Gp Qatar 2023: la F1 si appresta a correre il secondo Gran Premio della storia recente a Losail. La pista araba non è storica per la massima categoria del motorsport, ma il suo layout fornisce spunti interessanti che permettono di fare considerazioni in merito allo svolgimento dello “Sprint weekend”. La pista è lunga 5380 metri e possiede 16 curve: 10 a destra e 6 a sinistra. A prima vista il disegno della pista qatariota trova similitudini con Suzuka, tracciato nel quale, poco meno di due settimane fa, Red Bull ha dimostrato ancora una volta la sua supremazia.
Le curve da medio/alto carico in appoggio sono una manna per le vetture di Milton Keynes che sfruttano al meglio la sospensione pull-rod all’anteriore per avere una perfetta impostazione di curva. Al contrario chi soffre questo tipo di circuiti è la storica scuderia Ferrari la quale, come abbiamo ampiamente discusso nell’anteprima tecnica dedicata al Qatar, cercherà di trovare un assetto di compromesso nell’unica ora disponibile di free practice.
McLaren è chiamata a una conferma delle ottime prestazioni ottenute in terra nipponica. La scuderia di Woking, anche dopo aver trovato grazie agli aggiornamenti portati in pista la giusta interazione tra pull-rod e ala anteriore, cercherà di continuare a recitare il ruolo di seconda forza del campionato in questo finale di stagione.
Secondo i dati Pirelli l’asfalto che per gran parte è stato rifatto provoca un’abrasione media sulle coperture. I compound saranno estremamente sollecitati dagli sforzi laterali generati dalle curve in appoggio. Raccolti questi spunti iniziali non ci resta che calarci in macchina, come fanno i 20 piloti della top class del motorsport, per percorrere un giro on board nel tracciato di Losail.
La distanza tra la prima casella della griglia e curva 1 è di circa 600m. Alla staccata di curva 1 si raggiunge una velocità minima di 150 km/h che, non essendo eccessivamente bassa, fa sì che i piloti si possano difendere prendendo una traiettoria più esterna. Oppure portando verso l’esterno l’avversario.
Considerando un giro lanciato i piloti passano sulla linea del traguardo ad una velocità di circa 320 km/h, con l’ala aperta nell’unico tratto dov’è possibile l’utilizzo del DRS. La telemetria che segue, relativa al giro veloce della qualifica 2021, malgrado la differenza di monoposto ci aiuta a comprendere al meglio i fattori importanti nel primo settore.
Benchè il rettilineo principale abbia una lunghezza di 1,3 Km, le velocità di punta non sono così elevate a causa del medio/alto carico aerodinamico presente in vettura. In curva 1 si stacca al cartello dei 100m, imponendo una decelerazione alle vetture di 170 km/h, la più importante di tutto il giro. L’ampio raggio della piega determina un lungo periodo in appoggio e un conseguente aumento graduale della percentuale di gas. È importante avere un’anteriore ben puntato e poco sottosterzante per raggiungere l’apice al meglio.
Alla staccata di curva 2 si frena al cartello dei 50 girando a sinistra. Le prime due curve si affrontano in quinta marcia è provocano un grande aumento di temperatura nelle coperture che, ovviamente, devono essere preservate al massimo nel giro di preparazione. In tal senso i piloti sfrutteranno l’allungo successivo tra curva 2 e 4 anche per abbassare la temperatura degli pneumatici e dei freni.
Le pieghe numero 4 e 5 possiedono un raggio simile e parecchio ampio. Si affrontano ambedue in un’unica soluzione, diminuendo leggermente l’angolo volante al centro delle due andando sul freno solo sulla prima.
La 6 è la curva più lenta del circuito che da il via al settore centrale. Parliamo di una piega dove serve un ottimo bilanciamento dell’asse posteriore per garantire un’ottima trazione, sebbene la distanza con la 7 non sia eccessiva. Quest’ultima si posiziona a metà della pista e possiede le stesse caratteristiche delle prime: ampio raggio e percorrenza in appoggio. Molto importante il posizionamento in uscita per avere una giusta traiettoria che permetta di affrontare curva 8 e 9 in pieno.
Sia arriva alla 10 che si affronta a una velocità di 150 km/h, piega che potrebbe risultare problematica per chi non possiede una vettura precisa in inserimento, in quanto l’energia che viene immessa negli pneumatici in tutte le curve precedenti è parecchia. Uscire dalla working range in questo tratto significa generare una mancanza di grip sull’avantreno. Condizione che inevitabilmente comporta un atteggiamento sottosterzante della vettura.
Il terzo settore prende il via con tre curve a destra ad alta velocità, oltre i 260 km/h. Tratto della pista dove risulta fondamentale un piattaforma aerodinamica stabile. L’obbiettivo è quello di tenere giù il piede, sfruttando il carico generato dalle proprie vetture grazie a un’altezza da terra bassa consentita dal circuito. Dopo questa sezione troviamo le ultime due curve, 15 e 16. La prima è da molto rapida, dove si cecherà di parzializzare l’acceleratore senza utilizzare i freni.
La seconda richiede l’ultimo “sforzo” agli pneumatici che sicuramente non consentiranno due giri push consecutivi al massimo della performance. Curva 16 si percorre a circa 160 km/h, dove sarà necessario gestire il possibile sottosterzo in ingresso con un’impostazione più conservativa. L’obiettivo mira a sfruttare l’uscita per raggiungere una buona top speed nei 700 metri che conducono alla linea del traguardo.
Aurore e grafici: Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo
Immagini: Formula Uno