Il front end della Ferrari è debole. Lo scriviamo da tempo oramai e le conferme non sono tardate in arrivare. Gli stessi protagonisti lo fanno presente, specie Leclerc che non annovera questa “caratteristica” come facilmente digeribile. La SF-23 ha messo non poco in difficoltà il giovane monegasco e a quanto pare, malgrado la vettura in questo momento sia senza dubbio più gestibile, continua a creare diversi grattacapi al vice campione del mondo. Per fortuna la questione vento pare essere un discorso chiuso.
Sì perché quando le tue prestazioni dipendono troppo dalle folate di vento beh… Significa che in fase di progetto qualcosa è andato storto. C’è poi una tematica che per quanto sia banale non può far a meno di essere presente nello scritto. Parliamo della questione psicologica. Affrontare una campagna agonistica sapendo che la benché minima possibilità di vittoria è pari a zero risulta alquanto struggente. Soprattutto per chi porta la vittoria nel sangue come Charles.
Per questo, a differenza del suo compagno, abbiamo visto spesso la numero 16 in overdrive. Il motivo è presto detto: mentre Sainz si “accontentava” del miglior risultato possibile, soddisfatto di poter raggiungere il massimo con il mezzo a disposizione, Leclerc metteva in gioco tutto per una posizione migliore. Uno scenario del genere spinge il pilota verso rischi molto maggiori e la soglia d’errore si assottiglia tremendamente.
Ma d’altronde conosciamo bene l’ex Alfa Romeo: per lui un secondo posto significa sconfitta, figuriamoci un piazzamento a punti. Proprio per questa ragione Charles ha ricercato assetti più difficili da gestire ma che potenzialmente potevano offrire qualche vantaggio in più, in termini prestazionali. In determinate occasioni è andata bene, in altre tutto il contrario. E poco importa se l’iberico è davanti in classifica.
Entrando maggiormente nello specifico, giusto nella giornata di ieri abbiamo parlato dell’anteriore della rossa. Il resoconto tecnico mirava a spigare tutte le tematiche legate alla sofferenza intrinseca della SF-23 sull’avantreno. Indiziata numero 1 la sospensione anteriore che, a differenza della tanto vituperata posteriore, pare essere il vero punto debole a livello meccanico. D’altronde il punto forte della rossa è la trazione e lo schema sospensivo “a freccia”, peraltro copiato da Red Bull, sotto questo aspetto ha fornito importanti risposte.
Adrian Newey la sa lunga. Lo sappiamo bene. La settimana scorsa, a tal proposito, il genio di Stratford-upon-Avon ha rivelato come in fase di definizione della monoposto era di vitale importanza non commettere errori per quanto concerne telaio e sospensioni. Questo perché la scure del budget cap complicava tremendamente un’eventuale correzione di queste componenti importantissime. Red Bull ha quindi fissato come obiettivo prioritario possedere due schemi sospensivi molto solidi, fornendo al reparto che occupa della dinamica del veicolo carta bianca.
Lo stesso non possiamo dire che sia successo a Maranello. Sebbene la gestione sportiva abbia senza dubbio “attenzionato” il tema, il giudizio “avvelenato” da calcoli errati ha di fatto dato vita a un anteriore debole. E qui torniamo a presente e recente passato con la disamina di Leclerc. Il monegasco predilige un avantreno molto solido. Preferisce pertanto impostare al meglio l’ingresso curva, in maniera aggressivo, per poi provare a controllare un posteriore più ballerino.
Parliamo di uno scenario ampiamente sperimentato durante la stagione 2020 dove la SF1000, spinta da un PU “azzoppata” dal fatidico accordo Binotto-FIA, veniva scaricata al posteriore per cercare di recuperare top speed. Su questa base, considerando il proprio stile di guida, Charles ha cercato di costruire le sue fortune che come sappiamo, in questo mondiale, spesso sono state alterne. Una condizione limitante che però ha in parte concesso uno studio approfondito sulla vettura, per capirne difetti che, dal 2024, almeno in linea teorica, non dovrebbero più palesarsi.
Sfidare il posteriore di una monoposto a effetto suolo, in particolar modo quando la piattaforma aerodinamica non è stabile, si attesta come compito parecchio arduo. Ma come abbiamo capito Charles non ha mai avuto paura di farlo. Ferrari è migliorata molto nel corso della stagione. Le correzioni alla veste aerodinamica sommate a uno studio mirato sul setup, hanno concesso ai ferraristi di accedere a maggiore performance. Questo nonostante diversi elementi vadano amministrati in quanto non ancora all’altezza. Debolezze che vanno mitigate in qualche modo, cercando al contempo di ottimizzare i punti forti della vettura.
In tutto questo, tenendo presente le considerazioni del blocco precedente, Leclerc (come il compagno) deve convivere con un quantitativo di sottosterzo maggiore scegliendo un anteriore più solido che, in qualche modo, possa sbloccare più potenziale all’interno del suo ipotetico handling. Un compromesso complicato da amministrare che però, almeno secondo i calcoli del monegasco, dovrebbe consentire di spingere di più. Il team è sempre stato d’accordo lasciando “libero” il monegasco, anche se i risultati spesso non hanno premiato tale impostazione.
Un esempio della scarsa funzionalità di questo provvedimento si rifà a Singapore, dove Carlos ha “dominato” la scena portando a casa l’unica vittoria stagionale, mentre Leclerc, comunque rapido, non aveva proprio lo stesso ritmo del compagno, combattendo in gara con troppo sottosterzo. Questo malgrado ancora una volta, è giusto ricordarlo, la strategia ai box con un doppio cambio ha certamente penalizzato la corsa di Charles, relegandolo a posizioni di rincalzo proprio sul più bello.
Un sottosterzo che di certo non piace a Leclerc e che ovviamente sarebbe meglio se non ci fosse. Ma d’altronde, se esiste la voglia di ottimizzare la rotazione associata alla necessità di avere un anteriore ancora più solido, sopperendo con il talento ai punti negativi di tale messa a punto, la scelta potrebbe anche risultare fattuale in determinati contesti operativi. Non sempre però, in quanto il pilota di Monaco, diversi sabato mattina, si è ritrovato a realizzare un vero e proprio “copia e incolla” del setup di Sainz.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari