Formula 1

La tramortente Red Bull può riaccendere l’interesse nel finale di stagione

Il Gran Premio degli Stati Uniti ha offerto così tanti spunti che la vittoria di Max Verstappen, l’ennesima, è quasi passata in secondo piano. Si chiama sindrome da abitudine e si verifica quando gli esiti di un evento sono noti prima che questo si consumi. Insomma, i trionfi della Red Bull non fanno più notizia. A tenere banco sono fatti correlati, dinamiche che normalmente dovrebbero essere secondarie. Il rovescio della medaglia di un dominio tanto ferreo quanto noioso.

La F1 corre rapidamente verso l’epilogo. Quattro le gare da disputarsi, due che si consumeranno a raffica nei weekend che stanno per arrivare. Città del Messico la prima tappa, San Paolo del Brasile l’altra. Poi ci sarà la novità Las Vegas e l’ultima a giochi super chiusi ad Abu Dhabi. Considerando quanto osservato sino ad oggi il refrain dovrebbe essere lo stesso anche in questo poker di gran premi: Verstappen a dettar legge e gli altri ad agitarsi per raggiungere quegli obiettivi secondari che in questo momento tengono vivo lo stanco carrozzone.

Ma l’avvicinamento al Gp del Messico presenta un piccolo elemento di novità, un qualcosa che può contribuire a renderlo un po’ più speziato. Ed è proprio la Red Bull ad offrire questa possibilità. Il riferimento non è alla querelle che da qualche giorno tiene banco e che verte sui presunti dissidi tra Helmut Marko e Christian Horner; la questione è riferita direttamente ai due piloti tra cui si è creata una tensione indiretta proprio sul finire dell’evento texano. 

Sergio Perez fuori dalla sua RB19 dopo l’incidente nella Sprint Race del Gp del Qatar

Veniamo ai fatti. Dopo i 56 giri effettuati al Circuit of the Americas, durante la cerimonia della premiazione dei primi tre, fischi e mugugni si sono levati quando l’olandese è stato insignito della coppa del vincitore. Facile individuare i responsabili. Dopo le rimostranze si è alzato il coro “Checo, Checo” proprio a voler certificare la matrice messicana dell’atto. Max, come sempre tagliente e un po’ fastidiosamente superiore a tutto ciò che lo circonda, non si è smosso di un millimetro per poi dichiarare, da lì a poco, “Alla fine sono io a portare a casa l’argenteria, quindi per me va bene”.

Poche parole che in effetti smontano la protesta e mettono a tacere i protestanti. Dinanzi ai fatti c’è ben poco a cui poter replicare. Max, agli occhi dei tifosi messicani, sconta non solo l’aver cannibalizzato il campionato lasciando poca gloria a Perez, ma anche il fatto di essere diventato il perno del team relegando il compagno di squadra nella scomoda posizione di spalla senza poteri. 

Una situazione nella quale Perez è finito anche per via del continuo lavoro ai fianchi di Helmut Marko che di certo non ha messo in condizione il pilota di Guadalajara di dare il meglio. Il consulente del team austriaco ha messo più volte sulla graticola Sergio postulando dubbi sulla sua permanenza futura. Ancora, l’ottantenne di Graz, negli scorsi mesi, si era anche macchiato di frasi di stampo razzista nei confronti dell’ex Racing Point alle quali poi erano seguite delle scuse per le quali l’intero ambiente della F1 aveva spinto.

Marko sa di aver acceso gli animi e ha provato a smorzare i toni parlando dei messicani come di gente molto amichevole e corretta asserendo che è solo una sparuta minoranza a non mantenere un atteggiamento sportivo. Tra qualche giorno capire se le quote sono quelle descritte dal Dottor Helmut che, nei fatti, è il punto di riferimento di Verstappen del team come abbiamo avuto modo di capire nella tensione con Horner. E anche di questo la fanbase messicana non è poi così entusiasta.

Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing) a bordo della sua RB19 – F1 Sprint – Gp Usa 2023

Red Bull: Perez in cerca di riscatto

E’ logico ritenere che Sergio Perez arrivi a casa sua col dente piuttosto avvelenato e che covi sogni di vendetta sportiva da consumarsi davanti al pubblico amico da mandare in visibilio. Il secondo posto nella classifica piloti è una questione marginale anche perché, dopo la squalifica di Lewis Hamilton e con 39 lunghezze di vantaggio sul britannico, appare ormai una formalità. L’obiettivo vero è quello di vincere per spostare un po’ i riflettori dal collega superstar.

Il messicano, che ad Austin ha chiuso quarto dopo una buona rimonta, sa che deve fare di più per infastidire Max. A parole pare di aver individuato i problemi, ma non è la prima volta che lo afferma senza dar seguito alle intenzioni che tali restano. “Credo che sappiamo cosa abbiamo sbagliato durante il weekend del Gp degli Stati Uniti, quindi siamo molto ottimisti per le gare future. Dobbiamo fare in modo di imparare da questo fine settimana, in quanto ci sono alcune buone considerazioni da fare per il Messico. C’è un po’ più di ritmo e non vedo l’ora di correre il mio gran premio di casa”.

Basterà per avere la meglio di un Max Verstappen che due giorni fa, in macchina, è apparso piuttosto nervoso quando Hamilton rosicchiava decimi di secondo e lui lottava con i freni della RB19 e col povero Gianpiero Lambiase che spesso si traveste da parafulmine incassando gli strali un po’ sopra le righe di un pilota fenomenale che forse deve imparare ancora a gestire al meglio certe frustrazioni che sorgono nel normale esercizio della guida?  

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) festeggia il terzo titolo del mondo, Gp Qatar 2023

Proprio quegli audio piccati danno la cifra di quanto Max sia ancora affamato. Se lui e Perez dovessero trovarsi in un duello ravvicinato statene certi che non alzerà il piede. Non lo fece l’anno passato, in Brasile, quando non volle aiutare il collega nella rincorsa al secondo posto in classifica. Una piccola vendetta per l’episodio in cui Perez, a Monaco, giocò non proprio pulito con una maliziosa toccata durante le qualifiche che mise fine al turno relegando Verstappen alle sue spalle. Un “regolamento di conti” covato per mesi e che alla bisogna è stato ripagato con gli interessi. 

Non ci sono da registrare particolari tensioni tra Sergio e Max, è l’ambiente che li circonda ad essere bollente. E questa potrebbe essere la miccia per far detonare un gran premio che in condizioni normali non dovrebbe deviare da schemi già osservati. A patto che Perez si ricordi come fare per incollarsi all’olandese. Cosa che non si verifica da tempo immemore…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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Pubblicato da
Diego Catalano