Formula 1

Ferrari: quando il saggio indica la luna (Red Bull), lo stolto guarda il dito (Mercedes)

Serviva una Ferrari perfetta, si è vista una Ferrari generosa. Nel momento in cui bisognava infierire sull’avversario in difficoltà, leggasi Mercedes, Maranello, invece di dare la stoccata mortifera, ha teso la mano. 22 erano le lunghezze di distacco prima del Gran Premio del Brasile, 20 sono dopo. Solo due punticini recuperati con una sprint di mezzo e soprattutto con una W14 disastrosa, di sicuro nella versione peggiore vista in stagione. 

Con due gare da disputare le possibilità di rimonta si fanno sempre più esigue, anche perché McLaren si conferma seconda forza, Sergio Perez sembra essere tornato a fare ciò che sapeva fare (guidare) e le Aston Martin sono risorte come la fenice. In questo contesto si rischia di correre per posizioni meno nobili che di punti ne offrono pochini. 

Frédéric Vasseur, da qualche gara a questa parte, invocava la perfezione. Ma anche ieri la Rossa è stata tutt’altro che precisa. E non è la prima volta che uno dei due piloti è costretto a guardare la gara dai box sin dalla partenza. In Qatar era successo a Sainz, ieri è capitato a Leclerc in una maniera ben più rumorosa: una figuraccia in pieno stile per il Cavallino Rampante, inutile trovare espressioni buoniste che non fotograferebbero le cose per quelle che sono. 

Dal Gp paulista c’è ben poco di buono da portare a Maranello. la SF-23 è stata la quarta forza in griglia. E aver battuto (bene) la Mercedes senza praticamente recuperare nulla è un demerito ulteriore per un team che non vede l’ora che questo mondiale 2023, un vero calvario con un solo acuto, termini. 

Il momento del ritiro di Leclerc durante il giro di schieramento del Gp del Brasile 2023

Sarebbe superfluo fare una cronistoria della gara, il momento topico è quello che si verifica nel giro di formazione. La Ferrari n°16 si gira toccando le barriere all’esterno della Curva Ferradura. Apparentemente sembra un errore del pilota, ma poco dopo, grazie ad un team radio eloquente, si svela l’arcano: Charles afferma di aver avuto un problema idraulico. Il ferrarista non può far altro che dire addio alla gara con tanto di mazzata alle speranze di chiudere dietro la Red Bull.

A caldo, mentre i colleghi giravano in pista, Leclerc ha parlato. E non era per nulla felice. “Quest’anno sicuramente non è stato dei più fortunati per me. Forse un viaggio a Lourdes mi aiuterà, non so che fare. Ho perso l’idraulica del volante prima, poi le ruote posteriori si sono bloccate da sole e sono finito a muro. Oggi non potevo fare niente. Sono arrabbiato e dispiaciuto. Era tutto apparecchiato per fare bene in gara e alla fine torno a casa dopo neanche tre curve. Fa male. Il meglio che posso fare è fare bene in macchina. Quando rimetterò il casco tutti possono contare sul fatto che darò il 150%. Ora però fa male: ne parleremo con il team“.

Ma quel che ha colpito è stato un piccolo conciliabolo con un uomo della scuderia a cui Charles chiedeva la natura del problema ricevendo una risposta evasiva che il pilota non ha nascosto affermando di non poter parlare. Misteri buffi che rendono la situazione ancor più spiacevole. Calmate le acque e riportate le temperature umorali sotto le soglie di guardia, il monegasco è sembrato più posato nelle parole rilasciate ai canali della Ferrari

E’ stata una giornata deludente per me. Partendo dalla prima fila speravamo di conquistare punti importanti per il Mondiale Costruttori, ma purtroppo mi sono ritirato ancora prima del via. All’ingresso di curva 6 nel giro di formazione ho perso improvvisamente il servosterzo e le ruote posteriori si sono bloccate mandandomi contro le barriere. Ora penso soltanto alle due ultime gare di stagione: lotteremo fino all’ultimo per concludere il campionato con la migliore posizione possibile.Darò tutto già a Las Vegas fra due settimane”.  

Charles Leclerc ritorna mestamente ai box dopo essere stato appiedato dalla sua Ferrari SF-23 nel giro di schieramento del Gp del Brasile 2023

In effetti l’inedito circuito americano potrebbe offrire qualche chance alla SF-23 visto che potrebbe esaltare le doti velocistiche della vettura e la buona trazione sempre mostrata in questo campionato. Ma questo è un discorso che sarà affrontato più in là, ora è necessario capire cosa sia successo non solo in termini di affidabilità ma anche sul fronte prestazionale visto che la macchina, dopo una buona prima fila, è caduta in una specie di anonimato tecnico. Peccato non aver visto Charles in azione col suo treno di gomme soft nuove a disposizione. Cosa che accresce il rammarico.

