Il vecchio Bernie Ecclestone ha sempre fatto parlare di sé per i commenti spesso taglienti e controcorrente in F1, anche se è ormai fuori dal Circus da molti anni. Ma stavolta è finito sui giornali per un maxi patteggiamento fiscale. Certo che per essere un 92enne, il grande vecchio della Formula Uno non ne vuol sapere di lasciare le “luci della ribalta”. E sicuramente gli piacciono assai, eccettuato forse il caso di cui stiamo per parlare. Chi lo conosce dice che non abbia affatto perso colpi e abbia la consueta mente affilata con l’aggiunta di una memoria da elefante.
Intanto, qualche giorno fa l’ex numero uno della massima categoria del motorsport ha patteggiato un maxi-risarcimento al Tesoro britannico: aveva nascosto l’esistenza di un trust a Singapore. In sostanza il manager si è dichiarato colpevole di frode ai danni dello Stato, per non aver dichiarato al governo britannico il possesso di capitali presso un fondo fiduciario della città stato asiatica.
Il miliardario ha accettato una transazione in sede civile che prevede il pagamento di 652,6 milioni di sterline (circa 800 milioni di euro) a titolo di risarcimento nei confronti delle imposte britanniche, per ammanchi relativi ad un periodo di 18 anni. Ecclestone è stato condannato a 17 mesi, pena sospesa, dalla Southwark Crown Court di Londra. Era il 2015 quando all’ex patron della Formula Uno era stato chiesto se fosse in possesso di eventuali trust all’estero. Su tale fondo era depositato l’equivalente di circa 650 milioni di euro. Le indagini erano partite proprio in quell’anno e sono arrivate a conclusione pochi giorni fa con il patteggiamento accettato da Bernie.
Una bella botta, che va però a impattare su un patrimonio netto, secondo diverse stime, di quasi 3 miliardi di euro. Insomma, presumibilmente non diventerà povero. Ecclestone nelle scorse settimane aveva fatto parlare di sé per il fattaccio di Singapore 2008, il crash pilotato di Piquet jr per far vincere Alonso (che sarebbe stato all’oscuro delle manovre del box Renault capitanato da Flavio Briatore). L’ex patron del Circus in sostanza ha dato ragione a Massa dichiarando che lui e Mosley (allora presidente FIA) avevano saputo quasi subito della combine e avrebbero potuto intervenire ma non lo fecero per evitare uno scandalo che avrebbe potuto travolgere la F1.
E lo stesso Bernie aveva ha dichiarato, in sostanza, che Massa era stato defraudato del titolo mondiale (vinto comunque legittimamente da Hamilton). Il grande vecchio ha poi ritrattato queste dichiarazioni (che sono invece state confermate in toto dai giornali a cui le aveva rilasciate) e ciò ha permesso a Felipe Massa di intentare una causa civile alla Federazione Internazionale che ha fatto e continua a fare molto rumore.
Infatti l’ex pilota Ferrari ha dato mandato ad un pool si super avvocati di dare battaglia in tutte le sedi per veder riconosciuti i propri diritti ed ha chiesto alla Scuderia Ferrari di unirsi alla “battaglia” (ricevendo tuttavia un “due di picche”). Tornando a Bernie Ecclestone, quando non ci sarà più (augurandogli ovviamente vita ancora lunghissima) credo che ne sentiremo la mancanza.
Personaggio complesso, emblematico, geniale, dalle mille sfaccettature, ma anche colui che ha trasformato la F1 in uno sport di caratura mondiale. Nel frattempo, non so perché, me lo immagino come Paperon de Paperoni costretto a separarsi, con grande dolore, di parte dei suoi preziosi dobloni…
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Formula Uno – Scuderia Ferrari