Formula 1

Andretti, ma chi ve lo ha fatto fare?

Quando Michael Andretti si è andato ad impelagare (mai verbo più idoneo) nell’affaire F1 era parso subito evidente che la montagna da scalare sarebbe stata parecchio scoscesa e scivolosa. Forse l’ex pilota si aspettava che qualcuno gli tendesse la mano creando una cordata che lo aiutasse a vincere l’impresa. Macché, il Circus sembra essersi messo in assetto da guerra formando una tenaglia di cartaginese memoria. 

Andretti è solo dopo aver ottenuto l’appoggio – e forse è questa la sua condanna – di Mohammed Ben Sulayem che non ha mai fatto mistero di perorare la causa del gruppo yankee. Errore dell’emiratino? Sposare pubblicamente la candidatura ancor prima che l’organo che dirige, la Federazione Internazionale dell’Automobile, aprisse un bando di concorso che Liberty Media Corporation e le scuderie che costituiscono il Patto della Concordia hanno gradito come un bel cucchiaio di sale nel caffè. 

Michael Andretti a colloquio con Mohammed Ben Sulayem

La candidatura del gruppo americano non era vista di buon occhio prima che iniziasse l’iter e le cose non sono migliorate dopo che la FIA ha ratificato la conformità della domanda alle molteplici richieste formulate. Il “fascicolo Andretti” è stato trasferito alla Formula One Management (FOM) per le necessarie discussioni commerciali. E qui comincia il difficile. Aver soddisfatto i parametri piantati a Place de la Concorde potrebbe non bastare. L’aria che tira nel paddock è tutto fuorché rassicurante. Il barometro segna tempesta e servirà molto lavoro per avvicinare le parti.

I motivi per i quali la presenza di un undicesimo team facciano venire pruriti irrefrenabili a buona parte dei team principal e al gruppo rappresentato da Stefano Domenicali sono arcinoti e portano tutti alla spartizione di ingenti somme di danaro. Che novità! La F1 vorrebbe evitare uno scontro con fucili armati da carte bollate e da ricorsi, ma questo scenario non è poi così irreale. Le parti – membri del Patto della Concordia, FOM e Andretti Formula Racing LLC – dovranno sedersi intorno ad un tavolo per trovare una quadratura oggi lontana.

Non basta l’assist federale, Andretti deve ora scendere a compromessi e soprattutto garantire che il suo ingresso genererà valore e non eroderà le i diritti economici acquisiti dal cerchio magico dei dieci. 


Andretti deve creare consenso

La sensazione è che il buon Michael debba ora far mutare il vento e creare un movimento d’opinione interno alla F1 che si dica favorevole alla sua causa. Perché, a leggere in giro, pare che ai rappresentanti del “pinnacle of motorsport” un uomo nuovo che viene da un mondo sconosciuto faccia paura. Basta dare uno sguardo ad alcune recenti dichiarazioni rese da personaggi di spicco della Formula 1.

Helmut Marko e Christian Horner (Oracle Red Bull Racing) – Stagione 2023

Come squadra non abbiamo la possibilità legale di avere voce in capitolo, ma l’opinione è chiara: se la torta viene divisa per undici invece che per dieci, ci deve essere un equilibrio“. Helmut Marko.

Il business della F1 al momento sta funzionando benissimo. Questo sport non si è mai trovato in una situazione migliore e credo che se qualcosa non è rotto non c’è motivo di aggiustarlo. Sono convinto che tutto stia funzionando molto bene con dieci team e credo che le cose dovrebbero restare così”. Lawrence Stroll.

Mi piace l’organizzazione del team Andretti, ma non sono io a dover fare le scelte e appoggerò la posizione di Aston Martin”. Fernando Alonso. E le posizioni del suo team le potete trovare nel paragrafo precedente. Ponzio Pilato scansati. 

Che valore aggiunto porterebbe?”. Frédéric Vasseur.

Vogliamo vedere una competizione di qualità. Non sono né favorevole né contrario, ma se entrerà un nuovo team dovrà portare qualità. Sono certo che la FIA farà la scelta giusta. La F1 è il pinnacle del motorsport, ci serve qualità non quantità”. George Russell. Parere reso più pesante dal fatto che il pilota è anche un pezzo grosso della GPDA.

Le parole e i pensieri di Toto Wolff, il condottiero nella battaglia anti-Andretti e di Chris Horner, in questo scontro fiero alleato del viennese, nemmeno le riportiamo perché ne è pieno il web e non intendiamo intasare questo scritto che rischierebbe di superare i limiti di attenzione di ogni essere umano. Analogo ragionamento è sovrapponibile a Stefano Domenicali che sulla materia si è sempre comportato come un democristiano di vecchio corso per capire dove tira il vento e nel caso orientare le vele.


Andretti: una causa con pochi sponsor

Qualche timido appoggio, nei mesi scorsi, era giunto dalla McLaren, nella figura di Zak Brown, e dalla Alpine del silurato Laurent Rossi che aveva tutto l’interesse a perorare la causa Andretti poiché avrebbe allocato le power unit Renault nella pancia delle vetture yankee.  Nei giorni scorsi si è aggiunto l’endorsement di Lewis Hamilton.

Lewis Hamilton (Mercedes AMG) in conferenza stampa, stagione 2023

Ho sempre avuto la sensazione che non ci fossero abbastanza macchine in griglia. Ci saranno sicuramente persone che non saranno contente che io lo sostenga così tanto il suo [Andretti] ingresso, ma lo ritengo grandioso. È un’opportunità per più posti di lavoro, e ci saranno altri due posti disponibili per una potenziale pilota donna”. Lewis non fa mai il nome Andretti, ma non si può non cogliere il nesso con la vittoria del contest federale. 

Basterà il parere favorevole di un sette volte iridato ancora in attività? No, non illudiamoci. La partita si gioca altrove e investe politica, finanza e capacità di aumentare i dividendi descritti dal Patto della Concordia. Se Andretti dimostrerà al di là di ogni dubbio che il suo ingresso e quello di Cadillac aumenteranno stabilmente, quindi nel lunghissimo periodo, il valore del brand allora sarà accolto a braccia aperte dai dieci. Se, viceversa, persisteranno i dubbi attuali, la montagna di cui all’incipit di questo articolo si farà ancor più sdrucciolevole e pericolosa.

La causa di Andretti andrebbe perorata anche per vedere i vecchi bacucchi arroccati nella loro torre dorata doversi piegare. Sarebbe una grande soddisfazione. Forse, rispondendo al quesito presente nel titolo, Andretti l’ha fatto proprio per togliersi questo sfizio. Ci piace pensarla così, nella speranza che alla fine il buon senso prevalga allargando la griglia all’undicesimo competitor.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, FIA, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano