Nella giornata di ieri è arrivata la formalizzazione: la line-up piloti di F1 del 2024 sarà perfettamente sovrapponibile a quella che si è disimpegnata nella seconda parte del mondiale 2023. In bilico c’era ancora la posizione di Logan Sargeant che, con un comunicato della Williams, è stato confermato anche per l’anno venturo.
Un rinnovo per una singola stagione per un pilota che ha faticato molto e che ha brillato poco nella scomoda posizione da rookie. Alex Albon, protagonista di una stagione sontuosa, ha ottenuto ben 27 punti che sono valsi la tredicesima piazza nella classifica generale.
Il driver statunitense, con un solo punto in carniere, ha evitato l’onta dell’ultima posizione che è rimasta nelle mani di Nyck de Vries appiedato dall’AlphaTauri in favore di Daniel Ricciardo che qualche tribolazione l’ha subita a causa dell’incidente occorsogli a Zandvoort che l’ha tenuto fuori diversi gran premi.
La decisione finale di James Vowles e della proprietà della franchigia di Grove non è stata presa con facilità. Lunghe riflessioni sono state necessarie visto che diverse strategie erano state vagliate. Una di queste riconduceva all’opportunità di cedere alle lusinghe della Mercedes che intendeva piazzare Frederik Vesti nella seconda monoposto inglese per ripetere quanto fatto con George Russell.
Ma all’epoca la mano di Toto Wolff nella scuderia che fu di Sir Frank era molto più visibile. Con l’ingresso del fondo Dorilton Capital, Mercedes ha via via perso influenza e il potere decisionale è tornato nel pieno controllo della proprietà. Come giusto e normale che sia. L’ascesa al ruolo di team principal de James Vowles, ex uomo forte della Mercedes, aveva fatto ritenere che l’ombra di Brackley potesse ancora allungarsi sugli storici capannoni di Grove. Così non è stato.
L’ex tattico della Stella a Tre Punte si è subito contraddistinto per la grande indipendenza dalla sua precedente squadra fino ad arrivare, parlando di revisione del budget cap, a contrastare la politica di Toto Wolff che si opponeva, insieme a Red Bull e Ferrari, alla concessione di deroghe alle realtà medio piccole affinché potesse adire a fondi extra per recuperare il gap strutturale.
La nuova proprietà della Williams non ha mai peccato in decisionismo. Lo si apprese con il siluramento di Jost Capito, vulcanico team principal che fu messo sul banco degli imputati per una stagione, quella 2022, al di sotto delle attese. Da quell’evento è dipeso l’ingaggio di Vowles che, piano piano e non senza difficoltà, sta cercando di ristrutturare una squadra dalla struttura troppo pesante.
Nella riconferma di Sargeant c’è molto della dirigenza statunitense. L’ex pilota del team Carlin di F2 era l’unico pilota americano in griglia durante la passata stagione e a questa evidenza non erano insensibili né le figure apicali di Dorliton né quelle della Formula 1 che hanno spinto affinché il conducente di Fort Lauderdale facesse ancora capolino nel Circus.
Con tre gare sul suolo statunitense, un team come Haas che è ormai una solida realtà della categoria, un altro che potrebbe entrare supportato da un motorista a stelle e strisce (Andretti – Cadillac) non avere un driver yankee sarebbe stata quasi un’anomalia in una F1 nella quale si sente sempre più forte l’impronta di Liberty Media che sta imponendo il suo modello di show e di business a una serie che si adegua rapidamente a novità che fino a qualche tempo fa erano considerate quasi eresie. Vedasi sprint race e affini.
Ma la Williams non ha operato solo per accontentare Liberty Media. Ha semplicemente sfruttato l’opportunità colmando utilitaristicamente un vuoto e lo ha fatto anche ritenendo che il pilota possa crescere ulteriormente. Ancora, ha inteso ed intende dimostrare che la propria academy sia in grado di sfornare talenti capaci di vincere le sfide che la F1 offre. Da qui la rinnovata fiducia a Logan e le porte chiuse ai vari Frederik Vesti, Mick Schumacher, Theo Pourchaire e tutti gli altri nomi che erano circolati negli ultimi tempi.
La direzione tecnica della Williams ha scelto di interrompere lo sviluppo della propria vettura dopo aver introdotto un importante aggiornamento in Canada. Era l’ottava gara della stagione 2023. Il fine era chiaro: concentrarsi sulla vettura del 2024. Nonostante uno stop molto anticipato gli uomini di Grove hanno chiuso in settima piazza (tre posizioni recuperate sul 2022, ndr), un risultato ottimo per un team abituato a navigare nelle zone bassissime dello schieramento.
Sargeant, come Albon, si gioverà di questa politica all’interno di una struttura che conosce meglio e dopo aver accumulato esperienza in ogni singolo tracciato del calendario. La Williams, chiaramente, non ha voluto offrire un prolungamento molto lungo limitandosi a concedere un anno aggiuntivo ad un professionista che ora è chiamato a fare quel salto di qualità che ancora non s’è visto né nella massima categoria né nelle serie propedeutiche. Sargeant si gioca una buona fetta di futuro, la Williams ha rischiato il giusto avendo tra le mani diverse alternative valide a cui ricorrere in caso d’emergenza.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team, Williams Racing