Formula 1

F1 2024: c’è un problema che andrà sanato al più presto

La stagione di F1 sarà, salvo imprevisti, quella più lunga di sempre dall’alto della 24 gare che andranno a comporre un calendario stabile nelle tappe (si aggiungono solo Imola e Shanghai annullate l’anno passato) ma che presenta delle novità della sua stesura concettuale. 

La Formula Uno prova ad andare in direzione di quanto annunciato più volte: regionalizzare la lista degli eventi. Quello 2024 sarà il calendario del compromesso. Per tale natura, quindi, coesistono elementi negativi e altri positivi. Tra questi vi è il numero di gare. Questa, in linea di massima e sposando il punto di vista del tifoso, è una nota da accogliere con favore. 

Il dilatamento del calendario racconta di una Formula Uno in piena salute. Se il paradigma tutto spettacolo ed adrenalina voluto dagli americani fosse in crisi, di certo non avremmo un così pingue numero di manifestazioni che si rendono necessarie per soddisfare la fame di motori della fan base e la voglia di molti paesi in giro per il mondo di vedere i bolidi a ruote scoperte sfrecciare sulle proprie piste.

L’evidenza rappresenta una polizza assicurativa per il futuro della categoria che è uscita in scioltezza e con un nuovo slancio dopo la crisi pandemica e il succedaneo aumento vertiginoso dell’inflazione. Elementi che hanno quasi messo in ginocchio il Circus che ha reagito anche grazie alla presenza di regole finanziarie sempre più solide.

F1 – Calendario 2024

La grande vittoria di Stefano Domenicali è la razionalizzazione della logistica che determina un calendario regionalizzato. Un tema caro alla proprietà americana che ha sposato la politica Net Zero 2030 che si può realizzare solo limitando gli spostamenti globali. Era necessario rispondere a due istanze: ecosostenibilità della categoria e reazione alle ristrettezze finanziarie dei team dovute al budget cap che, è bene ricordarlo, dal 2026, sarà fissato in soli 130 milioni di dollari annuali. 

La F1 ha finalmente “localizzato” il calendario per macroaree col fine di evitare spostamenti dispendiosi, inquinanti ed illogici. “Dobbiamo adattarci a situazioni che mutano rapidamente sul fronte logistico”, aveva detto Domenicali qualche tempo fa e che aveva apertamente alluso alla necessità cogente di avere un calendario più intelligente disposto su aree geografiche più coerenti. 


F1: gli sforzi di Liberty Media sembrano non essere sufficienti

Anche se la strada imboccata è quella giusta è necessario prodursi in ulteriori sforzi. Sta emergendo con forza la tematica che riporta allo sfruttamento delle risorse umane che servono per tenere in piedi il sistema. Un uso che sta diventando troppo intensivo. Sergio Perez aveva evidenziato questa deriva per la quale chiedeva provvedimenti piuttosto celeri: 

Credo che l’ultima parte della stagione sia stata molto intensa a causa dei viaggi. La quantità di gare è decisamente al limite non solo per i piloti, ma anche per tutti i meccanici. Il programma deve essere più efficiente e deve cercare di prendersi cura di tutti i protagonisti di questo mondo”, ha sottolineato con veemenza il messicano.

La mia principale preoccupazione è relativa ad alcuni dei miei meccanici. Dobbiamo assicurarci di non fare molte gare per il gusto di farle. E’ una questione che solleveremo per cercare di capire cosa si può fare per cambiare. Probabilmente è tardi per il prossimo anno, ma per la stagione successiva cercheremo di massimizzare il tutto. Ricordo di aver visto persone molto esauste nell’ultima gara, quindi penso che sia qualcosa che dobbiamo prendere molto sul serio”.

Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing) a bordo della sua RB19

La F1 sta pensando di introdurre il sistema delle rotazioni interne dei membri dei team. In poche parole nessuno dei componenti di una franchigia, eccezion fatta per piloti e altre figure da individuare, sarebbe autorizzato a disputare tutte e 24 le gare. Proposta al vaglio ma che non potrà essere attuata tra tre mesi. Un lavoro che andrà quindi fatto in chiave 2025 non tralasciando però un’ulteriore spinta sulla regionalizzazione geografica del calendario. 

E’ questa la richiesta esplicitamente fatta da Max Verstappen in un’intervista rilasciata a speedweek: “Penso che dobbiamo migliorare questo aspetto in futuro, ma ovviamente non è possibile farlo a breve termine per il prossimo anno, è impossibile. E’ un po’ strano che arriviamo in un luogo partendo dall’altra parte del mondo. Non è molto sostenibile, e non solo in termini di emissioni, ma anche per quanto riguarda il nostro corpo. Ovviamente ci riusciremo, ma non è il massimo”.

A proposito di corpo, George Russell ha lanciato un allarme piuttosto serio. Il pilota della Mercedes sostiene che i continui spostamenti stiano avendo effetti rilevanti sul suo cuore: “A causa dei passaggi da un fuso orario all’altro la mia frequenza cardiaca durante il sonno notturno è in media circa il 25% più alta rispetto a quando mi trovo stabilmente fisso in un luogo”, ha spiegato il pilota a RN365.

Quest’estate ho trascorso due settimane in uno stesso luogo, il periodo più lungo degli ultimi tre anni, e la mia frequenza cardiaca è stata la più bassa di sempre. Durante l’inverno si stabilizza in un punto basso. Poi, non appena inizio a viaggiare, aumenta. Sicuramente dormo e recupero di meno, il che è naturale quando si salta da una parte all’altra del mondo. Non è solo una sensazione, ci sono i dati che lo confermano“.

George Russell (Mercedes AMG F1 Team)

Temi medici che la F1 non può non mettere al centro dei suoi interessi. Politica ambientale e produzione di capitali non possono essere le uniche materie oggetto di focalizzazione nel futuro prossimo, è necessario avviare una profonda riflessione sulla qualità della vita dei “meccanismi” che fanno girare l’ingranaggio: dagli uomini che operano dietro le quinte, passando ai meccanici e finendo ai piloti.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano