Nel giovedì che precede l’attività in pista le parole dei protagonisti dell’ambiente Ferrari non arrivano dal solo Brasile. In un globo sempre più interconnesso diversi contesti si sovrappongono rendendo omogenei obiettivi e speranze. Mentre Charles Leclerc e Carlos Sainz erano impegnati negli incontri stampa in quel di San Paolo del Brasile, a migliaia di chilometri di distanza Benedetto Vigna, amministratore delegato dell’azienda di Maranello, sciorinava i numeri dell’ultima trimestrale e faceva riferimento agli obiettivi della scuderia che del brand è il segmento più esposto.
Ennesimo bollettino economico favorevole quello presentato dal manager potentino: i ricavi netti aziendali sono risultati pari a 1,5 miliardi di euro segnando una crescita di oltre il 23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In aumento anche le consegne totali: +8,5%, cifra che corrisponde a 3.459 unità allocate in giro per il pianeta. L’utile lievita del 46%: 332 milioni di euro.
Un breve recap per dimostrare come le difficoltà incontrate nella massima serie del motorsport non incidono sull’appeal del marchio che però deve mettere il suo settore sportivo allo stesso livello di quello commerciale. Cosa che si prova a fare da tre lustri con risultati non proprio centrati. L’AD, dopo le assurde uscite di inizio anno su una SF-23 intesa come la “Ferrari più veloce di sempre”, ha imparato la lezione e procede ora con la cautela impostata alla massima potenza.
“I recenti podi e i miglioramenti fatti ci danno la spinta per prepararci alla prossima stagione – ha spiegato il manager – È chiaro che dobbiamo continuare a migliorare e recuperare il nostro gap tecnico. Da un lato stiamo rafforzando la squadra sotto la guida di Frédéric Vasseur, dall’altro stiamo ampliando la nostra infrastruttura di produzione per le corse; cosa che ci garantirà una maggiore velocità di sviluppo e qualità”.
Parole che fotografano una realtà che racconta di una Gestione Sportiva ancora in fase di assestamento dopo il terremoto che ha messo a nudo i pilastri della struttura nell’inverno scorso. Ma questo è un lavoro di medio periodo che non incide su quanto avverrà da oggi pomeriggio alla serata di domenica. E in questo contesto intervengono altri protagonisti che rispondono al nome di Carlos Sainz e Charles Leclerc.
22 pole position, 5 vittorie. Questo dato spiega molte cose. In primis che Leclerc è una roccia sul giro singolo. In seconda battuta che la sua capacità di convertire la vittoria in giri push è bassissima. E la colpa non è di certo la sua visto che la vettura che si è trovata tra le mani era troppo spesso afflitta da un morbo che la fa trasformare, in negativo, nella notte tra il sabato e la domenica. E la Ferrari deve lavorare a ciò se vorrà diventare un soggetto credibile per vincere gare e titoli.
“La terza pole position consecutiva sarebbe importante, ma la domenica resta sempre la priorità perché per quanto mi riguarda è lì che si fanno i punti, ed è su questo che ci stiamo concentrando. Vogliamo trovare delle prestazioni positive che ci permettano di vincere”. Non ci sarebbe null’altro da aggiungere. Ma Charles ha proseguito affondando la lama verbale:
“Preferirei arrivare primo in gara che conquistare un’altra pole, anche se al momento non abbiamo la macchina per trasformare i giri veloci in risultati importanti in gara. È molto difficile prevedere come andrà questo weekend, specialmente trattandosi di un fine settimana Sprint. Sarà importantissimo fare delle buone prove libere e raccogliere più informazioni possibili”.
Nella fase finale dell’intervento il monegasco ha messo in guardia dalla mancanza di tempo per impostare la vettura, una condizione che caratterizza il format sprint e che ad Austin è stata fatale, vedasi squalifica per l’usura eccessiva del pattino: “Se commetti un errore con l’assetto nelle libere non puoi più recuperare. A me piace il weekend con la gara breve e penso che sei sia il numero giusto per ogni stagione. C’è qualcosa però da cambiare per il sabato“.
Anche Sainz ha fatto riferimento al numero di gare veloci, come a voler anticipare il punto di vista dei piloti circa la possibilità di vedere estendere ulteriormente questo meccanismo che tanto aggrada Liberty Media che riesce a vendere meglio il prodotto. “Sei appuntamenti stagionali sono sufficienti. Le Sprint non mi convincono, perché il sabato rivela un po’ la strategia della domenica in termini di gomme. Forse in questo senso servirebbe qualche cambiamento, e devo dire che la griglia invertita non mi dispiacerebbe, però considerando che il format è ancora sperimentale sono aperto a capire quali modifiche la Formula 1 potrà apportare e come potrà intervenire, in generale”.
Il madrileno, così come il suo collega di casacca, ha fatto riferimento alla natura bipolare della SF-23 che si trasforma – in peggio – quando le distanze si allungano. “Tendiamo ad andare meglio in qualifica rispetto alla gara, dove abbiamo meno costanza e affidabilità sugli stint, perché variamo molto a seconda di mescole e pista. Il passo sembra il nostro punto debole: è un problema di costanza. Stiamo lavorando sui vari aspetti anche nell’ottica del prossimo campionato”.
Questi difetti endemici del progetto 2023 si ribaltano del tutto quando si parla di Mercedes W14, una monoposto che non riesce a sfruttare l’extra grip delle gomme nuove ma che si esalta nella gestione delle stesse. Quindi sul lungo. E con due gare da affrontare, peraltro su una pista che Hamilton e Russell apprezzano in maniera particolare, la cosa potrebbe essere una pesante discriminante nella corsa alla piazza d’onore nella classifica costruttori.
“La Mercedes non può permettersi nessun errore – ha osservato l’ex McLaren – Siamo molto vicini a loro e pronti ad approfittare di qualsiasi vantaggio. La lotta è davvero divertente, specialmente in pista. Loro hanno un piccolo vantaggio in termini di classifica ma stiamo riuscendo a mettere pressione. Anche noi non dobbiamo commettere errori: speriamo di poter concludere davanti”.
Nell’ultimo passaggio Carlos ha correttamente aggiustato il tiro visto che Ferrari, nelle ultime uscite, specie in termini strategici, è stata tutto fuorché perfetta. La sensazione è che i duellanti abbiano sprecato una serie di occasioni d’oro per dare la mazzata definitiva alla controparte. Con tre sole gare al termine della stagione (il Gp di Abu Dhabi non è a rischio, ieri qualche sito ha lanciato la bomba salvo poi provare a cancellare le tracce di una boutade bella e buona) nessuno può permettersi leggerezze che peserebbero oltremisura.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1 Team