La Red Bull RB19 è una vettura di F1 fantastica. Se poi il suo volante è stretto da Max Verstappen beh… tutto diventa tremendamente difficile per gli avversari. La sola Ferrari è riuscita a batterla in un week end, quello di Singapore, dove i tecnici di Milton Keynes non sono riusciti a far funzionare la monoposto austriaca. Senza questa chiara difficoltà nessuno l’avrebbe battuta. Dire il contrario significherebbe affermare il falso.
La scuderia campione del mondo in carica anche in Nevada resta la favorita. Sebbene non esista nessun riscontro fattuale che possa fornire alcun tipo di feedback a tecnici, piloti e ingegneri, la squadra campione del mondo in carica parte con i favori dei pronostici considerando le caratteristiche intrinseche della RB19. Una wing car capace di generare tanto carico aerodinamico tramite il fondo e, al medesimo tempo, fendere l’aria alla perfezione grazie alla notevole efficienza aerodinamica della quale è dotata.
Per il resto possiamo commentare gli schemi sospensivi, sempre pronti a fornire tanto grip in qualsivoglia condizione. Senza contare la power unit, eredità della Honda. Si tratta di un unità motrice parecchio potente che mostra un supporto della parte ibrida davvero ottimale. Per non parlare del gruppo di lavoro che abita garage e muretto, sempre pronti ad “azzeccare” la strategia vincente. Difetti, come possiamo facilmente capire, ce ne sono ben pochi.
Il approccio alla ventunesima tappa del mondiale iridato 2023, i tecnici capeggiati dal fenomeno Adrian Newey hanno deciso di utilizzare una configurazione medio-bassa al retrotreno. Una scelta dettata dal basso drag che permette qualche punto di carico in più al retrotreno per massimizzare stabilità e gestione gomme. Inoltre, un’incidenza dell’ala più marcata, a parità di velocità rende l’utilizzo del DRS più potente in qualifica e nelle fasi di sorpasso durante la gara.
I protagonisti di questa splendida annata sciorinano le consuete banalità del giovedì, esattamente come il resto dei colleghi. Per quanto concerne il giovane talento di Hasselt, però, dall’alto della sua posizione commenta in maniera ficcante una questione. Parliamo dello spettacolo di plastica cromata che gli statunitensi sanno e pretendono mettere in scena ogni qual volta la F1 staziona da quelle parti. Sentirsi un “pagliaccio”, parole di Max, in effetti pare possibile con la cerimonia di apertura messa in scena nella giornata di ieri.
Ma le giuste critiche non finiscono qui. L’olandese lancia un siluro terra aria alla governance a stelle e strisce sulla scelta degli orari. Le problematiche legate al fuso orario già di per se molto pensanti, infatti, vengono ulteriormente aggravate dalle sessioni quasi in notturna. Il talento di Hasselt sostiene che alla fine di un mondiale così lungo, oltretutto, una decisione tale non abbia alcun senso. Come dargli torto.
In ultima istanza un commento riguardo la possibilità che su questa pista, come successo a Marina Bay, le due RB19 vadano in netta difficoltà non riuscendo ad esprimere il proprio potenziale. Si tratta di un scenario che Verstappen sembra scartare a priori. Sebbene riconosca la difficoltà considera eccitanti gli stimoli che solo un contesto competitivo vergine sa offrire. A livello tecnico sa bene come muoversi supportato da un team all’altezza.
Non resta che aggiungere un fatto a tutto questo. Parliamo della voglia mai doma di vincere insita nel carattere di Verstappen. E non importa se il due mondiali sono già in saccoccia ed un sacco di record sono stati infranti. La necessità di continuare a spingere al massimo impera sempre e comunque. Ragion per cui, anche lungo le strade del Las Vegas Strip Circuit, il leader della campagna agonistica 2023 si pone un solo e preciso obiettivo: ancora una volta tagliare il traguardo davanti a tutti.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing