Il Gran Premio del Giappone per rimettere le cose a posto. Questo l’obiettivo della Red Bull che, sin dal primo turno di libere, ha fatto capire chi comanda a Suzuka, una pista che sembra essere cucita addosso alla RB19 come fosse un abito d’alta sartoria. Il modello che lo indossa non può che essere lui, quel Max Verstappen che fino a Marina Bay ne aveva vinte dodici su quindici.
Tredici con quella odierna che, a tratti, è sembrata una specie di formalità nonostante, pochi istanti prima dello start, il pilota si dicesse preoccupato (le espressioni facciali raccontavano altro) dall’avere un treno di hard in meno rispetto a McLaren e Mercedes. Il primo momento di tensione di ogni Gp, la partenza, è stato vinto non senza qualche piccola ansia. La RB19 n°1 ha mantenuto la testa delle operazioni rintuzzando gli attacchi delle due MCL60 che, specie con Lando Norris, hanno provato a mettersi davanti.
La gara di Max è stata impostata alla totale gestione gomme e del mezzo. Al contrario di quanto è successo con la vettura gemella di Sergio Perez che ne ha combinate di cotte e di crude tra incidenti che lo hanno visto colpevole e infrazioni in regime di safety car. Un Gp che si ricorda solo per la penalità scontata dopo che la vettura era stata richiamata ai box. Le topiche del messicano rendono ancora più simbolica la vittoria del Costruttori che sembra essere un conseguimento del solo Verstappen.
Eloquente il team radio col quale il team si è complimentato col quasi tre volte iridato (la pratica si potrebbe chiudere già nella sprint race del Qatar, ndr) e che suonava più o meno così: “Abbiamo dato 19 secondi al secondo arrivato“. “Abbiamo un missile“, la risposta di Max. Scambio di messaggi a ribadire l’imperio di un pacchetto macchina-pilota raramente visto nella storia di questo sport.
Poche parole, quelle riferite da Verstappen al cerimoniere Damon Hill una volta toltoil casco: “Un fine settimana incredibile. La macchina è andata bene su ogni mescola. L’importante, però, è aver vinto il campionato costruttori. Stiamo vivendo un grande anno e sono grato a tutti. Ho avuto un po’ di spinning in partenza ma, a parte ciò, è stata una corsa molto tranquilla“. Effettivamente c’è ben poco da dire dopo una gara del genere.
A suggellare il trionfo, in maniera un po’ irrituale, arriva l’intervista a Chris Horner che parla dopo il terzetto che ha occupato il podio: “L’anno più straordinario di sempre per noi: testimonianza di un lavoro incredibile per raggiungere questi risultati. Grazie tutti a Milton Keynes. E poi c’è Max che è ad un livello incredibile. Per Perez oggi non è stata una giornata semplice, sono sicuro che si riprenderà subito e anche lui è parte del nostro successo. Honda è stato un grande partner per noi ed è fantastico vincere il titolo qui, nel suo Paese”.
Con sei gare al termine uno dei due campionati è andato in archivio. Tra due settimane in Circus sarà di scena a Losail e quella potrebbe essere la tappa in cui Max Verstappen infila la terza corona d’alloro di seguito. Poi rimarranno solo duelli di livello inferiore. E questo spiega quanto sia stato gigantesco il dominio degli uomini di Milton Keynes.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing