Se qualcuno, prima delle qualifiche del Gp del Messico, avesse teorizzato una prima fila tutta Ferrari probabilmente sarebbe stato preso per matto. Le prestazioni della SF-23 hanno sorpreso tutti, dai tifosi agli analisti. Ma soprattutto hanno spiazzato Charles Leclerc e Carlos Sainz che avevano lo scopo di contenere le difficoltà su un tracciato che, nell’avvicinamento, era considerato non proprio incline ad esaltare il mezzo italiano. Basta ritornare al giovedì e rileggere le parole del monegasco per rendersene conto.
E invece all’Hermanos Rodriguez la Ferrari ha scritto una pagina di sport che non si dimenticherà facilmente. Chiaro che si sia solo a metà dell’opera perché sono note le sofferenze della vettura sul lungo ma, sorpresa per sorpresa, chissà che non ci si possa attendere una Singapore bis per dare un senso diverso ad un campionato del mondo di sofferenza. Alle spalle del duo del Cavallino Rampante c’è Max Verstappen in agguato e la cosa non lascia dormire sereni i ferraristi. Ma di certo è meglio averlo alle spalle che vedergli gli scarichi già sotto i semafori.
L’obiettivo della Scuderia era quello di provare ad accorciare sulla Mercedes. Per ora gli elementi per farlo vi sono tutti considerando che Lewis Hamilton è sesto e George Russell ottavo. Staccate le McLaren, vera delusione di giornata, con Lando Norris in penultima fila e Oscar Piastri settimo.
Sotto la gestione di Frédéric Vasseur sono quattro le pole position della Ferrari. Quella di Città del Messico è di certo la meno prevista e forse, per questo, la più saporita. Anche perché è condita dalla prima fila di Carlos Sainz che è incollato al compagno le cui prestazioni sul giro secco non smettono mai di sorprendere per quanto sono esaltanti e qualitative.
“Onestamente non mi sarei aspettato questo miglioramento, sarei disonesto se dicessi il contrario”. Ha così esordito il dirigente di Draveil ai microfoni di Sky mostrandosi, a giusta causa, raggiante: “Ieri [venerdì] siamo andati male, questa mattina eravamo più in forma, ma abbiamo subìto anche degli impeding.
“In gara sarà un’altra storia, ma è sempre meglio iniziare con le macchine in prima fila e non indietro. In Messico bisogna anche pensare alla temperatura dei freni e del il motore. Credo che per tutti sia stato importante il raffreddamento per cercare il limite, ma vedremo domani”.
In effetti il potenziale della SF-23, durante il terzo turno di libere, era stato celato a causa di due impedimenti quasi simultanei ai danni di Leclerc e Sainz. Chiaramente nessuno si aspettava che la macchina avesse il potenziale per centrare la prima fila, anche se si era notato che la Red Bull non aveva lo smalto dei giorni migliori.
Il segreto del risultato sta nella gestione delle gomme, quello che solitamente è il tallone d’Achille della vettura italiana. Segno che in Ferrari ci hanno lavorato parecchio trovando le necessarie risposte a quesiti tecnici che potrebbero però ripresentarsi in gara, quando sarà molto più difficile tenere tutto nei parametri.
“Sono stato più ottimista di Charles sin da stamattina. Abbiamo avuto un buon ultimo giro, ma era difficile prevedere quale sarebbe stato il risultato. Dipendeva dagli pneumatici nell’ultimo settore, ma sono sempre stato molto ottimista. Abbiamo preso dei rischi all’inizio partendo con le medie, ma diciamo che i piloti sono riusciti a mettere a punto la guida nell’ultima parte e a gestire gli pneumatici anche nelle ultime curve“, ha così chiuso il team principal transalpino.
Il sentimento generale alla fine delle qualifiche è lo stupore. “Pole? Non ci pensavo assolutamente, non me lo aspettavo”, ha ammesso Leclerc. “Alla fine tutto si è allineato, abbiamo trovato velocità e adesso mi devo concentrare su domani perché va bene la pole, ma dobbiamo vincere e sarà molto difficile. Dovremo concentrarci su di noi, abbiamo avuto un buon passo per tutto il weekend. Sarà una gara difficile, vediamo come andrà. Siamo al primo posto, non so se sono stato il migliore in assoluto ma sono felice del risultato di oggi”.
Carlos Sainz, apparso in difficoltà nei turni di libere, ha di colpo preso in mano la situazione completando la prima fila che fa sognare i tifosi della Rossa: “La sessione è stata molto strana. In realtà tutto il weekend lo è stato. D’improvviso sono migliorato di un decimo e facevo fatica a capire come mai prima andavo più lento e poi di colpo più veloce”.
“E’ difficile capire anche la sensazione con gli pneumatici, erano veramente strani. Ma alla fine siamo riusciti a metterci in una buona posizione per domani. Gara? Sicuramente non siamo forti con tanto carburante, sappiamo di avere le Red Bull dietro, ma partire davanti è un bel vantaggio. Daremo il massimo”.
Il madrileno, nella parte in grassetto, fa un atto di realismo ben conscio che la RB19, quando le distanze si allungano, sale in cattedra. La Ferrari, prima che entrasse in vigore il regime di Parco Chiuso, ha ritoccato gli assetti per cercare di affinare al massimo il setup. La volontà è stata quella di provare a sfruttare appieno tutte le doti della monoposto nel T3, zona della pista dove la trazione ha fatto la differenza. Quella della Ferrari è quindi una prima fila del tutto inaspettata, specie dopo le ultime libere che avevano instillato molti dubbi a piloti, tecnici e ingegneri.
In gara si andrà sapendo di non essere i favoriti soprattutto tenendo in considerazione quanto emerso dai long run effettuati nelle libere. Ma partire davanti e giocarsela a due punte contro Verstappen è un vantaggio innegabile. Bisognerà essere perfetti sul fronte strategico evitando di replicare i disastri di Austin. L’obiettivo è la seconda piazza nel Costruttori e avere una Mercedes a debita distanza è una carta che non può essere sprecata.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari