Deve esserci qualcosa nell’aria texana che stimola la Mercedes ad introdurre novità per le sue vetture. L’anno passato, ad Austin, la W13, ottenne un pacchetto di aggiornamenti che le fece fare un netto balzo prestazionale da cui scaturì la doppietta brasiliana e tutta una serie di prestazioni di rilievo che la trasformarono nella seconda forza in pista anche se, alla fine del campionato, non fu possibile raggiungere la Ferrari che chiuse alle spalle della Red Bull.
Dodici mesi fa c’erano esigenze diverse ma per certi versi analoghe. Gli update, sostanzialmente, servivano per far progredire la macchina anche in vista del 2023. Si riteneva, dopo aver curato il mezzo dal pompaggio aerodinamico, che il concept zero sidepod avesse un futuro radioso e quindi si introducevano delle migliorie che avrebbero rappresentato la base del modello che quest’anno ha debuttato nei test invernali ma che subito è stato bocciato aprendo ad una rivoluzione concettuale avviatasi a Montecarlo e che si completerà col modello 2024.
A distanza di un anno gli uomini di Brackley si trovano a riaggiornare la vettura proprio negli Stati Uniti. Ma stavolta non lo faranno ritenendo che la filosofia ibrida attuale (un misto del retaggio “slim” e del corso inaugurato dalla Red Bull verso il quale tutti stanno convergendo) possa avere un futuro. L’intento di James Allison e dello staff che guida è quello di testare parti inedite con la consapevolezza che tutto il contorno sarà profondamente rivisto.
Anche se Lewis Hamilton, recentemente, ha affermato che nessuna macchina viene cestinata perché rappresenta un qualcosa su cui si è lavorato imparando e progredendo, nei fatti la creatura concepita da Mike Elliott sarà merce per musei (come ogni vettura di F1 d’altro canto) ma senza concedere lasciti concettuali visto che, dopo due anni di nuovo contesto tecnico e con altri due prima di entrare in un’era ancora parzialmente ignota, Mercedes ha la necessità di tornare a vincere o quanto meno a competere stabilmente per il gradino più alto del podio. E per farlo deve copiare i migliori, non c’è altra via.
Proprio per preparare il nuovo corso la W14 viene usata come un laboratorio viaggiante. Al Circuit of the Americas debutterà nuovo fondo che possiamo definire un raccordo tra ciò che è stato è quanto sarà nel 2024. “Ad Austin porteremo in pista un nuovo fondo, ma non aspettatevi passi in avanti importanti. Guadagneremo qualcosa dal punto di vista cronometrico, ma il vero scopo è capire se siamo sulla strada giusta per il prossimo anno”, ha spiegato Allison, il “padre adottivo” della W14.
Le vetture sfornate dalla factory di Brackley nell’ultimo biennio sono state caratterizzate da una fastidiosa linea di continuità: la presenza del porposing. Molto accentuato nella W13, decisamente limitato nella W14. Ma non del tutto sparito. Cosa, questa, che induce i tecnici a far girare le vetture ad altezze non ideali abbassando sensibilmente la quota carico totale. Specie al retrotreno che, non a caso, è il punto debole dell’auto. L’obiettivo in casa Mercedes è quello di liberarsi completamente e definitivamente di un fenomeno gravemente condizionante delle performance.
Il nuovo pavimento, quindi, si propone proprio di controllare il pompaggio aerodinamico per favorire assetti più efficaci frutto di un’altezza d’esercizio finalmente più consona a sfruttare al meglio i canali Venturi. Ovviamente il “pacchetto COTA” non rappresenterà il classico colpo di spugna, ma dovrebbe essere, se funzionasse, uno step verso un W15 finalmente ripulita del fastidioso fenomeno.
Una fase delicata, questa, perché i margini di manovra sono risicati e quelli d’errore praticamente inesistenti. Se si sbaglia in questi mesi Mercedes sarà costretta ad un’altra annata da inseguitrice. E il ritorno di team come Aston Martin e soprattutto McLaren rischiano di ricacciare gli ex campioni del mondo nel ventre molle della griglia.
Il direttore tecnico ne è consapevole: “La vettura 2024 sarà importante perché avremo ancora due anni per provare a vincere il mondiale considerati i cambi di regolamento previsti nel 2026. La macchina del prossimo anno sarà la base di quella della stagione successiva. Quando una vettura nasce bene, è più semplice sbloccarne il potenziale”.
La chiave di tutto è il passaggio in grassetto su riportato. A Brackley sanno di non possedere la bacchetta magica e non si aspettano recuperi mirabolanti. Ma hanno capito, anche osservando quanto fatto a Woking, che definire una base di sviluppo solida non afflitta da problemi come il porpoising, è l’unica via per risalire la china.
Per due anni i tecnici anglotedeschi hanno passato tempo a risolvere le problematiche per poi far progredire cronometricamente il mezzo. Ora si vuole invertire la rotta partendo da fondamenta solide sulle quali impostare programmi di sviluppo immediatamente centrati ed efficaci.
Ecco perché la W15 dovrebbe essere completamente diversa rispetto alla macchina attuale nelle forme e nei principi. Solo così si può chiudere con un passato che si sta scrivendo ancora. Austin rappresenta la prima tappa verso un futuro tecnico diverso per il quale, non a caso, sono state affidate le chiavi della progettazione ad Allison togliendole dalle mani di Mike Elliott che ha fallito nel suo ruolo di direttore tecnico.
In Mercedes vogliono tornare a vincere il titolo prima della nuova evoluzione normativa. Ecco perché si sta accelerando sullo sviluppo e si proverà ad azzardare per chiudere la distanza dalla Red Bull. Muoversi con circospezione non è ritenuto utile, serve uno strappo netto.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1