Se Leclerc avesse il potere di riavvolgere il nastro del tempo per riscrivere il presente di certo studierebbe un copione del tutto diverso rispetto a quello andato in scena nel 2023. La stagione Ferrari, quelle delle grandi speranze e del riscatto annunciato, si è trasformata in una lunga e difficile campagna dove sono emerse, per Charles, difficoltà di adattamento ad una monoposto generalmente lenta e con un comportamento che fa evidenzia un fastidioso sottosterzo che ha preteso un cambio forzato nello stile di guida. Ma di questo si parla in un focus successivo che ha risvolti più tecnici.
Questo scritto vuole invece sottolineare che anche in un anno di passaggio e in cui le cose si sono rivelate tutt’altro che soddisfacenti non è tutto da cestinare. Restano gli insegnamenti che fortificano il carattere e accrescono il bagaglio d’esperienza. Elementi preziosi in una F1 sempre più competitiva e nella quale serve ogni piccolo dettaglio per provare a primeggiare.
Il 2023 per la Ferrari è stato un anno di grandi cambiamenti. A partire dalla cabina di comando che è stata affidata a Frédéric Vasseur, una vecchia conoscenza di Charles, per passare al riassetto politico-strategico con il riposizionamento di Inaki Rueda e l’addio di Laurent Merkies, per finire alla rivisitazione del comparto tecnico orfano di David Sanchez, il padre della SF-23 che ha subito qualche contraccolpo da un tale rimescolamento nelle figure apicali.
Forse, in presenza di tali movimenti tellurici, era impossibile aspettarsi qualcosa di diverso da un mondiale di passaggio nel quale, per ora, è arrivata una sola vittoria e, soprattutto, in cui la distanza dalla vetta è cresciuta a dismisura rispetto ad un 2022 che era nato con premesse molto rosee che sono via via appassite per marcire in un finale molto deludente.
Ma le cose sembrano essere cambiate, almeno nell’inerzia. Per Charles, ora, c’è una nuova ancora di salvezza in un mare che si sta facendo via via più placido: Frédéric Vasseur, l’uomo che lo ha svezzato in F1 e sotto la cui ala protettrice si è dischiuso quel potenziale che fa ritenere Leclerc uno dei driver più veloci in griglia.
“Fred mi conosce da molto tempo”, ha esordito il pilota in un’intervista rilasciata a The Race. “Non ci sono state sorprese in un certo senso, perché sapevo esattamente cosa aspettarmi quando Fred è arrivato. E sapevo quanto fosse bravo. Ognuno è diverso. Con Fred c’è sempre stato un legame speciale in passato. È davvero bravo a motivarti quando ne hai bisogno e a calmarti quando ne serve. Ed è sempre stato molto, molto diretto con me”.
Charles ha spiegato che ciò gli serve per dispiegare tutto il potenziale e rendere al meglio è proprio una persona che sappia essere dura quando le cose non funzionano e che sia capace di lodare quando si fa bene. Ragionamento forse banale ma non scontato in uno sport come la Formula 1 dove, a detta del monegasco, è difficile trovare questo tipo di persone.
Chiaramente, per Leclerc, la presenza di Vasseur è un elemento rassicurante dopo che con Mattia Binotto c’erano state delle incomprensioni che, pur celate per il bene della scuderia, sono sembrate evidenti soprattutto nel momento dell’addio dell’ingegnere di Losanna che non è stato oggetto di particolari attenzioni da parte del pilota.
Molti hanno scritto che l’occhialuto manager aveva un rapporto privilegiato con Carlos Sainz, ma questa è un’inesattezza storica alimentata dal fatto che lo spagnolo sia stato scelto in prima persona da Binotto. Ciò che ha reso controverso il rapporto con Leclerc non è una simpatia mai confermata per il compagno di casacca, bensì il modo in cui è stato gestito il team.
L’aver bloccato gli sviluppi della F1-75 e aver gestito non al meglio la questione relativa all’affidabilità sono evidenze che hanno segnato il monegasco che, tra le altre cose, non era soddisfatto di certe strategie ritenute penalizzanti. La mente corre, tra le altre gare, a Silverstone e Monaco 2022. Tanti piccoli elementi che, sommati, hanno incrinato un legame che negli anni precedenti era sembrato più solido.