Amarezza che non nasconde Vasseur che non usa giri di parole: “È più che deludente quello che è successo con Leclerc. Avevamo puntato tutto sulla gara, non avevamo usato un set nuovo in qualifica per destinarlo al GP. Avremmo potuto fare la gara con tre set di gomme nuove, e sarebbe stata un’enorme opportunità per noi, ancor più guardando il risultato degli altri. Sicuramente è deluso Charles così come siamo delusi noi, ma è andata com’è andata”. Un coltello rigirato nella piaga pulsante. 

Ferrari, la luna e il dito

Sulla natura del problema queste le osservazioni del manager francese: “Non ne abbiamo ancora capito il motivo, dovremo analizzare la vettura. Dobbiamo concentrarci sulla prossima gara perché in questo weekend avevamo un passo migliore della Mercedes e avremmo potuto recuperare molto. È stato un problema del sistema che dirige il motore e che si è spento, ma ancora non conosciamo la causa. Non è stato un errore del pilota, capisco perfettamente la sua reazione”.

Vero Fred, la Ferrari è andata indiscutibilmente meglio della Mercedes. Ma ha pagato cinquanta secondi dal solito Verstappen e non è mai stata in grado di vedersela con Lance Stroll, uno che in stagione si ricorda non di certo per cose rimarchevoli. Su questo va fatta una riflessione profonda anche se, a fine gara, l’ex Sauber cerca di dare una spiegazione che onestamente convince pochissimo. Leggete, poi ognuno si farà la sua idea. 

Frederic Vasseur, team principal della storica Scuderia Ferrari

Il problema è che quando parti dietro fai tutti i giri di mezzo secondo più lenti. E così il divario aumenta. Oggi ovviamente non avevamo il passo di Verstappen, ma non è rappresentativo. Non c’è dubbio sul fatto che non potessimo reggere il passo di Max, ma partendo con Charles davanti, con aria più pulita, saremmo stati più veloci“. 

La sensazione è che non si voglia guardare convintamente in faccia alla realtà perché tra Carlos e Max c’è un insieme che comprende la solita McLaren e la Aston Martin che, con un colpo di reni, ha iniziato a far funzionare il pacchetto introdotto ad Austin e che fin troppo presto era stato bocciato dalla critica mentre gli uomini di Silverstone predicavano calma. 

Tra 10 giorni torneremo a Las Vegas e oggi abbiamo dimostrato di avere un passo migliore della Mercedes. Mancano ancora due gare e faremo del nostro meglio, e ci impegneremo al massimo per riprenderci. Se cambieremo il motore? Se non ci saranno problemi non avrà senso incassare una penalità per la sostituzione della power unit. Non credo però che ci siano problemi in tal senso“. Lecito che in questa fase conclusiva si pensi solo alla Mercedes da battere in chiave seconda piazza, ma i problemi sono altrove. 

In questo scenario è quasi passata in sordina la gara di Carlos Sainz che, dopo la prima partenza, aveva messo in stato d’accusa la frizione della sua vettura. Lo spagnolo ha fatto il massimo che poteva date le condizioni tecniche. Alla fine ne è uscito un mesto sesto posto, un’ode alla voglia di fare senza poter fare. “Penso che la gara si sia conclusa nella posizione che meritavamo“, ha esordito un onestissimo Carlos.  

lo spagnolo Carlos Sainz, Scuderia Ferrari.

La Aston Martin era più veloce di noi, un po’ come a Zandvoort, su un circuito con curve più lunghe e più degrado. Su questo frangente l’AMR23 sembra avere recuperato. Le McLaren e le Red Bull erano di un altro pianeta. Forse avremmo potuto lottare con Stroll se avessi fatto una partenza migliore, ma abbiamo avuto un problema con la frizione tutto il weekend che ci ha condizionato”. 

Per il resto è stata una gara su due soste. Quando ho visto questo tracciato ho capito che con la macchina di quest’anno non sarebbe stato facile. In qualifica siamo riusciti a essere veloci in Q1 e Q2, ma in gara e con questo tipo di curve per 71 giri è stato difficile per noi con il bilanciamento e con le gomme. Come ho detto, mi ha ricordato Zandvoort, dove l’Alpine andava forte e dove l’Aston Martin aveva conquistato il podio”. 

La speranza per la Ferrari che Las Vegas ed Abu Dhabi normalizzino i valori permettendo di lottare con Mercedes. A patto che escano fuori quei weekend perfetti di cui ha spesso parlato Vasseur ma che nelle ultime apparizioni hanno latitato…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari

Condividi
Pubblicato da
Diego Catalano