“Bombetta” di fine anno: il team principal Ferrari pare favorevole a modificare il parc fermé. Mentre sui social il Cavallino Rampante faceva gli auguri ai suoi tifosi con un politicamente supercorrettissimo “Buone feste”, non sia mai che qualcuno si offenda se sente nominare la parola “Natale” (al contrario di Mercedes che non ha avuto alcun problema a scrivere “Merry Christhmas”), c’è giunta voce di una flebile, ma comunque ragguardevole notizia legata al famoso (o famigerato) pranzo di fine anno organizzato a Maranello.
Sapete, quella cosa in cui che ci vai o non ci vai non cambia nulla, ma fa figo (direte che parla l’invidia e chi lo sa, magari è pure vero, almeno in piccolissima parte). Si sa, in tempi di magra bisogna far di necessità virtù, e anche noi siamo costretti a fare la nostra parte (qualcuno lo deve pur fare), spezzettando, a pranzo o cena una porzione in tante piccole parti ove tirar fuori articoli che interessino il lettore.
Certo, è impresa ardua il 26 dicembre, Santo Stefano (oddìo! Spero che qualcuno non si offenda per la citazione cristiana), comunque ci proviamo lo stesso, visto che l’argomento ci sta particolarmente a cuore. Stiamo parlando di una delle pensate più geniali (si fa per dire) partorite da mamma FIA con l’avallo di tutte le scuderie del tempo, in primis quella che ne avrebbe avuto maggior danno. Indovinate di chi si tratta? Esatto, e perché proprio Ferrari? Non c’è dato sapere…
Era l’ormai lontano 2003. La foglia di fico era quella di limitare gli interventi fra una sessione e l’altra per abbassare i costi evitando che le monoposto fossero rivoluzionate fra qualifiche e corsa, l’obiettivo grosso era rosso e vincente. Va da sé che negli ultimi anni tutte le scuderie si sono guardate bene dal fare qualsiasi critica, anche quando il parc fermé è diventato elemento di intrinseca mancanza di sicurezza (condizioni di pista variabili dal sabato alla domenica con possibili interventi sull’assetto della monoposto ridotti quasi a zero).
Il tema si è riproposto con forza, e questa volta i mal di pancia sono diventati più generalizzati, da quando con il format sprint hai una sola sessione di prove libere (il venerdì) per mettere a punto la monoposto e il parco chiuso scatta dopo le qualifiche anticipate proprio al venerdì. I solidi difensori ad oltranza di qualsiasi boiata della federazione diranno che è giusto così e bla bla bla.
Eppure il mal di pancia deve essere stato bello grande se pure il Terminator della F1 di un tempo, mister Caterpillar Stefano Domenicali, quello che “gronda bontà da tutti gli artigli” (semicitazione) ha aperto timidamente alla questione. Ma veniamo al nostro Federico Vassallo, alias Fred Vasseur. Il team principal della rossa, appunto nel corso del pranzo di Natale a Maranello, ha sottolineato quella che in un mondo normale sarebbe un’enorme ovvietà ma che nel mondo strano della F1 potrebbe pure sembrare rivoluzionario.
La sue parole: “Non posso dire che fossimo contenti del parco chiuso ad Austin. Il problema è che hai una sola sessione di prove libere per metter a punto assetto, altezze da terra, raffreddamento e altro ancora. A volte, quando hai un piccolo problema nelle Fp1, non riesci poi a trovare la strada per il resto del weekend e vai alla cieca. Aprire il parco chiuso potrebbe essere positivo. Magari possiamo discutere di quali aspetti aprire. Sarebbe la decisione giusta” .
Amen. Ci spero ma non ci credo. Attendiamo, poco fiduciosi, le mosse di matrigna FIA e di Liberty Media…
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari – FIA