Ferrari fa quello che può durante le Fp2. La SF-23 numero 55 sbatte violentemente contro le barriere una volta persa aderenza in curva 5. Sainz si scusa all’interno dei box con i meccanici e di fatto lascia tutta la responsabilità sulla raccolta dati al monegasco. Leclerc, assente nelle Fp1 si adatta rapidamente alla vettura e riesce ad ottenere buoni riscontri cronometrici per poi, verso la fine delle Fp2, improvvisare una prova high fuel su gomme Soft.
Premettiamo pertanto che per tutti parliamo di un venerdì difficile. Tanti piloti giovani durante le Fp1 che non sono riusciti a estrarre il massimo dalle monoposto facendo emergere i propri limiti. Leclerc guida la classifica. Il setup base della SF-23 concepito a Maranello è confermato. Si tratta di una vettura molto bassa che produce più scintille delle altre e riesce a distribuire al meglio la downforce lungo il fondo della monoposto per garantire carico ai diversi range di velocità.
L’incidente di Sainz si collega al discorso appena fatto, in quanto l’auto si è scomposta proprio salendo su un bump a cavallo tra curva 2 e la 3. Come abbiamo imparato durante questa stagione, il pavimento della rossa ha un’escursione maggiore in altezza durante le fasi di rollio. Ragion per cui toccando l’asfalto la SF-23 si è scomposta ed è partita in testacoda.
Rileviamo un leggero sottosterzo che però Ferrari sembra contenere. Tuttavia, sebbene in inserimento curva altre vetture siano più solide, in fase di trazione, anche alle medie velocità, la monoposto italiana riesce a recuperare parecchio. Parliamo di un aspetto che ad esempio si palesa in curva 1, 12 e 14.
Come possiamo osservare dal confronto dei micro settori tra Leclerc e Verstappen, la rossa accumula molto vantaggio in tutti i tratti rettilinei grazie a un setup più scarico che funziona. Come da pronostici la RB19 svetta in rendimento alla 9, l’unica curva della pista effettivamente in appoggio, riuscendo a essere buona anche nella zona lenta sotto all’Hotel.
In questo punto del tracciato Ferrari dovrà cercare performance. Pare che i tecnici abbiano cercato di penalizzare le basse velocità, uno dei punti forti, andando a irrigidire la vettura per migliorare l’handling nel veloce. Vediamo infatti che nella chicane 15-16, la SF-23 risulta molto rapida centrando il miglior intertempo nel T3. Al momento la rossa ha all’incirca 5km/h in più di velocità massima sulla Red Bull.
Una RB19 che oggi non è parsa troppo in palla, anche perchè il poco tempo a disposizione non gli ha concesso di lavorare sui long run dove in genere nascondo sempre un certo vantaggio. Una Red Bull con molto bouncing significa che, a differenza dell’auto italiana, i bolidi austriaci non possiedono ancora la messa a punto ideale sulla ride height. Questo specialmente nel terzo settore dove si trovano le curve in cui si carica maggiormente il lato esterno della monoposto.
Alcuni bump limitano notevolmente l’abbassamento del fondo e le poche tornate a disposizione per via della doppia red flag non ha consentito ai tecnici capeggiati da Adrian Newey di ritagliare il set up adatto attorno a questi fattori. Vedremo domani se questa differenza con la rossa è stata causata solamente da una minore rapidità di adattamento o sono altri i grattacapi che affliggono il tram campione del mondo in carica.
Max si è anche lamentato di una certa carenza di rotazione lungo tutta la pista. Pensiamo che, come spesso accaduto quest’anno, Red Bull abbia cercato grip al posteriore spostando eccessivamente il bilanciamento verso il retrotreno. Aspetto che pregiudica l’aderenza dell’anteriore di per se già molto rigido, rendendo difficile caricare a dovere il front end.
Mercedes ha lavorato parecchio sul fronte aerodinamica testando due differenti versioni di ala posteriore. Le specifiche si differenziano nelle wing tips: tagliate nel caso di Hamilton e ‘integre’ in quello di Russell. Sappiamo quanto la W14 sia sensibile all’efficienza, per cui gli ingegneri di Brackley volevano capire se l’ala più scarica li consentisse di generare un grip sufficiente al posteriore. Le black car hanno palesato un certo grado di sovrasterzo. Motivo per il quale nella giornata di domani, feedback alla mano, arriveranno alcune modifiche alla messa a punto.
Tramite il grafico proposto in alto che prende in esame le velocità medie per ogni macchina in tre range differenti di velocità, notiamo che Ferrari domina nei tratti lenti. Ma come detto nel terzo settore devono qualcosa dev’essere ancora sistemato in quanto la W14 è molto vicina. Alle medie velocità sono Red Bull e Mercedes a comandare. Lo abbiamo anticipato nella nostra anteprima che il team tedesco puntava a ottimizzare proprio questo tipo di curve. Parliamo di un dato importante considerando l’assetto più carico.
Nelle Fp2, probabilmente, la scelta sul set up andrà sulla configurazione a downforce maggiore. Per il resto possiamo dire che l’handling va tuttavia sistemato. Per quanto concerne le curve rapide la RB19 si posizione davanti a tutti nonostante abbiano sofferto bouncing e sottosterzo. Va detto inoltre che il delta velocistico alle alte velocità è decisamente minore che su altre piste. Il carico c’è ma il bilanciamento va massimizzato.
Infine parliamo del passo ideale in qualifica, elemento che fornisce gli effettivi livelli di performance. Leclerc davanti a tutti con la Red Bull a un solo decimo di distacco. Bottas è molto veloce anche grazie all’ottima power unit Ferrari. La prima Mercedes è quella di Russell, collocati a due decimi “reali” dalla vetta. Con meno carico Hamilton paga due decimi sul compagno.
Per riassumere quanto detto, almeno quest’oggi, il Cavallino Rampante ha mostrato il miglior pacchetto. Resta da lavorare sul lento. Red Bull deve trovare l’altezza da terra ottimale per accedere alla massima performance e limitare il sottosterzo. La velocità fa presenza specie nelle curve ad ampio raggio, una delle possibili chavi ultime per sbloccare ulteriore redimento.
Mercedes ha invece mostrato una certa sofferenza al posteriore. Ecco perché la scelta sul maggior carico diverrà fattuale domani. Una W14 in grado di performare molto bene nel T3, quasi a livello della Ferrari SF-23. Molto buono l’inserimento delle vetture tedesche, caratteristica che le consente di pareggiare il rendimento della rossa in vari punti della pista. Manca accora un po’ di bilanciamento, ma il potenziale alle medie e alte velocità pare esserci.
Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccolò Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari