13 millesimi, questione di centimetri. Questo è mancato a Max Verstappen per ottenere la pole position che Carlos Sainz ha strappato sulla sirena finale davanti ad un pubblico in visibilio. La Red Bull dell’olandese, stretta nella morsa delle rosse, è chiamata agli straordinari per continuare nella striscia record. Nel clan di Milton Keynes c’è fiducia ma, al contempo, si è consapevoli che il vantaggio lunare mostrato in altre circostanze potrebbe non concretizzarsi nel GP d’Italia.
Il sole è stato il grande protagonista del week end che non poteva che chiudersi con l’ennesima giornata all’insegna del bel tempo. Alle 15:00, ora dello start, la pista è in perfette condizioni, pienamente gommata. Diamo uno sguardo al meteo all’avvio delle operazioni:
Temperatura asfalto: 43°C.
Temperatura aria: 29°C.
Vento: 1 km/h da Ovest.
Prima di calarci nell’abitacolo della vettura n°1 per i 53 giri del GP d’Italia osserviamo le scelte degli penumatici di Verstappen. L’iridato punta sulla gomma media per il primo stint. Tutti i piloti hanno valutato come opzione migliore la mescola C4 eccezion fatta per Lewis Hamilton, Nico Hulkenberg e Valtteri Bottas che hanno puntato sulla hard. Gianpiero Lambiase, dopo aver avvertito il pilota della cosa, impone un bournout corto e uno lungo prima del posizionamento della RB19 sulla piazzola n°2.
Il primo start è abortito: la vettura di Yuki Tsunoda è ferma per un problema alla power unit. La procedura deve ripartire. Lambiase si premura di avvisare di tenere basse le temperature del motore e di fare attenzione in Curva 9 dove ci sono doppie bandiere gialle. La procedura sarà avviata dopo una decina di minuti.
Siamo finalmente al momento della partenza. Lo scatto della Red Bull n°1 è pulita, forse leggermente più efficace di quello di Sainz, ma non sufficiente per provare una sortita a Curva 1.
Nei primi due passaggi l’olandese studia la SF-23 n°55, al giro successivo Lambiase avverte che si può utilizzare il DRS. Il gap è di 0.9 secondi, quindi si può ipotizzare un primo tentativo. L’olandese non attacca immediatamente ma valuta le mosse di Sainz per capire dove poter dare la stoccata vincente. Nel frattempo il distacco su Leclerc cresce oltre il secondo, cosa che dà un po’ di sicurezza all’olandese.
Il primo tentativo concreto arriva alla fine del giro 5. Max ci prova all’esterno, Carlos resiste con durezza ma senza scorrettezze. L’olandese abbozza una lamentela in radio ma non ci sono gli estremi per pensare ad un’infrazione.
Al giro 9, con Verstappen sempre più incollato, Lambiase si apre in radio e, riferendosi a Sainz, afferma “He’s struggling with rear“. Quello dell’olandese è un continuo lavoro ai fianchi che per ora non sortisce effetti. Nel frattempo arriva comunicazione di usare “Mode 8”, una modalità ERS per provare a dare più potenza per il sorpasso.
Sainz capitola al giro 15, alla Roggia. Ma l’errore fatale è il lungo alla Prima Variante che consta molto in accelerazione. Max si affianca in uscita e tira una staccata profonda alla Roggia. Carlos capitola e subito si stacca dalla Red Bull.
Il passo di Verstappen è inarrivabile: in due giri accumula quasi due secondi sulla Ferrari dello spagnolo che deve guardarsi dal ritorno di Leclerc. Sainz si ferma al giro 19 dopo aver accumulato quasi cinque secondi di ritardo. Lambiase avverte Max che potrebbe coprire l’eventuale undercut.
Il pit stop di Max arriva al giro 20. Come al solito impeccabili al box Red Bull. La monoposto n°1 rientra in sesta piazza alle spalle di Alonso. La cosa importante è aver tenuto dietro Sainz: obiettivo centrato. Al giro 21 Fernando è ai box, così come Perez. L’olandese recupera due posizioni: P4. Subito dopo è tempo di sosta per Norris. Il pilota della Red Bull è arrivato a ridosso di Hamilton e Piastri. Passarli sarà un gioco da ragazzi.
L’australiano agevola il compito di Max fermandosi. Resta Lewis con gomma hard. Il sorpasso si consuma al giro 25.
La situazione a metà gara:
Quando Max si rimette in testa Lambiase si apre in radio comunicando quanto segue: “Questa è la fase in cui bisogna gestire le gomme“. La Red Bull non vuole effettuare altre soste e ha necessità di preservare le C3. Poco dopo Max passa alla modalità ICE STRAT 9. C’è poco altro da segnalare in questa fase che per il pilota è di controllo totale.
Più interessante ciò che accade sulla Red Bull n°11. Sergio Perez, dopo aver chiuso il gap sulle due Ferrari, si beve Leclerc al giro 32 alla Prima Variante dopo il duello del passaggio precedente in cui il monegasco è stato piuttosto duro. Ora il messicano si mette a caccia della Rossa n°55 ma senza riuscire a scrollarsi di dosso, almeno inizialmente, la Ferrari.
Mentre Lambiase avvisa di aumentare il lift and coast, Perez, decimo dopo decimo, chiude il gap su Sainz. Al giro 40 il messicano è in zona DRS sulla Ferrari. Servono sei giri di staccate furiose per avere la meglio. Al passaggio 46 Perez è davanti per completare la doppietta Red Bull.
Max viene avvertito della seconda posizione del compagno di squadra mentre continua a gestire gomme e power unit. L’olandese taglia il traguardo in prima posizione, Perez lo segue. Doppietta annichilente per la Red Bull che prosegue la sua striscia record. “Not bad guys” il commento del bi-iridato dopo la bandiera a scacchi.
Ecco l’ordine d’arrivo del Gran Premio d’Italia:
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Oracle Red Bull Racing