Lo abbiamo ribadito questa mattina. Sulla Ferrari SF-23 il lavoro realizzato nell’arco della stagione è davvero grande. Tante correzioni, grandi e piccole, per cercare di dare un senso alla campagna agonistica 2023. Un mondiale perso a febbraio che sottolinea ancora una volta un fatto: in GES si fanno tanti discorsi, forse troppi, ma poi quando arriva l’ora della verità tutto va a rotoli. Questo è lo scenario da 15 anni a questa parte, purtroppo.
Proprio per non ripetere i recenti errori del mandato Binotto molte cose sono cambiate e altre lo stanno facendo. Una su tutte, la più importante, riguarda l’impostazione relativa agli aggiornamenti vista quest’anno. Al contrario del recente passato Cardile e il suo staff hanno scelto di continuare a lavorare sulla vettura attuale. Migliorarla per “capire”, in pratica. Una sorta di test continuo sulle vetture italiane per presentarsi il prossimo marzo, nastri di partenza stagione 2024, decisamente più preparati.
Per mettere assieme questo piano operativo i sacrifici non sono mancati. Sforzi profusi con grande insistenza che ancora oggi, quando mancano solamente tre corse per mettere in pensione il campionato, continuano ad occupare la mente di tecnici ed ingegneri per gran parte della giornata. Oltre alla questione gomme che ovviamente dovrebbe godere non poco delle novità sulla cinematica sospensiva nel progetto 676, un altro tema importante continua ad essere “attenzionato” con parecchia cura: l’aerodinamica.
Partendo dal presupposto le modifiche alla carrozzeria della rossa non hanno risolto i problemi, sono comunque il primo passo verso un nuova veste aerodinamica che dovrebbe, almeno sulla carta, offrire una maggiore downforce proveniente dal fondo sommata a un’amministrazione della struttura vorticosa decisamente più fattuale. In epoca budget cap non era possibile stravolgere la vettura, d’altronde. Attendiamo pertanto speranzosi il domani.
Nel mentre i “due Carlo” stanno facendo il massimo con le monoposto a disposizione. Parliamo di una Ferrari SF-23 a volte addirittura strepitosa in qualifica, tanto da risultare l’auto più rapida in assoluto. Sotto questo aspetto va dato tanto merito ai piloti in quanto, grazie alla loro abilità, riescono a sopperire sul giro secco alle mancanze della vettura. Parliamo di assetti di compromesso che sul tentativo singolo possono anche funzionare.
Gli alfieri della rossa “mascherano” il carico insufficiente della vettura con un particolare handling che di fatto in gara, nella lunga distanza, non è affatto redditizio. In Brasile il medesimo copione andrà ancora in scena. Ferrari cercherà di massimizzare il rendimento minimizzando i punti deboli. Per Interlagos il team di Maranello ha nuovamente effettuato una scelta diversa, sul fronte della mera messa punto, montando un livello medio di carico aerodinamico. L’obiettivo chiaro: recuperare top speed sul dritto.
La specifica che possiamo osservare grazie allo scatto dell’amico e collega Albert Fabrega ci svela l’assetto da medio carico, specifica a singolo pilone. Tale decisione viene presa in quanto il cinematismo che caratterizza la sospensione posteriore consente di generare sufficiente grip alle basse velocità. Aspetto che dovrebbe fare la differenza specialmente nel settore centrale della pista brasiliana. Un livello medio di downforce che, come sappiamo, di fatto è quello che lavora al meglio sulla SF-23. Il motivo è oramai noto: il pacchetto da alto carico complica il setup del front end.
Mercedes e Red Bull, invece, scelgono l’alto carico aerodinamico. Nel caso della RB19 la decisione avvantaggerà i bolidi austriaci nel guidato e, al contempo, garantirà velocità di punta elevare grazie al basso drag “endemico”, una delle caratteristiche principe dell’auto pensata da Adrian Newey. Mercedes al contrario potrebbe faticare in termini di velocità di punta, ma nel T2 i benefici dovrebbero essere molti, anche considerando che in questa pista è arrivata l’unica vittoria iridata della W13.
Ferrari punterà a ottimizzare tutti i tratti della pista. Nel settore centrale, il bilanciamento più spostato verso il posteriore della SF-23 che favorisce l’aderenza, dovrebbe “pesare” non poco nell’economia della tornata. Mentre T1 e T3 metteranno in luce le ottime doti motoristiche della rossa sommate alla buona efficienza della vettura italiana. Ecco perchè, frasi di circostanza a parte, il team è convinto di mettere assieme un weekend molto competitivo.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Albert Fabrega – @AlbertFabrega – Scuderia Ferrari