Alle soglie del Gran Premio di Las Vegas, un evento che sta forse un po’ troppo facendo parlare di sé, resta da scrivere un verdetto di second’ordine che vede protagoniste Ferrari e Mercedes con una McLaren ormai tagliata fuori dai giochi per la seconda piazza nel Costruttori. Sarà pure una magra consolazione, ma chiudere come il primo degli altri è qualcosa che ha senso in un’annata cannibalizzata dalla RB19 n°1 di Max Verstappen.
Mercedes, seconda con 382 punti, precede di venti lunghezze la Ferrari. McLaren paga esattamente 100 punti dalla franchigia di Brackley, una distanza incolmabile ma che è veramente poca roba rispetto al distacco che pagava prima del Gran Premio d’Austria quando, con un pacchetto evolutivo immediatamente efficace, la MCL60 ha preso letteralmente a volare. Questo slancio dà fiducia in chiave 2024.
Mentre la SF-23 e la W14 attendono stancamente la pensione avendo sconfessato le line concettuali deliberate nel 2023, la McLaren ha effettuato una svolta filosofica sin dall’anno passato con la somministrazione degli sviluppi mai interrotta. Questa netta differenza ha pesato nella rimonta e potrebbe rappresentare quell’elemento che, nel medio periodo, offre un vantaggio strategico agli uomini di Woking.
La prorompente ascesa delle vetture color papaya ha rappresentato una bella iniezione di fiducia per la squadra che fu di Ron Dennis. Per questo motivo la speranza comincia a tracimare valicando i confini del mondiale 2023. L’obiettivo vero, anche se non troppo pubblicizzato, è quello di diventare la realtà che riesce ad infastidire nientepopodimeno che sua maestà Red Bull.
Nonostante il “low profile” qualche ammissione a denti stretti era arrivata già prima dell’ottimo triple header. Lando Norris, interpellato sulla possibilità di avvicinarsi ai campioni del mondo, aveva affermato quanto segue: “Se continuiamo a questo ritmo di sviluppo è possibile avvicinarsi. Credo che per loro [Red Bull] sia impossibile continuare a questa velocità, rallenteranno”.
“Ci sono voluti sei mesi per fare tutti i miglioramenti che abbiamo effettuato in termini di tempo sul giro. Probabilmente abbiamo migliorato la macchina fino a un secondo nel ritmo puro. Forse anche di più su alcuni circuiti. E’ un salto enorme, soprattutto nel bel mezzo di una stagione in cui ci sono regole che ti impediscono di crescere”.
McLaren ha avuto il merito di effettuare una sterzata tecnica andando incontro ai principi delineati dalla Red Bull. Queste idee sono state assimilate e, in due pacchetti di update mirati ed efficaci (Austria e Singapore), gli inglesi sono riusciti a trovare il bandolo della matassa con una vettura che non ha fatto altro che crescere diventando la seconda forza in griglia, anche se la classifica dice altro a causa del ritardo accumulato nella prima fase del mondiale.
Quel che McLaren sta producendo in pista è frutto del lavoro mastodontico che si sta compiendo in fabbrica. Le prestazioni della MCL60 sono la classica punta dell’iceberg. Sotto il pelo dell’acqua c’è una struttura enorme, quella di Woking, che va sviluppandosi continuamente con strumenti, inedite tecnologie e risorse umane sempre più dotate di competenze specifiche.
La galleria del vento di Woking ha preso a funzionare a pieno regime consentendo l’affrancamento da quella della Toyota di Colonia che, seppur valida, aveva il difetto di essere eccessivamente lontana e meno interconnessa coi sistemi d’analisi del team. Ora l’impianto è integrato nella storica sede della Contea del Surrey, cosa che dà vantaggi logistici e progettuali di non poco conto.
Ancora, McLaren ha definitivamente assestato il suo comparto tecnico con acquisizioni di un certo rilievo. Dalla Ferrari è arrivato David Sanchez e proprio alla Red Bull è stato strappato Rob Marshall che, dopo un fisiologico periodo di gardening, prenderà possesso dei suoi uffici a Woking il primo gennaio 2024 portando con sé la metodologia che ha consentito agli austriaci di aprire un nuovo ciclo di dominio dopo quello 2010-2013.
Se si può immaginare un futuro roseo per la storica equipe britannica è grazie ad un presente solido. Lando Norris, nelle ultime sei apparizioni, ha accumulato la bellezza di cinque podi. Due per il compagno Oscar Piastri. Numeri da Red Bull anche se la vittoria, un vero e proprio cruccio per Andrea Stelle e Zak Brown, manca ancora.
Il driver di Bristol, dopo aver ottenuto i risultati lusinghieri di cui sopra, ha ulteriormente alimentato la speranza di un futuro ancora più scintillante (termine mai più idoneo visto l’appropinquarsi del Gran Premio di Las Vegas): “Ho detto a Max [Verstappen] che dal Gp d’Austria (quando McLaren ha portato il primo massiccio aggiornamento) sono stato il secondo pilota che ha ottenuto più punti in campionato. Siamo stati la seconda squadra che ha conquistato più punti”.
“Abbiamo fatto dei passi da gigante. Credo che i risultati ottenuti quest’anno siano comunque molto, molto buoni. Stiamo parlando di una delle vetture più dominanti di sempre“, ha spiegato Lando dopo il Gp del Brasile. “Passare da dove eravamo in Bahrain a parlare di lotta con la Red Bull è un ottimo segnale per noi. Ci sono ancora tante cose in arrivo per il prossimo anno, quindi sono entusiasta. Sono ottimista e credo che possiamo farcela come squadra“.
I progressi effettuati con la MCL60 saranno la base di partenza del modello 2024. Più di una speranza. Questa è infatti l’idea ben chiara che hanno i responsabili tecnici del progetto. Il percorso di sviluppo seguito negli ultimi mesi è così solido da non poter essere ritenuto una strada che non porta dritti verso la vetta. A Woking non ci si ferma e si ritiene, secondo Andrea Stella, che il lavoro che si sta svolgendo in termini di sviluppo aerodinamico e meccanico sia ancora più importante di quello fatto in questo 2023.
Se così fosse – e non vi sono ragioni per dubitarne – l’ottimismo di Lando Norris in chiave 2024 è più che fondato. Per questo motivo e per la crescita strutturale generale, Red Bull, Ferrari e Mercedes guardano con preoccupazione – e un pizzico di ammirazione – al sodalizio di Woking che sembra essere in rampa di lancio dopo anni di alti e bassi.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, McLaren, Mercedes AMG F1Team, Scuderia Ferrari