La lunga scia di vittorie di Max Verstappen è oggetto di analisi e di valutazioni di ogni genere. Merito suo o della vettura che ha a disposizione? Nessuno scioglierà il dubbio su cosa è più preponderante in un equilibrio le cui percentuali di contributo non sono definibili con precisione scientifica. Perché non esiste una formula matematica che risolva il rebus.
Fatto sta – e questa è storia – che l’olandese è l’unico pilota ad averne vinte dieci di fila, così come la Red Bull RB19 è l’unica vettura ad averne conquistate 14 su altrettante gare. Conseguimenti di assoluto rilievo che sono andati di traverso a qualcuno.
“La nostra situazione era forse un po’ diversa perché avevamo due ragazzi che combattevano l’uno contro l’altro all’interno della squadra. Quei numeri sono per Wikipedia, nessuno li legge. Per me questo tipo di conseguimento è completamente irrilevante. Lo era anche nei nostri bei giorni in Mercedes. Non so quante gare abbiamo vinto in totale o di fila. Non sapevo nemmeno che ci fosse un conteggio su quante gare di fila vinci. Quindi chiedermi un commento su questo risultato è difficile perché non ha mai avuto un ruolo nella mia vita”.
Queste le parole, a voi capire il personaggio che le ha enunciate. Troppo semplice, vero? Toto Wolff non ha tutti i torti quando parla delle dieci perle consecutive del tritatutto di Hasselt: a Brackley la libertà di lottare è sempre stata totale finché non sono sopraggiunte esigenze di classifica. Ma da qua a derubricare a dettaglio irrilevanto una sequenza di trionfi di tale grandezza ce ne passa. Forse un po’, ma giusto un pochettino, le glorie dei rivali di Milton Keynes sono rimaste sullo stomaco come una frittura abbondante a Mr. Toto da Vienna.
Wolff, che ha poi leggermente corretto il tiro nella parte finale del suo intervento (“Il risultato dimostra che un grande pilota in una grande macchina sta competendo ad un livello estremamente alto”), sembra non essere in linea con Frédéric Vasseur col quale condivide, invece, questioni ben più importanti come la visione strategica sulle regole motoristiche che saranno varate nel 2026.
“Mi aspettavo che mettendo Max sotto pressione o nella lotta potesse fare alcuni errori, ma non è stato il caso del fine settimana del Gp d’Italia. Ciò che impressiona è che hanno sempre il mega ritmo, da Monza a Monaco. Riescono a coprire tutti gli aspetti della pista, ovunque si esibiscano. Ma la cosa più impressionante per me è che Max – non solo negli ultimi dieci GP, ma negli ultimi due anni – non ha fatto un solo errore in gara. Sicuramente è più facile non commettere errori quando hai un margine sugli altri. Ma anche in circostanze come Monza, è stato in grado di gestire la situazione molto bene. E’ riuscito a mettere pressione su Carlos senza mai rischiare”.
Questo l’attestato di stima del dirigente di Draveil che non gioca a ridimensionare la portata storica dell’impresa degli uomini di Milton Keynes. Forse perché non ha bisogno di tutelare record che non ha ancora potuto segnare nella sua lunga carriera nel motorsport, cosa di cui Wolff può ancora fregiarsi pure avvertendo che le mura della roccaforte non sembrano poi più così solide sotto le incessanti picconate di Max Verstappen e Adrian Newey.
In questo travolgente (?) duello di visioni si registra la posizione di Helmut Marko che, sornione come sempre, non le manda a dire. “Wikipedia – ha spiegato il mega consulente Red Bull all’austriaca Servus TV – è uno dei mezzi di comunicazione più letti, forse qualcuno dovrebbe dirlo a Wolff. Questa decima vittoria di fila significa molto per Max. Con ogni record arriva una motivazione in più, e questo rende anche la squadra più forte”.
Le carinerie, che stavolta Wolff si è cercato, continuano con un altro passaggio al vetriolo: “Ad alcuni tifosi non piace chi sta vincendo, ma non posso farci nulla. La differenza tra noi e loro [Mercedes] è che guardiamo alla nostra squadra per ottenere le migliori prestazioni e ci limitiamo a fare il nostro lavoro senza inventare storie come quelle che fanno loro”.
Verrebbe da dire, provocatoriamente, che la Red Bull e Verstappen sono talmente forti che riescono a spaccare anche il fronte dei rivali. Ovviamente si tratta di questioni marginali, sono ben altre le sedi in cui bisogna far convergere le azioni per contrastare il colosso austriaco. E da questo punto di vista Ferrari e Mercedes sono più unite che mai considerando come si stanno comportando sulle norme motoristiche in F1 Commission. Chissà su questo tema come la pensa il Dottor Marko.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Ferrari, Mercedes