E’ vero, anche in F1 contano solo i soldi. E senza soldi non si fa nulla. A maggior ragione senza soldi non si fa la F1. Sapete, quello spettacolo curioso di macchinine (a dir la verità ora sono macchinone) che girano in tondo sino a quando non arriva la bandiera a scacchi e allora si fa la classifica. Quella roba lì, insomma, ci siamo capiti. E ci sono tanti che ci stanno dietro a queste cose, sin da quando i cavalli hanno tirato su persone e poi lo hanno fatto i motori a scoppio, sputacchiando dagli scarichi roba non proprio salutare. E quelli che guidavano quei cosi non si sono chiamati più fantini ma piloti.
Tuttavia ti viene il dubbio se i soldi possano e debbano giustificare tutto. Poniamo l’esempio che queste monoposto scaldino già un botto da sole (batterie, corrente, motore a scoppio, scarichi) e che tu le faccia correre in un clima infernale, con un’umidità pazzesca. Poniamo poi che la pista la rinnovino e siccome non ci si era accorti prima del particolare che i cordoli che la delimitano possano “sfrangiare” le spalle degli pneumatici (ma pare che anche nel 2021 qualcosa del genere fosse accaduto), allora ci si inventa una sessione di “familiarizzazione” di 10 minuti e poi si decide che al massimo le gomme potranno essere usate, in gara, per 18 giri.
I piloti di F1 sono gente strana, se li metti in pista cercano di andare più veloce possibile. E se devono fare tre cambi gomme, fra l’uno e l’altro correranno come assatanati. Risultato di tutto quanto: chi ha vomitato, chi si è ritirato, chi s’è bruciato mezza natica, chi era sfatto, chi era allo stremo.
Magari si sarebbe potuto risolvere con un fine settimana normale, spostando la mini gara e la mini qualifica in un altro circuito. Oppure aggiungendo una sessione di prove libere in più. Cosa che potevi fare agilmente perché da quelle parti, in mezzo alla sabbia che sembra acqua quando ci passano le monoposto, non ci sono altre gare di contorno. E magari potevi eccezionalmente sospendere il parco chiuso, almeno sino a sabato, affinché tutti i piloti si trovassero a loro agio con un set up affinato. Ovviamente nulla di tutto ciò è accaduto.
La domanda che dobbiamo porci, io credo, è se sia normale ciò a cui abbiamo assistito nel fine settimana del Qatar. C’è chi parla dei piloti di oggi come di “femminucce”. Eppure sono tutti degli atleti, allenati a dovere con preparatori e palestre che frequentano regolarmente, abituati a sforzi non tanto nel pilotaggio in sé quanto nelle accelerazioni e decelerazioni e nelle forze laterali che in curva i loro predecessori, sul collo non avevano.
E se sono arrivati cotti, qualcosa vorrà pur dire no? Tanto che da poco la Federazione Internazionale se ne è uscita con un comunicato che cerca di mettere una pezza al buco (“cercheremo di evitare che i piloti corrano di nuovo in queste condizioni” bla bla bla), ma che come sempre accade non ci riesce. Forse basterebbe tutto questo per pensare che non è assolutamente normale ciò a cui abbiamo assistito. E poi ci sono tutta una serie di fattori che, ancora una volta, fanno riflettere. Cioè che mancano dannatamente i test in pista. E che il virtuale non li potrà mai sopperire.
Ma in FIA hanno due regole cardine, vale a dire, primo: che se copiano da altre categorie devono rovinare ciò che copiano affinché non si dica che hanno copiato. Secondo: non tornare mai sui propri passi. Tutt’al più inventarsi il raddoppio dei chilometri dedicati ai filming test, che così diventano test veri e propri nella sostanza, ma che non lo sono nella forma. E siccome per i burocrati conta la forma e non la sostanza, alla fine della fiera siamo tutti contenti. E’ proprio una gabbia di matti. Ma più matti siamo noi che continuiamo a seguire questo circo della F1.
Ferrari. Voto: un fantasma si aggira per il circuito…
Max III°. Voto: era già fra i grandi.
Red Bull. Voto: e che gli vuoi dire. In tutta la baraonda del fine settimana è passato pure in sordina anche il titolo piloti, dopo quello costruttori.
Perez. Voto: talismano. Finalmente abbiamo capito a cosa serva Checo in Red Bull e perché se lo tengano bello stretto. In pratica tutte le gufate, incantesimi, gesti apotropaici, occhio malocchio prezzemolo e finocchio, maledizioni assortite contro le lattine volanti, colpiscono solo un pilota: Checo Perez. E’ che le attira tutte, proprio tutte. E come ti puoi privare di un parafulmine contro la sfiga di livello cosmico?
Mercedes. Voto: ce la mettono tutta. Sì, ce la mettono tutta per far sì che Ferrari arrivi seconda nel mondiale Costruttori. Tuttavia, per quanto si impegnino, Ferrari è troppo scarsa…
Alonso. Voto: ustioni…
McLaren. Voto: 501 podi. E Button incazzato (giustamente).
Track Limit: non se ne esce.
Grand Prix Driver’s Association: “Ei fu”. per dirla con Manzoni.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi