Nel maggio di quest’anno è giunta, un po’ a sorpresa, la notizia che ha riscritto gli assetti motoristici della F1: Honda ha deciso di non dire addio alla serie e di legarsi come partner esclusivo alla Aston Martin. Red Bull, che dell’addio della “Grande H” era consapevole da un paio d’anni, aveva preso a costruire il proprio reparto motori andando a legarsi con Ford che avrà il compito di fornire perlopiù componenti elettriche della power unit 2026.
Le conseguenze del cambio strategico di Sakura sono state molto grandi sulla F1. Ma non solo. Si ritiene, forse sbagliando, che Honda non era mai stata convinta del commiato e che le sue titubanze fossero meno reali di quelle pubblicamente mostrate. Falso. I vertici della casa nipponica erano talmente persuasi di accomiatarsi che hanno quasi dismesso il reparto motori che oggi è in via di ricostituzione. Per tale ragione chi crede che i nipponici siano già preparatissimi in chiave 2026 si sbaglia.
Il comparto è in piena fase di riallestimento e Aston Martin, che ha sposato la causa, è più di un semplice partner dato che sta fornendo anche capitali per riportare la struttura al pieno funzionamento. Si sta lavorando su un doppio binario temporale. Il primo riguarda questa stagione e il biennio 2024-2025. Honda, lo ha ammesso Watanabe, sta lavorando sulla power unit che fornisce a Red Bull nonostante i paletti regolamentari vigenti:
“In termini di potenza e prestazioni, non siamo autorizzati a fare alcun miglioramento ma possiamo ancora fare progressi in altre aree”. Per supportare la sua tesi il dirigente ha portato alcuni esempi tangibili: “La Ferrari ha sviluppato il motore in modo significativo e anche l’ERS (Energy Recovery System) di Mercedes è molto forte. Miglioreremo anche il nostro motore per il prossimo anno in termini di durata. Quindi, c’è sicuramente di più in cantiere“. Honda, in poche parole, “sfrutta” Red Bull per favorire la crescita futura di Aston Martin.
Il secondo binario temporale è quello che investe il futuro ma che condiziona il presente. Luca Furbatto, engineering director della Aston Martin, spiega che diversi summit tecnici sono stati fatti dopo la ratifica dell’accordo arrivata a maggio. I round sono costanti e regolari: il motore 2026 si sta sviluppando rapidamente, sono fitti gli scambi di idee.
Il tecnico italiano ha spiegato che la sinergia con Honda impone nuove assunzioni. E non solo per quanto riguarda il team che dovrà affrontare per la prima volta la progettazione della trasmissione che ora compra dalla Mercedes, ma anche per riassestare il reparto powertrains della Honda che aveva subito importanti defezioni.
La scelta iniziale di chiudere con la massima serie del motorsport, idea rivista in seguito alla semplificazione delle power unit che sono più aderenti alla vision strategica della Honda, ha portato a conseguenze tangibili alle quali ora è necessario rispondere. In Giappone hanno continuato a sviluppare fino al congelamento regolamentare del 2022. Anche i progetti 2026 non sono stati accantonati, ma ci ha messo mano un novero di tecnici molto più ristretto che rispondeva ai dubbi dei vertici sulla possibilità di proseguire.
Molti membri del progetto F1 sono stati riassegnati al comparto produzione stradale. Ma non finisce qua: sono state vendute alcune parti delle strutture a Red Bull Powertrains. Questo dice che attualmente Honda non è la stessa realtà che ha permesso di creare quel gioiello di tecnica che è il motore che equipaggia le Red Bull e le AlphaTauri.
E’ chiaro che bisogna rispondere a questa situazione anche se il CEO Toshihiro Mibe ritiene che il suo gruppo sarà in grado di offrire grandi prestazioni fin dall’inizio. Sulla medesima lunghezza d’onda si sintonizza il capo della HRC, Koji Watanabe, secondo cui Honda non ha perso molto.
Al di là di ciò che riferiscono i plenipotenziari, Honda sta ricorrendo ad una nuova campagna acquisti. La conferma giunge da Tetsushi Kakuda, capo progetto Formula 1 di HRC che non ha fatto mistero che bisogna spingere sulla tecnologia elettrica e che anche sul lato dell’internal combustion engine bisogna fare progressi sensibili per adeguarsi ai carburanti ecosostenibili. Per questo vanno aumentate le risorse umane e portarte almeno al livello precedente. E in questo cammino è decisivo il contributo di Aston Martin che sta investendo capitali propri per supportare l’assestamento della Honda.
Il legame è così solido che si sta pensando di impiantare parte della produzione e della ricerca nel nuovo campus di Silverstone che andrà a regime nel 2025 dopo che, l’anno prossimo, sarà inaugurata anche la galleria del vento di proprietà del team. Honda ha lavorato sull’ICE con un motore monocilindrico che gira sul banco prova e ha rimesso mano alla tecnologia delle batterie potenziate per rispondere ai cambi regolamentari del 2026. Da qualche mese lo sta facendo in collaborazione diretta con Aston Martin.
Dal quadro su descritto non si deve desumere che Honda sia in difficoltà. C’è una continuità tecnica evidente, non si vive la stessa situazione del pre 2015 quando era tutto nuovo. Sakura è pur sempre l’attuale punto di riferimento della F1 e le competenze acquisite non sono affatto smarrite né cedute a terzi. Si tratta solo di riequilibrare il reparto per renderlo più efficace e più aderente alle nuove esigenze.
Kakuda ha sottolineato che possono utilizzare le conoscenze attuali per lo sviluppo del propulsore 2026. La continuità è un fattore chiave e la presenza di alcuni dei membri che hanno fatto le fortune di Honda è un aspetto determinante per definire le basi di un futuro ancora luminoso. Chi opera al progetto F1, pur non avendo mai abbassato la guardia, è rimasto spiazzato dalla giravolta dei vertici della casa.
E’ come se Honda avesse giocato a mettersi in difficoltà da sola. Ma ora la politica è chiara e si sta lavorando per recuperare il terreno perso. In quest’ottica deve leggersi l’accordo con Aston Martin che è disposta – e lo sta dimostrando nei fatti – a metterci capitali e risorse umane per creare un pacchetto che vuole dare filo da torcere ai top team oggi meglio strutturati.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Aston Martin, Oracle Red Bull Racing, Honda