Formula 1

Mercedes “non sa attendere”. W15: base semplificata, ma concetti ancora innovativi

Mercedes ha un condottiero strepitoso. Si chiama Toto Wolff, cinquantuno anni, è nato a Vienna e dirige la scuderia tedesca dal 2013. Due lustri nei quali il team di Brackley ha fatto indigestione di titoli: 7 mondiali costruttori e 7 piloti, 6 conquistati da Lewis Hamilton e 1 da Nico Rosberg. Ma le cose belle non durano per sempre e oramai non si vince più. Complice il nuovo corpo normativo che ha trasformato a livello tecnico la massima categoria del motorsport.

Scenario nel quale Red Bull ha mostrato tanta agilità di movimento, di fatto trasformandosi nel vero e unico punto di riferimento per le soluzioni scelte e messe in pratica quanto mai azzeccate. Adrian Newey ha saputo leggere tra le righe del regolamento tecnico centrando appieno l’obiettivo. Il “geniaccio” di Stratford-upon-Avon ha capito da subito, sulla carta, quanto per questa nuova generazione di vetture fosse importante l’efficienza aerodinamica.

Se con la RB18 il carico non era sempre all’altezza della comunque buona F1-75, vettura azzoppata dalla direttiva TD039 concernete l’altezza del fondo dal piano di riferimento (asfalto), la questione è stata risolta con la monoposto successiva. È stato fatto mantenendo la caratteristica principe suddetta: parliamo della RB19, una vettura capace di dominare la scena grazie all’assenza di veri punti deboli.

Adrian Newey (Oracle Red Bull Racing), direttore del gruppo tecnico della scuderia Oracle Red Bull Racing

E in tutto questo Mercedes? Beh… sappiamo bene cosa sia successo durante le ultime due annate. Non serve ripetersi. Piuttosto possiamo focalizzare la nostra attenzione su scelte e comportamenti della scuderia di Brackley, che di fatto hanno prodotto i risultati attuali non soddisfacenti. Una condizione di fondo limitante auto inflitta in fase di progetto che pure sulla W15, ne parliamo dopo, in parte verrà riproposta. “Chi pecca del suo mal pianga a se stesso”, un detto sicuramente azzeccato per l’occasione.


Mercedes W15: in attesa di riproporre i domini passati si punta ancora sull’innovazione

Apriamo il secondo blocco dell’articolo con una considerazione personale già espressa sui social. Si nota una certa mistificazione relativa al comportamento di Toto Wolff in relazione alle sue parole. Un atteggiamento assai umile del team principal che in sostanza ammette come nell’attuale campagna agonistica abbiano capito poco o nulla. Su queste affermazioni si può riflettere grazie a un ragionamento che commenta il mero accaduto.

Partiamo dal presupposto che, senza ombra di dubbio, interpretare al meglio un nuovo regolamento tecnico scoprendone pregi ed eliminandone difetti non è certo semplice. Tuttavia, almeno in buona parte, la verità sembra essere un’altra: Mercedes aveva l’intenzione di “fare il botto” tramite un concetto innovativo (“zero pod”). Era convinta di riuscirci e di conseguenza stracciare per completo la concorrenza. Per questa ragione gli ingegneri hanno deciso di esplorare scenari sconosciuti, ben consci dei rischi a quali inevitabilmente erano soggetti.

Toto Wolff, team principal e CEO Mercedes AMG F1

Proprio per questo, più che “incapacità” o difficoltà nel capire i punti salienti del regolamento, in fase di progetto con le gambe sotto il tavolo, hanno deciso di complicarsi tremendamente la vita. Il tutto, è ovvio, per nutrire un anelito alquanto glorioso. Così non è andata però e il castello di carte è crollato dopo la prima folata di vento. Nonostante questo gli ingegneri sanno bene cosa non ha funzionato e cosa invece funzionerebbe.

All’interno dell’attuale contesto è complicato trovare la correlazione tra galleria del vento, simulatore e pista. Tutto vero. Peccato che tale panorama valga anche per chi ha scelto concetti meno complicati. Ecco perchè, ridurre a questo singolo argomento la causa delle annate fallimentari abbraccia una certa “paraculaggine”, pratica nella quale “Totone” possiede più di un master (ha i quadretti appesi in ufficio). C’è poi da aggiungere una cosa che riguarda il futuro, Mercedes W15

Si parla di un “controsorpasso” su Red Bull nella stagione 2026, dove pertanto il target pare fissato a lunga scadenza. Ma in questo caso si tratta di come approcciarsi all’ulteriore cambio normativo. Non farsi trovare impreparati e tornare al domino. Il desiderio esiste e i mezzi per metterlo in pratica anche. Eppure nel mezzo ci sono ancora due campionati, tempo nel quale Mercedes non ha alcuna intenzione di recitare ruoli marginali.

Pur sapendo che recuperare terreno sulla strepitosa scuderia di Milton Keynes sarà molto difficile, come abbiamo anticipato qualche settimana fa tramite uno scritto dedicato, il reparto tecnico tenterà ancora di percorrere una strada innovativa. Partendo da un foglio semi-bianco, infatti, si cercherà di inserire su una base decisamente più semplice e funzionale alla causa altre impostazioni rivoluzionarie.

Parliamo di una monoposto che dovrebbe abbandonare la veste total black in favore della grigia, sommato a nuovi concetti aerodinamici e una power unit più potente grazie al ri-alloggiamento di varie componenti interne. Pertanto, benché sostenere che sarà messo da parte quello che non si è compreso risponda a verità, una puntatina verso la sorte per trovare una risalita verso la vetta farà nuovamente presenza. D’altronde il lupo perde il pelo ma non il vizio. Wolff, anche se ha una “effe” in più nel cognome, lo sa bene…


Autore: Andrea Bovone

Immagini: Mercedes AMG F1 Team

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