Due podi per altrettante gare, le ultime due, dove Ferrari ha racimolato il massimo se riflettiamo sul rendimento in gara. Sì perché durante una corsa di F1 conta il passo e quello della SF-23 è sempre deficitario rispetto al rendimento in qualifica. Parliamo di un dato di fatto ineccepibile e per quanto i tecnici di Maranello abbiamo speso tanto tempo per cambiare le cose poco è cambiato. Ma la rossa versione 2023 è questa.
Parliamo di una monoposto che sebbene sia stata ampiamente corretta, dove si poteva, continua a soffrire determinati aspetti tecnici. Una condizione di fondo non sanabile senza “rifare” l’auto. Per questo, lo sappiamo bene, il progetto 676 prevede fondamentali diversi. Cambierà il telaio, sospensioni e aerodinamica. Solo così determinate impostazioni potranno funzionare, nella speranza che rivoluzione messa in atto da qualche tempo in GES possa risultare fattuale in pista.
Nel mentre c’è ancora da correre però. E ovviamente i soliti grattacapi i ripresentano puntuali. Interlagos è una pista particolare sotto diversi elementi. Un circuito in grado di esaltare l’efficienza aerodinamica, fattore dove l’auto italiana è abbastanza preparata. Pure la power unit recita un ruolo importante e in questo l’unita 066/10 dovrebbe fare la sua parte. Nel T2, per di più conta parecchio la trazione, altra caratteristica dove la SF-23 solitamente non è seconda a nessuno, nemmeno alla solidissima Red Bull.
Frederic Vasseur parte cauto. Non potrebbe essere altrimenti, d’altronde. Tuttavia, secondo le informazioni in nostro possesso racimolare durante l’ultima settimana, i riscontri al simulatore fanno bene sperare. Il Brasile strizza l’occhio alla Ferrari, un scuderia che nel prossimo fine settimana è convinta di un fatto: l’obiettivo seconda forza è raggiungibile. Questo considerando che i tratti distintivi della pista vicino a San Paolo dovrebbero adattarsi bene alla rossa e soprattutto meglio rispetto a Mercedes e McLaren.
Le parole non servono a nulla però. Saranno solamente in fatti a confermare le buone sensazioni oppure a contraddirle. “Il nostro impegno sarà massimo in Brasile“, una frase di circostanza, banale, che il manager di Draveil ha voluto comunque ribadire nelle consuete interviste che anticipano il weekend di gara. Il tecnico originario di Draveil, Francia, ha pure menzionato gomme e strategia. Due tematiche che malgrado abbiano ricevuto tante attenzioni, nell’arco della campagna agonistica 2023, restano spesso di difficile interpretazione.
Senza dubbio in Messico non ci sono stati errori sul piano strategico. D’altronde era difficile sbagliare con una bandiera rossa nel mezzo della corsa. Forse nel secondo stint si poteva osare di più sulle coperture, ma tutto sommato l’impostazione scelta non può essere criticata. Per quanto concerne l’amministrazione delle coperture idem come sopra. Le motivazioni non mancano ai “due Carlo”. Lo sostiene Fred con sicurezza che, a tal proposito, conferma i due piloti per la prossima stagione.
Una cosa è certa tirando le somme alla fine di questo articolo. Qualsiasi risultato arrivi, compreso un’ipotetica e poco credibile vittoria, nel complesso al storica scuderia Ferrari si beccherà, anche quest’anno, un voto senza dubbio insufficiente. Questo deve far riflettere perchè dall’oramai lontano 2008 nessun mondiale del Cavallino Rampante può essere considerato buono. Il mandato Binotto è finito da un po’ e l’ultimo strascico della sua gestione, la SF-23, tra un mesetto verrà pensionato.
Da lì in poi nessuna scusa sarà accettata. O forse ancora meglio dire che nessuno pensa al 2024 come annata vincente ma, al medesimo tempo, questo si, una chiara inversione di tendenza sotto tutti i punti di vista dovrà fare presenza. Altri due campionati sotto l’attuale corpo normativo che precede l’ennesima rivoluzione tecnica osservando gli stessi errori, problemi e impostazioni porterebbe ad un solo scenario verso il 2026: continuare a perdere. Contesto competitivo dove la rossa, purtroppo, ha imparato a muoversi sin troppo bene.
Tornando al presente si pensa al Brasile come ulteriore campo di studio. Un’opportunità per “continuare a capire” cosa succedere in pista. Un esame utile in chiave futura, uno dei tanti realizzati quest’anno. Il risultato in se conterà, ok, ma la prerogativa più importante resta una: abbandonare Interlagos con una consapevolezza tecnica superiore che possa rimpinguare ancora il baglio tecnico degli ingegneri che spendono gran parte della propria giornata all’interno della gestione sportiva
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari