E’ abitudine – e logica prassi – che un pilota affronti argomenti inerenti la sua sfera d’esercizio. E’ normale, quindi, sentire esprimersi Leclerc, Sainz e tutti gli altri protagonisti del Circus della F1 circa le proprie auto, le piste che affrontano, in relazione ai problemi tecnici che hanno incontrato, sulla soluzione degli stessi o a come si è stato gestito un particolare momento di un determinato gran premio.
Queste idee vengono chiaramente manifestate alla stampa accreditata, anche se sempre più spesso le scuderie si affidano ai propri canali ufficiali dai quali vengono diramati comunicati in cui sono riportate le parole dei protagonisti proferite senza l’interlocuzione di un addetto media dipendente. Ma il vecchio metodo di interagire con i giornalisti non è del tutto tramontato, anche in una Formula 1 che muta rapidamente. Le conferenze che precedono l’evento e la zona mista sono gli spazi in cui si può esercitare la professione ancora come ai vecchi tempi.
Proprio sul mestiere del cronista il duo ferrarista ha parlato ai taccuini dei colleghi di FormulaPassion. Ne è venuta fuori, in tono ovviamente sciolto e a tratti scherzoso, una tiratina d’orecchie ad una categoria che, mettendosi nei panni di chi è mediaticamente sovraesposto, a volte è più pressante del ritenuto tollerabile.
Secondo Leclerc il giovedì dedicato ai media è il momento più ripetitivo di ogni weekend di gara. E questo non è un buon inizio per chi deve raccontare la Formula 1. “Le interviste non sono mai spiacevoli ma facendone così tante tutte insieme finisci per ripetere tante volte la stessa cosa e a fine giornata è chiaro che la cosa può diventare un po’ più pesante”. Questo il pensiero del pilota ex Sauber che, a ben analizzare le cose, è forse più critico del formato imposto dalla FOM che dalle interviste in sé.
Ovviamente sull’appagamento nel concedersi alla stampa contano anche gli esiti del weekend. “Quando le cose vanno bene penso che sia sempre facile parlare ai giornalisti perché non c’è niente di negativo di cui discutere. Quando invece il weekend è stato un po’ più complicato e le cose non sono andate bene per un qualsiasi motivo, allora sì, in questo caso è la parte più complicata del fine settimana”, ha osservato Carlos Sainz.
Un conducente, nel rapporto non sempre sereno con i media, vorrebbe essere stimolato. I piloti sono anche dei fruitori di servizi e vorrebbero poter consultare analisi tecniche “[…] Visto che per noi piloti è ovviamente molto difficile seguire tutti sulla griglia”. Questo il pensiero di Leclerc che ribadisce il concetto: “Le analisi tecniche di certi componenti o cose del genere è sempre qualcosa che mi interessa in qualità di pilota”.
La professione giornalistica è comunque trattata con rispetto considerando la sua necessaria funzione. Leclerc pone l’accento sui sacrifici che molti professionisti devono fare in stagioni molto lunghe nelle quali sono costretti a stare lontani dai propri affetti: “Credo che debba sempre esserci la passione quando si va via per così tanto; è una cosa per cui portare rispetto”.
Sainz è più tagliente e, forse memore di alcuni articoli che lo hanno visto protagonista circa il rinnovo (non ancora formalizzato) con la Ferrari, ha puntato l’indice contro chi si esprime ed opera per preconcetti. ”Personalmente tendo a rispettare il giornalista imparziale, che riporta la realtà dei fatti. Per me questo è il giornalista per cui portare più rispetto”. Evidentemente tutte quelle ricostruzione che volevano lo spagnolo flirtare con altre scuderie hanno segnato il suo giudizio. Comprensibile.
Forse per questo motivo, alla domanda su come i madrileno si informa circa la sua categoria, denuncia un moto di disamore: “I siti che seguo sono quelli più conosciuti nel motorsport. Ma, ad esser sincero, ogni anno in più che passo in Formula 1 ne guardo sempre meno. Quando ho qualche giorno di pausa provo a sconnettermi dal mondo del motorsport. Prima quando c’erano meno gare c’era più tempo per guardare un po’ i siti, ma ora ce ne sono tante”.
La Formula Uno è la massima espressione dello sport motoristico. E’ dunque connaturato ad essa un livello di pressione che in altri contesti non si percepisce. L’ambiente Ferrari, ancora, si comporta come un moltiplicatore pressorio che i media aiutano ad ingigantire ancor di più. Servono spalle larghe e testa d’acciaio per superare l’ordalia che determina il correre sotto le insegne del Cavallino Rampante.
Nonostante tutto, il monegasco afferma di non essersi mai sentito focalizzato dalla pressione dell’essere esponente della Ferrari che è invece un aspetto positivo: “Abbiamo tantissimo sostegno ovunque. Quando vedi quanta passione c’è in tutti coloro che si spostano sei spinto ancora di più a fare bene. Non la considero come una pressione. E’ una cosa bellissima che fa nascere la passione per la Ferrari che apprezzo e che non percepisco come problema”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Sainz che vede nei tifosi una risorsa, grazie al loro sostegno, più che un problema. Sull’idea di pressione Carlos lancia uno spunto interessante: ”Il pilota è l’anima più competitiva che c’è in tutto il paddock. Quando non fa bene qualcosa la pressione se la crea da se’. Abbiamo sempre l’impressione di essere i migliori e quando ti accorgi di non esserlo stato la pressione la crei tu stesso”.
Come detto, i media, sovente, contribuiscono ad aumentare il carico psicologico. Sainz lo evidenzia indirettamente: “E’ vero che i media a volte fanno domande complicate, ma se le sai gestire, anche quelle diventano più facili”. Quello che si è da poco concluso non è stato un anno facile per Maranello visto che gli obiettivi non sono stati centrati. I piloti, fin troppo spesso, si sono trovati esposti dinanzi ai microfoni dove dar conto di problematiche causate dal team e che loro malgrado hanno dovuto subire.
Per il 2024 la speranza dei due alfieri rossi è di avere un “ferro del mestiere” più efficace per poter ottenere vittorie e soddisfazioni che, di conseguenza, renderebbero le interviste più di quel necessario “supplizio” in cui si trasformano quando le gioie latitano con troppa frequenza.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari