Formula 1

McLaren vuole ispirarsi alla Ferrari per batterla

Mentre i motori sono pronti a scaldarsi per il Gran Premio degli Stati Uniti c’è un team che programma il futuro con serenità e determinazione, fattori che si basano sulla crescita esponenziale mostrata ne corso del 2023. Il riferimento è chiaramente alla McLaren che sbarca negli States con l’intento di superare Aston Martin e di mettersi a caccia di Ferrari e Mercedes che si giocano il secondo posto nella classifica costruttori. 

Ma a Woking non si pensa solo al presente. Gli sguardi – e gli sforzi – sono proiettati al futuro. Zak Brown ha affidato le chiavi del team ad Andrea Stella che ha occupato il posto lasciato vacante da Andreas Seidl volato verso Hinwil dove ricopre il ruolo di amministratore delegato della Sauber. Un uomo che Audi ha voluto fortemente. 

McLaren importa il modello Ferrari

Tornando alle cose di casa McLaren è possibile constatare che la cura Stella ha dato subito i suoi effetti. Il suo programma operativo si è formato negli anni in cui ha lavorato in Ferrari accanto a monoliti della categoria come Michael Schumacher, Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne e chi più ne ha più ne metta. Una palestra professionale svolta con i più grandi, un bagaglio conoscitivo che ora è a disposizione del team che in quegli anni sfidava le rosse con duelli entrati nella storia.

Jean Todt ai tempi della Ferrari

Secondo l’ingegnere italiano le chiavi del successo risiedono nella stabilità interna e nella continuità del lavoro: “La stabilità e la qualità delle persone coinvolte. Questo ricordo di quella Ferrari. Alcuni rinunciarono a stipendi migliori offerti da altri team per restare e creare quella che è stata la scuderia forse più forte di sempre. Quella stabilità e quella continuità nella costruzione ci è mancata in Ferrari nel periodo di Alonso”.

La continuità nei ruoli di quella squadra fu fondamentale ed è quello che sto provando a ricreare in McLaren. Dobbiamo essere ben attrezzati per giocarcela nei prossimi anni alla pari con squadre così forti. Marshall e Sanchez accrescono la forza del nostro organigramma, e il loro lavoro lo apprezzeremo a lungo termine, anche per ciò che concerne i prossimi regolamenti. La crescita attuale è merito di chi sta lavorando già adesso con noi. Già dalla prossima stagione vedremo i frutti della nostra continuità di lavoro con il vantaggio di poter sfruttare appieno le nostre nuove infrastrutture: la galleria del vento, il simulatore e gli impianti produttivi”.


McLaren elimina il deficit strutturale con la concorrenza

E proprio nell’ambito delle strutture che McLaren ha concentrato i suoi sforzi. Solo colmando il deficit con Mercedes, Ferrari e Red Bull sarà possibile agganciarle in pianta stabile e magari superarle. Perché, sotto sotto, l’idea è questa e l’ha esplicitata Lando Norris nei giorni scorsi. La nuova galleria del vento determinerà un vantaggio nel futuro immediato sia da un punto di vista tecnico (la struttura è all’avanguardia rispetto a quella della Toyota usata finora) che da un punto di vista logistico considerando che è immersa nel campus di Woking, cosa che favorirà l’interazione con ogni comparto interno.

Andrea Stella e Lando Norris (McLaren F1 Team) – stagione 2023

Il vantaggio principale è quello di avere la nostra galleria del vento in casa. Prima dovevamo andare a provare in Germania, che dal punto di vista logistico è una sfida enorme. Hai i pezzi pronti e poi devi trasportarli a Colonia, quindi hai evidenti ritardi. La Formula 1 corre molto veloce anche quando si tratta di design. Quindi ora siamo in condizione di accorciare tutti questi anelli che sono molto importanti per la progettazione di un’auto più veloce”. 

Non di secondo piano è il vantaggio economico che l’investimento produce. L’impianto della Toyota veniva affittato riducendo la quota di budget a disposizione. Quelle somme possono ora essere reinvestite in manodopera, ingegneri, meccanici, tecnici e nella produzione di parti di automobili.

Ovviamente la struttura tedesca non era da buttare visto che, per ammissione di Stella, gli aggiornamenti montati in Austria e a Singapore, ossia quelli che hanno messo le ali alla MCL60, sono stati sviluppati nell’impianto della Toyota. Questo lascia ancora più fiducia perché il wind tunnel di Woking è più efficace e permetterà una comunicazione più repentina. 

Su queste evidenze si fonda la fiducia della McLaren che è ben sintetizzata nello Stella-pensiero: “Come team ovviamente guardiamo avanti e siamo qui per avere successo; siamo qui per vincere gare e, a un certo punto, per vincere campionati. Quello che possiamo fare è rendere la macchina sempre più veloce. Possiamo fissare degli obiettivi, ma non si progredisce con la definizione degli stessi. Si cresce con il lavoro che si fa ogni giorno, implementando la visione, rendendola concreta. Questo è davvero il nostro obiettivo“.

Woking, sede della McLaren F1

Per rendere reali le intenzioni e trasformarle in una macchina vincente, la storica scuderia inglese può fidarsi di un uomo che in meno di un anno ha rivoltato come un calzino la scuderia portandola dalle retrovie ad essere seconda forza tecnica dopo la Red Bull. Andrea Stella, cresciuto in Ferrari, è l’ennesima plastica dimostrazione che Maranello possiede gli strumenti per far bene anche se non sempre riesce ad applicarli. E questo è un monito per chi dirige le cose ai livelli più alti. 

C’è stata una stagione in cui la Ferrari dettava legge e non è un caso che è coincisa con la delega della proprietà ad uno staff competente, capace e libero di prendere decisioni in autonomia. Ciò che Stella ha imparato e ciò che sta portando in McLaren che, consideratela una beffa, spera di battere il Cavallino Rampante con le metodologie operative da questo postulate nell’era Todt.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, McLaren, Scuderia Ferrari

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