Formula 1

La F1 prova ad evitare l’ennesimo strappo tra FIA e Liberty Media

Il 2 luglio di quest’anno, poco prima che si spegnessero i semafori rossi sulla griglia di partenza, era arrivata l’ufficialità: il GP d’Austria sarebbe rimasto in calendario della F1 fino al 2030. Spielberg, pista di proprietà della Red Bull, in tempi recenti è diventata un monolite della categoria; evidenza certificata dalla doppia gara svoltasi nel 2020 quando il Circus dovette dribblare la pandemia di Covid e le chiusure derivanti con un campionato del mondo che, a fatica, si disputò sul suolo europeo. 

Il tracciato che sorge in Stiria, evidentemente, ottempera a tutte le richieste che Liberty Media fa ai promotori di un evento. Al di là della normale certificazione di richiesta della Federazione Internazionale dell’Automobile (elemento base per essere inseriti in calendario), sono altri i parametri valutati dalla proprietà. Tra questi sicuramente la capacità organizzativa, la logistica complementare e certamente la possibilità di aprire i cordoni della borsa per soddisfare la bulimia finanziaria dell’ente americano che amministra la FOM, l’unico soggetto autorizzato a trattare con gli organizzatori.

Quest’ultima precisazione non è roba da poco conto e potrebbe essere alla base dell’ennesimo punto di frizione tra la proprietà e la FIA. Sul tavolo c’è la questione dei track limits che è tornata in auge durante il Gp del Qatar, si è ripresentata al Circuit of the Americas ma che, nei fatti, era esplosa proprio al Red Bull Ring.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) – Gp Austria 2023

I commissari, in quel due luglio di cui sopra, avevano dovuto sudare sette camicie per venirne a capo e sanzionare i piloti che non avevano rispettato i limiti stabiliti. Penalità che in alcuni casi erano arrivate ben oltre lo sventolio della bandiera a scacchi. Un lavoro extra a carico degli uomini federali, un fattore che evidentemente non va giù a Mohammed ben Sulayem, vulcanico n°1 di Place de la Concorde


F1, track limits: la FIA minaccia i promoter, ma non è questa la soluzione

“La soluzione è migliorare le piste. Abbiamo avuto lo stesso problema in Austria, dove ci sono state 1200 infrazioni. So che alcuni sono restii a farlo ma onestamente, se non migliorano, non ci sarà nessuna gara. È molto semplice: non possiamo permettercelo”. Queste le sciabolate velenose del dirigente emiratino che non ha peli sulla lingua e, dopo la vicenda Andretti e il codice comportamentale dei piloti varato in maniera unilaterale, proprio non vuole saperne di mostrarsi conciliante con Stefano Domenicali e il gruppo che questi rappresenta. 

Per ora gli organizzatori incassano e replicano senza farsi prendere dalle smanie: “Siamo in comunicazione costruttiva con la FIA e la FIM (Federazione Internazionale Motociclismo, ndr) e lavoriamo costantemente per soddisfare tutti i requisiti“, hanno spiegato gli organizzatori della gara austriaca. Per ora la FIA ha provveduto ad incrementare il numero di funzionari addetti al controllo. Una soluzione tampone che secondo Ben Sulayem non è quella definitiva. Urgono interventi strutturali, quindi.

Ma Liberty Media è stata allertata della questione? E soprattutto, cosa ne pensa? Per ora dagli States si preferisce percorrere la strada del silenzio senza alimentare il conflitto mediatico. In ballo ci sono accordi vincolanti che, se infranti, comporterebbero l’attivazione di penali salatissime. E queste questioni non riguardano la FIA ma direttamente i promoter e Liberty Media. Quella federale, dunque, potrebbe essere un’ingerenza belle e buona che rischia di produrre una reazione legale veemente da parte del gruppo guidato da John Carl Malone.

Track limits fatali per Max Verstappen nelle qualifiche del Gp degli Stati Uniti 2023

La Federazione, che rivendicava voci in capitolo visto che è tenuta a gestire la sicurezza e valutare infrazioni e susseguenti pene, rischia di attraversare un campo minato da trappole legali. Quello dei track limits è un tema caldo e attuale. Una soluzione non è solo auspicabile ma si rende obbligatoria.

Percorrere la via dell’unilateralità, però, non porterà al superamento del problema. Stavolta serve davvero una coralità piena per evitare eventi condizionati da decine di interventi del collegio giudicante. Proprio per questo motivo colpi di testa risulterebbero inutili e controproducenti. 


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1TV, Scuderia Ferrari

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Diego Catalano