Per Andretti, dopo aver soddisfatto le richieste del bando di concorso aperto dalla Federazione Internazionale dell’Automobile, è iniziata la sfida più dura per guadagnarsi l’ingresso in F1: persuadere la FOM, un soggetto tutt’altro che facile da remissivo perché alle spalle ha i dieci team che spingono in maniera compatta affinché il muro eretto della serie resti solido e alto.
In prima battuta Andretti avrebbe voluto debuttare nel 2025, ma una serie di motivi stanno spingendo l’ex pilota a prendere tempo perché ha compreso che il suo ingresso potrebbe essere ratificato solo dopo la costituzione del nuovo Patto della Concordia che potrebbe contenere al suo interno una clausola anti diluizione triplicata. Un obolo che il buon Michael sarebbe quasi rassegnato a sborsare pur di vedere la sua causa accolta.
Per questa ragione Andretti aveva fatto scadere il pre accordo siglato con Alpine per la fornitura di power unit. Una mossa mirata a capire gli sviluppi di altre situazioni. Nel frattempo, ne avevamo dato conto nei giorni scorsi, Cadillac aveva confermato il pieno supporto del gruppo di riferimento, General Motors, che ora stava pensando seriamente di scendere in campo con un propulsore proprio piuttosto che acquistare quelli transalpini per piazzarsi su lo scudo bardato da allori metallici.
Dal quartier generale era arrivata una precisazione che spazzava via il campo da ogni illazione: “GM è impegnata a collaborare con Andretti per correre in F1“, afferma Mark Reuss, n°1 di General Motors, come riporta l’agenzia AP. La collaborazione tra Andretti e Cadillac riunisce due entità uniche costruite per le corse, entrambe con un lungo pedigree di successi negli sport motoristici a livello globale“.
La nota è chiara e non si presta ad interpretazioni di comodo: Cadillac sarà in F1 solo accanto ad Andretti. O con lui o non se ne fa nulla. A rafforzare questo legame è giunta una notizia molto importante: il motorista americano si è registrato presso la Federazione Internazionale dell’Automobile per entrare in Formula Uno come costruttore di propulsori a partire dalla stagione 2028.
Si tratta di un altro passo formale verso la concretizzazione della candidatura. La mossa serve a mettere pressione su Liberty Media Corporation che deve sbrigarsi a dare un parere. Per spingere ulteriormente la causa, i vertici di Andretti LCC saranno a Las Vegas per parlare di persona con Stefano Domenicali, con Greg Maffei che dovrebbe far capolino tra i casinò e forse con i team principal più influenti. I soggetti che possono determinare l’accelerata decisiva sbloccando l’impasse.
Mark Reuss, in una nuova uscita pubblica (si fanno sempre più insistenti, la strategia è ormai chiara) ha dichiarato: “Siamo entusiasti che il team Andretti Cadillac F1 potrà essere supportato da un propulsore GM. Con la nostra profonda esperienza ingegneristica e di corse siamo fiduciosi che svilupperemo una power unit di successo e posizioneremo Andretti-Cadillac come un vero team ufficiale. Correremo con i migliori e ai massimi livelli. Lo faremo con passione che contribuirà ad elevare il valore dello sport in tutto il mondo“.
Il dettaglio succoso è che i primi test su un motore monocilindrico sono già iniziati in attesa di sviluppare anche la parte ibrida in ottemperanza ai regolamenti 2026. Ovviamente, se fosse confermata la data d’ingresso, servirebbero due anni ponte con un altro motorista. Ecco che la soluzione Alpine-Renault tornerebbe in auge visto che Luca De Meo, AD della Losanga, non ha chiuso ad una nuova negoziazione.
Risulta inverosimile, infatti, che Andretti possa decidere di chiedere lo slittamento al 2028. Quella è una data individuata dal motorista per approntare un propulsore efficace e per presentarsi nel circo dei gran premi davvero pronto, senza quel ritardo che accusò, nel 2015, Honda che impiegò molto tempo per mettersi al pari della concorrenza.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Andretti