Formula 1

Ferrari, “confessioni private” di un pilota: nella mente di Carlos Sainz

Carlos Sainz è un pilota esperto. Prima di correre in Ferrari ha “frequentato” altre scuderie dove ha maturato una serie di esperienze fondamentali per lo sviluppo della sua carriera. Un debutto al fianco dell’attuale principe della F1, Max Verstappen, dove numeri alla mano non ha affatto sfigurato. Successivamente viene dirottato in Renault dove mette assieme prestazioni assai decorose. Tuttavia la scuderia francese già in estate fa sapere che prescinderà dal suo operato e così, lo spagnolo, sigla un accordo con McLaren dove spenderà due anni al fianco dell’amico Lando Norris.

Maggio 2020, la svolta della carriera. In data 14 l’iberico ufficializza l’intesa con la rossa che lo porterà a Maranello a partire dal mondiale 2021, per sostituire il partente Sebastian Vettel oramai in rotta con la rossa. Un’operazione voluta dall’ex team principal della Ferrari che, forte del suo potere decisionale, aveva individuato nel madrileño la perfetta spalla per Leclerc. Forse il primo errore di valutazione nacque proprio in questo momento, quando Mattia Binotto lo convinse di non avere nulla in meno del monegasco, promettendo una “pari condizione” assai utopistica.

Le conferme arrivarono direttamente dall’ingegnere di origine svizzera, quando in più di un’occasione, alla stampa mondiale, dichiarò come il Cavallino Rampante volesse puntare secco su Charles, per riportare in Via Abetone Inferiore 4 i titoli iridati assenti oramai da molto (troppo) tempo. Una condizione vissuta da Carlos abbastanza positivamente sino a metà della scorsa stagione, quando l’orgoglio iniziò a farsi spazio dentro di lui. E fu così che arrivarono le prime incomprensioni con il team, “disobbedendo” ad alcuni ordini del muretto nell’arco del campionato.

Carlos Sainz e Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) con le divise edizione Las Vegas 2023

Il rapporto con il compagno di squadra è attualmente molto buono. Sostenere il contrario significherebbe mentire. Tuttavia alcune acredini hanno fatto presenza perché Sainz, guardandosi allo specchio tutte le mattine, non vede in sé nulla di meno paragonandosi a Leclerc. La coppia di ferraristi ciò nonostante funziona. Tuttavia, resta da capire se continuerà a farlo all’interno di un ipotetico domani decisamente più competitivo per la storica squadra modenese.

Si tratta di uno scenario dove per forse di cosa si deve gettare la maschera e la “lotta serrata e fratricida” alimentata dall’ambizioni non può far altro che palesarsi senza esclusione di colpi. Tornando al presente possiamo dire che per il momento lo spagnolo pare assai centrato. Lavora tanto per migliorare se stesso e, ovviamente, al di la delle consuete frasi di circostanza atte a minimizzare le congetture di carta stampata, web e quant’altro, tra gli obiettivi primari di Carlos uno in particolare spicca: stare davanti al suo teammate.


Ferrari, Sainz: l’ispirazione multiforme dello spagnolo al volante della rossa

La nuova era della F1 porta con se un “cambio epocale”. Con ogni probabilità uno dei più drastici, a livello aerodinamico, se scartabelliamo nella recente storia della massima categoria del motorsport. Il piano squisitamente tecnico ha spinto i piloti verso un chiaro adattamento di pilotaggio. Le wing car si guidano diversamente se paragonate alle vetture della vecchia generazione. Un processo dove Sainz ha faticato non poco. Lui stesso lo ammise in tempi non sospetti, dovendo spendere diversi mesi per trovare l’handling adeguato, in grado di estrapolare le sue abilità alla guida di una F1.

A scuola uno dei primi insegnamenti di base riguarda il “non copiare” gli altri. Farcela da soli, insomma, con le proprie forze. In linea generale parliamo di un concetto senza dubbio corretto. Tuttavia nella vita reale di una persona adulta, studiare chi ha raggiunto il successo funziona. Woody Allen nella sua auto-biografia lo spiega a chiare lettere: “copiare serve eccome, specie se lo si fa dai migliori“.

Prendere spunto e in qualche modo fare propri i successi altrui, benchè le modalità possano essere applicate in diversi campi lavorativi. In F1 guardarsi attorno si attesta come pratica più che necessaria. Lo è sempre stato dal punto di vista tecnico, dove gli ingegneri visionano nei dettagli le auto avversarie per poi riprodurre le parti aero-meccaniche che meglio funzionano. Stesso discorso vale per l’interpretazione alla guida.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) a bordo della sua SF-23

Grazie la telemetria si può “facilmente” replicare un approccio al volante di un altro pilota, con il chiaro obiettivo di alzare le prestazioni complessive della tornata, riuscendo di riflesso a performare in modo migliore nei punti dove non si risulta abbastanza rapidi. Il tutto accade pure tra compagni di squadra, dove gli stessi ingegneri suggeriscono il metodo più vantaggioso da mettere in atto, in quelle curve dove il rendimento non è all’altezza desiderata.

Sainz non fa mistero di questa cosa. Al contrario spiffera ai quatto venti la sua “naturale ossessione” verso gli altri. L’esempio numero 1 dal quale arricchirsi ha un nome: Max Verstappen. L’iberico dichiara di tenere sempre sottocchio gli on board del tre volte campione del mondo di F1, per cercare di avvicinarsi alla sua impostazione vincente che gli permette di essere praticamente sempre al top in ogni condizione di pista. All’interno di questo quadretto non manca il britannico Lando Norris visto la sua conclamata bravura.

Menzione speciale anche per gli alfieri Mercedes, i quali sebbene possiedano caratteristiche differenti tra loro, forniscono senza dubbio un materiale di studio assai utile. Per quanto concerne la gara Fernando Alonso è da sempre considerato uno dei massimi interpreti. Un conducente capace di ottimalizzare il rendimento del mezzo meccanico tramite una visione della corsa davvero sopra le righe. Ispirarsi al fenomeno di Oviedo, quindi, risulta alquanto redditizio.

Fernando Alonso (Aston Martin) – Carlos Sainz (Scuderia Ferrari)

Un tratto distintivo che da sempre Carlos ha saputo mostrare nella sua carriera, anche in Ferrari. In ultima istanza Sainz menziona l’altro “Carlo” ferrarista, in quanto con lui condivide auto, garage e briefing. L’ispirazione dello spagnolo al volante della rossa è multiforme. Una mescola di “metodologie” utilizzate a proprio piacimento che però, gioco forza, devono essere in grado di produrre uno stile ben definito. Perchè sebbene copiare gli altri può risultare tremendamente fattuale, l’identità propria deve sempre fare presenza.

Questo sembra essere lo scoglio più difficile da arginare all’interno di un “contesto ispirativo”. Analizzando il rendimento del madrileño in queste ultime tre campagne agonistiche spese stringendo il volante della Ferrari, possiamo dire che il target fissato è stato raggiunto? Carlos è maturato come pilota e nel prossimo futuro sarà capace di sfidare ad armi pare il “prescelto”. Sebbene in merito, noi di Formula Uno Analisi Tecnica abbiamo maturato diversi pareri durante le utile settimane, saremo grati di ascoltare il vostro.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz 

Immagini: Scuderia Ferrari

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Pubblicato da
Zander Arcari