Cambio di scena, cambio di prestazioni. Questa è la speranza di cui si nutrono in Mercedes. Suzuka non ha di certo aiutato la W14 che ha perso altri punti rispetto ad una Ferrari che è in progressione costante. Le lunghezze di distanza sono venti, pochine se si considerano i punti messi in palio dagli ultimi sei gran premi caratterizzati da ben tre sprint race, il format che caratterizzerà il GP del Qatar.
Il Losail International Circuit è composto da ben 16 curve, con la presenza di un solo rettifilo, quello del traguardo, che misura 1068 metri di lunghezza. I tratti guidati sono parecchio selettivi visto che presentano diverse tipologie di pieghe da affrontare a differenti velocità, con angoli e raggi che sono molto variabili.
Per fronteggiare tali sfide tecniche saranno fondamentali due aspetti su tutti: carico aerodinamico e avantreno reattivo. Losail è un tracciato front-end, che richiede un certo quantitativo di carico ma che non è esigente sul fronte dell’efficienza aerodinamica. Elementi che fanno immaginare che la W14 potrebbe essere in grado di comportarsi bene.
Ma non bisogna arrivare a conclusioni affrettate. L’obiettivo per la tappa qatariota è tenersi dietro le Ferrari, cosa non semplice visti gli ultimi andazzi. La Red Bull è là davanti e nessuno la contrasterà, la McLaren potrebbe nuovamente giocare il ruolo di seconda forza. Pertanto si punta a non perdere altri punti sul duo Sainz-Leclerc che arriva piuttosto agguerrito alla tappa mediorientale.
Caldo e limitata possibilità di testare le auto saranno le sfide più difficili da affrontare e da vincere. In Mercedes non sempre si è trovato l’assetto al primo colpo e questo aspetto va considerato nell’economia del weekend. Stranamente, della stretta attualità, Lewis Hamilton ha parlato ben poco: “Mi piace questa pista e questo scenario, penso sia così per tutti. Ci attende un weekend intenso con tanto caldo e condizioni ideali”.
Queste le scarne dichiarazioni su Losail, per il resto il sette volte iridato si è concentrato sul futuro, come se fosse quello l’unico cruccio: “Tutti sono a testa bassa e lavorano al massimo. Nessuno è soddisfatto del livello nel quale siamo e degli ultimi due anni. La voglia di vincere è immutata. Io ho la responsabilità di dare tutto nel corso del weekend perché so quanto si impegnino in fabbrica”.
“Non importa quale sia la forma – ha spiegato Hamilton in relazione alla nascente W15 – Non posso dire se sarà veloce. Posso parlare del lavoro che stanno facendo i ragazzi, ho fiducia al 100% che riusciranno a mettere insieme il tutto. Dalla mia esperienza in tutti questi anni, non sono un aerodinamico, ma quando vai nella galleria del vento, è sempre molto emozionante”.
Da ricordare che in settimana, nel solito debrief social che fa la Mercedes sui suoi canali, è giunta l’ammissione che la vettura della prossima stagione sarà totalmente diversa nelle forme che intendono abbandonare del tutto ogni riferimento al concept zero sidepod. La strada che verrà battuta, ormai è arcinoto, è quella definita dal maestro Newey.
Da questi discorsi si è tenuto (non del tutto) lontano Russell che è più focalizzato su ciò che è stato e su quello che dovrà essere a brevissimo: “Le polemiche di Suzuka? Non penso ci sia molto d’aggiungere, tutto è stato chiarito. Io e Lewis eravamo su strategie diverse e, come spesso capita, subito dopo la gara le emozioni sono forti e magari si esagera nelle dichiarazioni. Dopotutto quello che è successo a Miami, a parti invertite, era stato gestito bene dal team”.
“Ci abbiamo provato – ha proseguito George – Io in primis ero consapevole che sarebbe stato davvero difficile chiudere con un solo pit-stop su una pista simile. Per la situazione di classifica attuale, e per come procedeva la gara, dovevamo azzardare. Dopotutto non abbiamo perso nulla”.
Archiviato il passato recente Russell ha parlato di cosa attendersi per il weekend qatariota. “Siamo su una pista con tante curve veloci per cui vedremo come ci comporteremo. La Sprint Race potrebbe rimescolare molto la situazione, ma penso che Verstappen sia il favorito davanti alle McLaren. Noi lotteremo con le Ferrari per la seconda posizione nel campionato costruttori. Un risultato che sarebbe importante, ma lo sarà molto di più progettare la macchina giusta in vista del 2024”.
Nella chiosa anche George non ha potuto non fare riferimento al 2024 che, a questo punto, sembra una vera e propria ossessione. E non c’è nulla di cui sorprendersi perché Mercedes non è a suo agio nel ruolo di inseguitrice di lusso. Difendere un secondo posto dopo aver alzato bandiera bianca nelle classifiche iridate non è nel DNA degli anglotedeschi.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1