Ancora un volta ci ritroviamo a parlare di una Ferrari assai imperfetta. Una scuderia che da il massimo, su questo i dubbi sono pochi, ma che in determinate situazioni non è affatto in grado di saper gestire al meglio la situazione. Le colpe non sono tutte attuali. Al contrario tante di esse risalgono alla fase di progettazione denominata 675, opera di ingegneria aero-meccanica lacunosa e solo in parte corretta durante l’attuale campagna agonistica 2023.
Una condizione limitante quando il terreno di sfida è avverso o per lo meno non congeniale alle proprie caratteristiche. Suzuka e Qatar per esempio, due piste che si sono incaricate di sottolineare i gravi problemi della SF-23. Quali siano le carenze della rossa lo sappiamo bene. Ne abbiamo parlato a ripetizione durante gli ultimi mesi. Pertanto risulta più saggio concentrarsi sul presente e su quello che verrà.
Ecco perché, tra le altre cose, dedicare il titolo di un articolo proprio su questa tematica potrebbe risultare interessante. Ci riferiamo in particolate al duello con il team McLaren. Sfida che non strettamente legato al solo presente ma bensì, come possiamo facilmente immaginare, anche al prossimo futuro. Parliamo del mondiale 2024, contesto all’interno del quale il Cavallino Rampante non vuole assolutamente tornare a recitare il ruolo di sconfitta.
Colorare gli occhi di vittorie altrui ha stufato piloti, tecnici, ingegneri dirigenti e tifosi. Ciononostante, per rendere inerme questo status alquanto deficitario, considerando la grande impennata prestazionale messa in atto dalla scuderia di Woking, oltre a Red Bull e Mercedes un altro sfidante fa la voce grossa. Si chiama McLaren e ha tutta l’intenzione di proseguire l’importante traiettoria evolutiva verso il raggiungimento di chiaro obiettivo minimo: battere la Scuderia Ferrari l’anno prossimo.
Il presente recita questo: McLaren non ha vinto nessuna corsa domenicale nel 2023, Ferrari invece sì. Il team di Maranello è davanti nella classifica dedicata ai costruttori. Tuttavia, numeri alla mano da Silverstone poi, contesto competitivo che ha visto rinascere la MCL60, le considerazioni assumo aspetti differenti. Le due SF-23 hanno messo assieme 298 punti contro i 219 racimolati dalle vetture color papaya. Ma se come detto prendiamo teniamo presente i numeri collezionati dal Gran Premio di Gran Bretagna in poi, notiamo come la rossa sommi 144 punti contro i 190 della monoposto britannica.
Una differenza di 46 lunghezze che possiamo spiegare così, alla luce degli otto appuntamenti iridati che comprendono questa classifica parziale: McLaren è attualmente più forte della Ferrari. Lo è in linea generale, in quanto gli aggiornamenti della MCL60 risultano decisamente più fattuali e soprattutto mediamente più funzionali alla causa in ogni tipologia di tracciato. Un aspetto che gli ingegneri italiani non possono e non devono assolutamente sottostimare. Frederic Vasseur come ragiona la riguardo?
Il team principal della Ferrari è tutto tranne che uno sciocco. Sempre molto attento, sebbene non possieda i fondamentali tecnici di Adrian Newey o il talento innato di Toto Wolff nel gestire un team di F1, il manager di Draveil pare sapere il fatto suo. Sotto il suo mandato le cose sono comunque migliorate e se non lo hanno fatto esponenzialmente come successo per McLaren le ragioni ci sono e come detto le conosciamo.
Una monoposto, la SF-23, che rispetto alla MCL60 deve lottare anche con fattori esterni alle sue caratteristiche tecniche, spesso molto poco operative. Ci riferiamo per esempio alla difficoltà di mantenere stabile la piattaforma aerodinamica dell’auto quando i cordoli di una pista sono particolarmente demandanti. Senza contare la questione vento, capace di interagire con la struttura vorticosa della Ferrari rendendola ancora più debole. Problemi, appunto, che McLaren non ha.
Per il resto sostenere che il 90% del distacco patito sulle auto inglesi emerge nel secondo stint, causa traffico e graining, non pare proprio la migliore delle giustificazioni. Senza dubbio parliamo di aspetti limitanti che però nascono da una condizione di fondo precisa: la SF-23 non era competitiva a Losail tanto quanto la MCL60. La banalità del concetto fa il pari con la sincerità dei fatti. Il resto solo chiacchiere per indorare una pillola che di fatto sta diventando un po’ troppo amara, ultimamente.
Per concludere due parole sulla reliability della rossa. Il serbatoio della numero 55 non era “in bolla” prima della gara. Quando il consueto rabbocco di carburante era in atto, i meccanici all’interno del garage di Carlos hanno constatato il problema, di per se nemmeno troppo complicato. Tuttavia le tempistiche non hanno consentito la sostituzione della componente e l’iberico, avvolto da frustrazione e mestizia, ha osservato la gara dai box come uno spettatore qualunque.
Alla fine dei conti non importa da cosa derivi il grattacapo. Se si tratta di una parte della vettura difettosa o semplicemente il suddetto serbatoio che ha subito un danno per colpa dei famosi cordoli, elementi della pista che come detto mettono troppo spesso in crisi la SF-23. Il fattore importante resta solamente uno: non si può buttare alle ortiche una partecipazione a un Gran Premio di F1 per una questione del genere. Specie se ti chiami Scuderia Ferrari.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari