Formula 1

F1 2024: Red Bull spaventa il futuro di Ferrari e Mercedes

Red Bull provoca anche questo: “stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo”. Così viene definita la paura che, per natura, si abbina all’ignoto, all’incapacità di controllare un certo evento arrivando a subirne le conseguenze restando immobili e sopraffatti. Se si pensa al futuro imminente della F1 è questa la sensazione che viene alimentata da alcuni elementi emersi negli ultimi giorni.

Si dibatte molto, in questi giorni di riflessione post iridata, sul potenziale espresso dalla Red Bull e su quello che eventualmente si sono tenuti nel taschino. Proprio da questa ipotesi, non infondata, nascono i timori che si trasformano in mostri, specie dalle parti di Brackley e di Maranello, sedi delle scuderie chiamate a rintuzzare la fuga dei campioni del mondo in carica.

Adrian Newey – Oracle Red Bull Racing

Ferrari Mercedes hanno pochissimo tempo per provare a restringere in maniera drastica il gap emerso durante il 2023 dei record. Un inverno è molto più breve di quanto si possa immaginare visto che i progetti 2024 già sono in uno stato di avanzamento molto spinto. Con la sanzione comminata dalla FIA per l’infrazione del tetto di spesa del 2021, molti ritenevano che Adrian Newey e i suoi potessero accusare il colpo. Come è andate è faccenda arcinota.


F1: Red Bull favorita dal ritorno a condizioni operative normali

Ora che si rientra nei normali canoni ATR, la Red Bull incute più timore. E lo fa anche in base a quanto espresso da Christian Horner dopo la ventunesima vittoria stagionale. Leggere per credere: “Per fortuna avevamo una buona base di partenza, perché se avessimo utilizzato il tempo disponibile in galleria per sviluppare la RB19, questo avrebbe compromesso notevolmente la RB20”.

Tradotto: Red Bull ha cominciato a lavorare sulla monoposto 2020 ben prima della concorrenza considerando che s’è avveduta presto che avrebbe monopolizzato il mondiale. Tanto da essere il team che ha portato la minor mole di aggiornamenti rispetto alla concorrenza che, pur sforzandosi, è rimasta a distanze che non si fa peccato a definire imbarazzanti. 

Grazie al fatto di aver avuto un gran punto di partenza con la RB19 – ha spiegato Horner – abbiamo potuto destinare le limitate risorse a disposizione sulla RB20. E lo abbiamo potuto fare relativamente presto. Per questo lo sviluppo sulla macchina di quest’anno è stato molto parsimonioso”.

Checo Perez (Oracle Red Bull Racing) – Gp Abu Dhabi 2023

Mentre gli altri lavoravano per provare a risalire la china dopo aver sbagliato i propri concept, l’equipe anglo-austriaca si concentrava sulle aree di intervento in chiave 2024. Su tutti, gli sforzi sembrano essersi orientati all’ottimizzazione delle prestazioni in qualifica e nella ricerca di altri punti di carico efficiente, uno dei segreti delle vetture concepite da Adrian Newey da quando la FIA ha deliberato il nuovo contesto normativo. 

Horner, ovviamente rimanendo abbottonato sui dettagli, ha lasciato intendere che la vettura che l’anno prossimo sarà chiamata a difendere entrambi i titoli sarà un’evoluzione delle due sorelle maggiori. Fatto piuttosto normale in un contesto regolamentare congelato e soprattutto dopo stagioni in cui Milton Keynes, con le se trovate, è diventata la pietra di paragone tecnica per le auto next gen

L’inglese  si aspetta che gli avversari recuperino terreno. Il margine di miglioramento di squadre come Ferrari, Mercedes, McLaren, Aston Martin, secondo Horner, è superiore perché partono da una condizione di minore competitività generale. Se questo basterà per arrivare alla convergenza prestazionale auspicata dai vertici di Liberty Media lo capiremo solo tra qualche mese. 

La RB19 è stata la macchina di maggior successo nella storia della Formula 1, viene da sé che l’anno venturo sarà difficilissimo superare certi record che non dovevano più essere scritti grazie ai pilastri eretti dai governanti della serie che si sono invero rivelati assai deboli a reggere la struttura tutta imprevedibilità e vicinanza prestazionale. 

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) delizia il pubblico di Abu Dhabi

Di certo è che in Red Bull sono consci di aver un bel margine, anche perché vetture così cannibalizzanti sono nate in un contesto operativo limitato dal meccanismo ATR, dalla penalità e con una galleria del vento vetusta e meno efficiente di quelle in possesso della concorrenza. Un impianto usato in via confermativa visto che i progetti si erano rivelati vincenti già nella sfera computazionale che vede Red Bull essere all’avanguardia rispetto ad una concorrenza che si è fatta trovare spiazzata al volgere del contesto normativo.  

Il timore per gli altri, per tornare all’incipit dello scritto, è che gli ingegneri in stanza a Milton Keynes possano prendere il largo quando sarà pronto il nuovo impianto per il quale stanno per partire i lavori. La fame di vittorie, abbinata alla sapienza tecnica e alla creazione di nuove strutture, sono il carburante del motore Red Bull che viene azionato da un altro valore aggiunto: Max Verstappen


Red Bull: Max Verstappen è un valore aggiunto

Dopo tre titoli di fila in un crescendo rossiniano l’olandese è tutt’altro che appagato. “La sua volontà di vincere è assoluta, in qualsiasi ambito“, ha detto recentemente Helmut Marko, uno che lo conosce bene visto che ne ha seguito la carriera sin dai primi passi. “Può arrivare agli estremi in qualsiasi situazione. Non appena viene a sapere che potrebbe esserci una penalità per un incidente, aumenta il suo vantaggio di 10 secondi“. Il riferimento è quanto successo in occasione del via del Gp di Las Vegas quando ha forzato fuori pista Charles Leclerc subendo una sanzione di cinque secondi da parte del collegio giudicante.

Max Verstappen ed il consigliere Red Bull Helmut Marko

Marko ritiene che il tre volte iridato non abbia ancora espresso tutto il suo potenziale: “Guadagna semplicemente un secondo al giro. Lo fa in modo pulito e con facilità. È decisivo in termini di gestione degli pneumatici, in grado di guidare incredibilmente veloce e al limite senza sovraccaricare. Questo è quanto accaduto nelle qualifiche di Abu Dhabi quando è andato ancora una volta un passo avanti rispetto agli altri. Credo che non abbiamo ancora raggiunto il nostro massimo“. 

Max è molto sicuro di sé: non combatte più quando non ce n’è bisogno. Eppure continua a diventare più veloce e a gestire. Tutto questo non l’avrei mai creduto possibile, per questo che al momento non vedo limiti“, ha chiosato l’ottantenne di Graz. Se così stanno le cose serviranno sforzi titanici per la concorrenza. Red Bull – Verstappen sembra essere una sorta di formula alchemica per la quale i rivali non hanno trovato l’antidoto. Basteranno tre mesi di lavoro a testa bassa chiusi nelle fabbriche per chiudere il gap?


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano