi non è nulla di grave“,
“Il lato positivo è che la macchina va bene. Mi sento a mio agio. Mi è sembrato un venerdì positivo, uno dei migliori per noi. Cosa che mi mette in una buona posizione per questo fine settimana. Abbiamo lavorato molto sodo e abbiamo trovato alcune modifiche per la macchina, spero di darne dimostrazione anche domani e domenica“.
Chris Horner, parlando a caldo dell’incidente che ha visto protagonista il driver di Guadalajara ha usato parole di comprensione alludendo a un Verstappen arrivato a livelli talmente alti da mettere pressione costante su chi ha la (s)fortuna di sedergli accanto. Una versione dei fatti credibile che descrive alla perfezione l’andamento di questo 2023 in cui Sergio era partito benissimo rimanendo poi schiacciato dalla pressione generata dal recupero di Max che, a un certo punto, si è messo in modalità maglio da fabbro medievale andando a prendersi nove vittorie consecutive, undici delle tredici sin qui disputate.
Il venerdì della scuderia anglo-austriaca, dunque, non è stato scevro da piccoli intoppi e s’è chiuso con qualche dettaglio da fissare. Nella notte il simulatore di Milton Keynes ha lavorato a pieno regime per produrre elementi che saranno testati oggi in Fp3 prima del regime di parco chiuso. La RB19, in chiusura, resta comunque la vettura da battere anche nel tempio della velocità. Una macchina iper-adattiva che mira a riuscire dove nessun altro s’è spinto: vincere ogni singola gara in calendario.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing