Una Ferrari SF-23 che nella prima giornata di prove libere del Gp del Messico conferma un discreto feeling con le scelte di setup corrette nelle Fp2. La configurazione aerodinamica al posteriore ha permesso ai piloti della rossa di avere una vettura buona nelle curve lente, capace di ottenere le migliori velocità di punta. Leclerc inoltre, con gomma gialla usata, ha mostrato un passo che può far ben sperare in previsione della gara. Si è però palesata la difficolta nell’amministrazione delle temperature di power unit ed impianto frenante. Questo perché l’aria rarefatta non permette il raffreddamento usuale.
McLaren è la monoposto più precisa in inserimento. Norris, che ha fatto segnare il secondo tempo più veloce, possiede una vettura capace di reagire agli stimoli dati con il volante ed è abile nella fase di rotazione. Inoltre, il passo in dote alla MCL60, basato sulla costanza dei tempi, fa pronosticare una possibile lotta domenica con la Red Bull numero 1. Il re del venerdì è il campione del mondo in carica. L’olandese non possiede la vettura migliore come velocità di punta e rendimento in curva, ma riesce comunque a realizzare il miglior tempo grazie alla costanza in tutte le sezioni della pista.
I grafici telemetrici relativi alle Fp2 mostrano i tre aspetti scritti in precedenza. Già dall’analisi relativa al primo terzo di pista si nota un Leclerc migliore nella top speed, Norris nella velocità minima a centro curva, ma alla fine è Verstappen a far segnare il tempo migliore nel T1. Max fa la differenza nella fase di trazione, in particolare nel cambio di direzione delle curve 1, 2 e 3, dov’è in grado di andare sul gas prima degli avversari.
La SF-23 sfrutta i cavalli della propria power unit e il minor carico aerodinamico dell’ala posteriore per aver la migliore velocità sul dritto: 351 km/h. Inoltre risulta ottima la capacità della numero 16 nell’effettuare il cambio direzione tra curva 1 e 2. Il cambiamento di messa a punto alla barra antirollio della sospensione anteriore, avvenuta nel corso delle Fp2, ha permesso al monegasco di avere maggior prontezza in inserimento.
McLaren invece soffre l’elevata resistenza all’avanzamento. Si può osservare come la differenza di velocità sul traguardo tra Norris e Leclerc fosse superiore ai 4 km/h, diventati 9 alla fine del rettilineo. Ma in uscita da curva 3 l’inglese è il più efficace, grazie alla trazione migliore donatagli dalla sospensione posteriore. Ciò malgrado, come detto, la MCl60 numero 4 mostra una velocità massima alla staccata della 4 inferiore rispetto ai propri competitor.
Dall’analisi relativa al settore centrale di pista, si può notare la differenza di carico tra le varie monoposto. I punti di forza di Ferrari e McLaren vengono mantenuti. Verstappen invece guadagna 5 km/h in staccata del tornante di curva 6 e non alza il piede in curva 9, dove gli altri piloti sono costretti a parzializzare per il 17 ed il 25%. Questo permette al giovane talento di Hasselt di siglare ancora una volta il tempo migliore del settore in questione.
Il grafico relativo al gap mostra come il campione del mondo in carica sia stato abile nel fare la differenza tra curva 4, 5 e 6. Il grande bilanciamento della RB19 ha garantito prontezza nei cambi di direzione. Si tratta di un aspetto delicato, in quanto si va a cercare la massima aderenza da una vettura che, effettuando dei continui cambiamenti di carico, tende a sportasi lateralmente verso l’esterno della pista.
La compostezza donata dal disegno delle sospensioni dà la possibilità di sfruttare al meglio la trazione in uscita, come indica il picco molto anticipato sul gas ottenuto da Max verso curva 6. Spostando l’attenzione su quanto succede tra curva 7 ed 11, si nota ancora una RB19 con la maggiore percentuale di acceleratore. Ferrari paga una bassa velocità minima a centro curva, perdendo parecchia velocità in percorrenza rispetto alla McLaren di Norris.
Il terzo settore si apre con l’utilizzo per l’ultima volta del DRS. La rossa, che consegue la migliore top speed in curva 12, riesce a limitare i danni nella velocità minima delle curve lente. In staccata prima dell’ingresso allo stadio Leclerc è costretto a frenare anticipatamente rispetto gli avversari, per gestire un posteriore più instabile che lo condanna al ritardo di un decino e mezzo da Norris. Il monegasco in linea generale va sul gas più dolcemente e in uscita dal tornantino di curva 14 è costretto ad alzare il piede per controllare l’eccessiva rotazione della monoposto..
La McLaren risulta più che ottima nel conservare le coperture durante l’intero arco del giro. Norris gestisce molto bene la sua monoposto in fase di inserimento curva, trovando ed aggredendo i cordoli con un’estrema facilità. Verstappen è invece il migliore sia in uscita di curva 12 che dalla 16, riuscendo ad andare sul gas prima dei propri competitor grazie alla bontà della sua Red Bull RB19.
In ultima istanza cerchiamo di illustrare, tramite un grafico riassuntivo, quanto descritto nell’articolo in merito alle velocità minime in curva. Il grafico a seguire considera la media delle velocità inferiori e superiori ai 115 km/h. Si tratta di analizzare la prestazione delle monoposto nelle curve lente dove conta il grip meccanico, e in quelle di media velocità dove viene esaltato il carico aerodinamico.
Il grafico mostra nella sua parte superiore un Lando Norris migliore nelle curve lente. L’inglese riesce ad avere una velocità in media 4 km/h superiore rispetto agli avversari. Leclerc si difende bene, seppure paghi un posteriore instabile in fase d’entrata.
Più in basso si può capire quali siano le vetture in grado di generare il maggior carico aerodinamico. La MCL60 è ancora una volta una delle monoposto migliori in tal senso. La Ferrari SF-23, invece, mostra un’auto più scarica che obbliga i piloti a lasciare in pista circa 7 km/h ad ogni piega del tracciato. Hamilton e Perez sono i migliori delle loro rispettive scuderie in tal senso. Lewis esalta il carico generato dagli aggiornamenti portati in Texas e paga “solo” 3 km/h rispetto a Norris.
Autori e grafici: Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo – Alessandro Arcari – @berrageiz