La Red Bull RB19 resta sempre la vettura da battere. Tolto il Gran Premio di Singapore dove la scuderia di Milton Keynes non ci ha capito nulla o quasi, il team austriaco ha inanellato una striscia di vittorie memorabile. Siamo davanti a un dominio che non ha eguali nella storia della F1 e difficilmente un’altra squadra potrà ripetere i record che la RB19 ha prodotto nella campagna agonistica 2023 se non lei stessa.
In tutto questo gran parte del merito va al genio della massima categoria del motorsport. Il sessantaquattrenne originario di Stratford-upon-Avon ha sempre le idee chiare quando si tratta di monoposto di F1. Molto raramente ha preso abbagli e nell’arco della sia carriera ha saputo adattare nozioni ed esperienza forgiando opere di ingegneria aero-meccanica quasi sempre al top. Lottare contro un individuo del genere è assai complicato.
Tuttavia, oltre le capacità cognitive di Adrian Newey, le motivazioni legate all’egemonia Red Bull vanno in gran parte ascritte a un altro essere umano. È olandese, in questo momento ha 26 anni da poco compiuti, porta con se tre titoli iridati e malgrado l’incetta di vittoria a sua competitività non cenna a diminuire. Al contrario sembra proprio che provi gusto a non lasciare nemmeno le briciole ai suoi avversari.
Max Verstappen è un’interprete fantastico quando stringe tra le mani il volante della RB19, coadiuvato da un ingegnere di pista preparatissimo e da un reparto che si dedica alla dinamica del veicolo davvero al top. Parliamo di una ricetta che tra i suoi ingredienti presenta prodotti scelti con cura che nel corso degli anni hanno generato sapori strepitosi. A Yas Marina, ancora una volta, Red Bull parte con netto favore del pronostico. MA d’altronde come potrebbe essere altrimenti…
Red Bull non soffre alcun tipo di pressione legata ad ambedue le classifiche iridate. Sì perchè con il terzo posto conquistato da Sergio Perez a Las Vegas, il messicano per la prima volta in carriera si è laureato vice campione del mondo di F1. Ciò malgrado l’impegno della squadra austriaca non verrà meno, con il chiaro obiettivo di centrare l’ennesima vittoria e chiudere il campionato ancora una volta davanti a tutti.
La RB19 è stata costruita in modo da esaltare una “semplice equazione”: carico/efficienza. La spinta verticale generata dal corpo vettura garantisce tanta stabilità in tutte le condizioni di marcia. Per di più, considerando che i boldi colorati blue racing producono gran parte delle downforce tramite il fondo, il livello di drag è davvero basso. Prerogativa che consente ai tecnici di adottare ali posteriori più deportanti.
Parliamo di una caratteristiche che emerge in maniera preponderante in gara, quando a serbatoi pieni la necessità di amministrare al meglio le coperture impera. Come abbiamo potuto osservare in Nevada, il motore Honda ha qualche cavallo di potenza in meno rispetto quello Ferrari. Tuttavia l’ottimo sistema ibrido e la grande efficienza aerodinamica fanno si che le due RB19 primeggino in ognuno di questo settori tecnici.
Per quanto concerne il Gran Premio di Abu Dhabi il team Red Bull si presenta in Medio Oriente con una chiara impostazione. Sebbene non abbiamo ancora immagini per confermarlo, con ogni probabilità le due RB19 adotteranno un carico al posteriore medio-alto. In questo modo, come detto, la downforce suppletiva favorirà non poco l’amministrazione delle mescole. Lo scivolamento laterale e longitudinale sarà “facilmente” controllabile raggiungendo peraltro riscontri velocistici a centro curva importanti.
Per quanto concerne l’aspetto meccanico il bilanciamento della monoposto è garantito, in fase di accelerazione e frenata, dalla particolare geometria dei triangoli sospensivi. Come sappiamo Red Bull possiede angoli di “anti-lift ed anti-dive” maggiori. Grazie a questa peculiarità i piloti godono di vettura composta nel gestire i trasferimenti di carico.
Considerando che la vettura austriaca possiede di base un assetto puntato sull’avantreno e tenendo presente che, come a Las Vegas, anche a Yas Marina l’inserimento in curva non è un fattore critico, i tecnici capeggiati dalla brillante mente britannica punteranno a spostare il carico verso il retrotreno, nel tentativo di massimizzare la trazione per raggiungere i livelli ottimali della Ferrari pur mantenendo un front end molto solido che aiuterà non poco specie nei rapidi cambi di direzione ad alta velocità presenti nel primo settore del circuito.
In ultima istanza un’ulteriore considerazione sulle coperture Pirelli. Riuscire a portare in temperatura le gomme sarà decisamente più semplice, tenendo presente che la colonnina di mercurio offrirà valori decisamente più alti rispetto a Las Vegas. Su questo punto Red Bull difficilmente lamenta problemi, a differenza delle vetture marchiate con il Cavallino Rampante che tendono a soffrire maggiormente quando le temperature si alzano.
Autori: Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo – Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing