Formula 1

Ferrari/Vasseur, l’economista aziendale preoccupato: confusione economica in vista

Frederic Vasseur, Scuderia Ferrari, solleva un tema interessante. Andiamo con ordine però. In F1 i soldi contano eccome, specie da quando Liberty Media ha messo piede nel Circus appoderandosi della massima categoria del motorsport. La proprietà a stelle e strisce ha il suo bel da fare su vari fronti. Uno in particolare non sta facendo dormire sogni tranquilli agli americani. Parliamo dell’allargamento relativo ai team partecipanti nel mondiale che dal 2026 potrebbe vedere 22 vetture prendere il via alla prima gara.

In tempi non sospetti la Federazione Internazionale ha fissato i punti necessari alla candidatura in F1. Gli aspiranti, quattro per esattezza, hanno “subito” una valutazione in base alle loro capacità tecniche, sportive, finanziarie, per poi essere valutare su esperienza e risorse umane disponibili. A margine di attente analisi Andretti Formula Racing LLC è passato alla fase successiva come unica squadra in grado di soddisfare i severi criteri stabiliti.

La FIA ha pertanto accettato il passaggio alla “fase due” che a quanto sembra è più complicata di quello che si pensava. La scuderia statunitense è infatti “bloccata” all’interno di una mera questione commerciale. Sotto questo aspetto, malgrado le parole di circostanza, i team che attualmente abitano il Circus nascondano una certa riluttanza verso l’undicesima squadra. La ragione è presto detta: dividere la torta in più parti significa che la fette per ciascuno dei commensali sarà di riflesso più piccola.

A tala proposito Andretti ha detto la sua, sostenendo che la loro presenza potrà fare crescere gli introiti complessivi della categoria. Un chiaro fattore che andrebbe in qualche modo a compensare l’iniziale spartizione più bassa degli introiti. Tuttavia i team che sino ad ora hanno gareggiato in Formula Uno non sembrano affatto d’accordo. Lo testimonia il provvedimento che prevede una sorta di tassa per ogni nuovo aspirante da versare nelle casse della F1.

Michael Andretti a colloqui con Mohammed Ben Sulayem

Si tratta di una cifra davvero alta: la bellezza di 200 milioni di dollari che a distanza di tempo sembrano addirittura troppo pochi visto che, le squadre attuali, hanno addirittura chiesto di triplicare il pagamento raggiungendo una soglia pari a 600 milioni di dollari. Una sorta di “indennizzazione” che andrebbe a coprire i buchi finanziari provocati dall’ingresso di una nuova scuderia nell’elitario mondo della F1.


Vasseur: il team principal della Ferrari è preoccupato per il futuro economico della F1

Oltre alle varie vicende menzionate nell’introduzione dell’articolo c’è un fatto che tedia non poco le parti. Parliamo del famoso patto della concordia che scadrà nel 2025. In nuovo accordo per la stagione seguente non è di facile lettura. FIA, FOM e le scuderie dovranno sedersi al tavolo per trovare un compromesso che possa soddisfare appieno tutti i voleri dei partecipanti. Per di più, all’interno di questo scenario già di per se complicato, “si muove” il tetto salariale che di fatto non rende le cose più semplici. Su queste tematiche si è di recente espresso il boss della GES, al secolo Frederic Vasseur.

Il manager di Draveil è preoccupato. Sostiene che la F1 non abbia appreso come diverse dinamiche debbano essere modificate. Questo malgrado il passato lo suggerisca fortemente. Un “quadretto finanziario” mutevole che se non gestito al meglio potrebbe fare più danni che la grandine. Un’incertezza nociva che di buono nulla promette, insomma. Il ferrarista mostra idee molto chiare al riguardo, in quanto organizzazione e regole saranno decisamente più esposte agli elementi se le squadre saranno 11 piuttosto che dieci.

James Vowles (Williams F1) – Toto Wolff (Mercedes AMG F1 Team – Frederic Vasseur (Scuderia Ferrari)

Le perplessità del transalpino si palesano con forza. Sì perchè quando le cose vanno bene positività e ottimismo non mancano. Ma appena le questioni girano storte, tenendo presente che per Vasseur uno scenario negativo potrebbe puntualmente presentarsi, allora le lamentele arriveranno copiose. Pertanto propone attenzione su questo punto in relazione al domani, visto che si parla di inflazione e del suo inserimento nel budget cap e dell’aumento relativo all’ammontare del flusso di cassa impiegato dalle scuderie in quanto aziende. Senza contare la voglia di ridurre i redditi.

Una serie di cambiamenti che generano instabilità nella gestione impresariale. Il grattacapo è grande, fa sapere Frederic, sostenuto dall’ingegnere britannico ex Mercedes James Vowles, ora tra le file della Williams. Secondo il tecnico di Felbridge il problema in se non riguarda l’inserimento di un’altra squadra in F1 ma bensì la mancanza di una stabilità finanziaria che di fatto, al momento, non lo consentirebbe senza rischi. Il suo pare: consolidare lo status economico della categoria e solo allora valutare nuovi competitor.

Una cosa è certa, ancora una volta: guardare ai propri interessi in questi casi è lapalissiano. E sebbene come sostenuto a gran voce da alcuni protagonisti il problema in se non è certo Andretti, in linea generale l’arrivo di altre scuderie in F1 non è ben visto di buon occhio da nessuno dei team. Il braccio di ferro è in atto e come stanno le cose definire lontane le parti sopracitate pare quasi un eufemismo. Tempi bui si avvicinano, pare…


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz 

Immagini: Scuderia Ferrari

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Pubblicato da
Zander Arcari