Come evidenziato nelle righe precedenti, una delle responsabilità ascritte al vecchio corso dirigenziale è una scarsa capacità di reagire agli eventi negativi. Il 2023 ne è pieno ma Leclerc nota un approccio molto diverso. E non è un caso che la SF-23, figlia della vecchia gestione, sia partita male per riprendersi strada facendo. L’esatto opposto della parabola descritta dalla F1-75. Il conducente sottolinea che la risposta della Ferrari ai tanti problemi emersi nel corso del campionato giunto alla sedicesima tappa sia stata migliore rispetto al passato.
C’è soddisfazione circa la maniera in cui il Cavallino Rampante ha individuato sia i punti deboli che le strategie per affrontarli e superarli. La crescita evidente delle prestazioni della SF-23 è un fattore che incute speranza in vista del 2024 che, senza lasciarsi trasportare dall’emotività, deve essere un anno di crescita solida per avvicinarsi sensibilmente alla Red Bull e per tenere testa al ritorno di Mercedes, Aston Martin e McLaren che si fanno sempre più minacciose.
Charles ha sottolineato come Vasseur sia stato abile, dopo un normalissimo periodo di adattamento, ad estrarre il massimo da tutti gli uomini del team, da quelli che vanno in pista a quelli che operano in fabbrica. Leclerc ritiene che il team principal abbia iniziato a dare alla squadra la direzione giusta per intraprendere il cammino verso il successo.
Il dirigente Draveil ha saputo superare l’ordalia del fuoco rappresentata dalla voglia spasmodica dell’ambiente di ottenere tutto e subito. Fred ha impostato piani di medio periodo ben sapendo che sul breve poco avrebbe potuto fare. Una cosa che può non piacere ai piloti ma che serve per programmare con serietà un futuro diverso e vincente.
Ora, sostiene Leclerc lanciando qualche frecciata indiretta alla vecchia gestione, c’è l’impressione che tutti sembrano sapere a cosa stanno lavorando. Vasseur sembra aver dato la giusta spinta ad ogni singolo tecnico per rendere al meglio. Cosa che prima non si verificava, evidentemente. Il nome di Binotto non esce mai, ma l’allusione è più che chiara.
Leclerc è persuaso del fatto che gli errori commessi in passato non saranno più ripetuti e che il team sarà in grado di tenere nei limiti di guardia l’emotività che da sempre caratterizza un ambiente oltremisura passionale. “Credo che passione e emozioni, in alcuni momenti, possano essere elementi difficili da gestire rispetto ad altre squadre – ha spiegato Leclerc – Fred è stato nel motorsport per molto, molto tempo, ed è sempre super razionale e calmo”.
“Ha sempre un’ottima visione di tutto ciò che sta accadendo, sia che siamo in un momento molto difficile, sia che siamo in una fase buona. Le sue emozioni sono abbastanza piatte, in un certo senso. Il che penso sia fantastico per la squadra perché questo rimette tutto sui binari giusti”.
La rinnovata fiducia spinge Leclerc a legarsi ulteriormente alla Ferrari. Lo abbiamo anticipato diversi mesi fa: le trattative per il rinnovo sono più avanti di quanto i protagonisti lascino intendere. La presenza di Vasseur e soprattutto la cura ricostituente che sta somministrando alla scuderia modenese sono stimoli in più a proseguire. “Credo nel progetto tanto quanto mai ci ho creduto prima. Soprattutto da quando è arrivato Fred. Poi è anche chiaro che voglio vincere. Ma credo in questo progetto e sono sicuro che stiamo lavorando nella giusta direzione“.
Parole che non lasciano spazio ad interpretazioni e che confermano che il legame tra Leclerc e la Ferrari è più solido che mai. Evidenza di cui ricordarsi quando si va dietro a certe narrazioni complottiste che vogliono una Rossa avversa, alternativamente, a uno dei due piloti.
Credere che la SF-23 sia una vettura cucita su Sainz è una bufala bella e buona che purtroppo ha imperato negli ultimi mesi per alimentare una guerra di bande stucchevole che sovente è sfociata nel ridicolo. In Ferrari si lavora per il bene del team. Lo fa Leclerc, lo fa Vasseur, lo fa Sainz, lo fanno tutti i dipendenti. Nella speranza che le parole dell’ex Sauber abbiano finalmente portato il dibattito su binari più consoni. E seri.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari