Formula 1

Mercedes naviga nella transizione verso approdi incerti

Non più di una settimana fa, Christian Horner, parlando dei potenziali avversari della Red Bull in chiave 2023, ha fatto aperto riferimento ai rivali a cui ha sottratto lo scettro del comando: “Non ho dubbi che la Mercedes si presenterà a dir poco agguerrita. Sono un grandissimo team e hanno dominato per anni, ora stanno attraversando un momento un po’ più delicato, ma torneranno al vertice”.

Investitura o semplice strategia atta a mettere pressione su un team che non se la passa bene? Potrebbero essere vere entrambe le cose perché Mercedes continua ad avere una struttura efficiente e competenze di primissimo grado ma è parimenti in una fase di rivisitazione di se stessa che potrebbe avere bisogno di altro tempo per compiersi. 

I mali della Stella a Tre Punte, nell’era della F1 di nuova generazione, affondano le radici nel momento in cui si andò a definire il concept zero sidepod. Cosa avvenuta durante il duello infuocato del 2021 tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. Se Red Bull lavorava a una filosofia apparentemente più standard, a Brackley avevano osservato dati sconvolgenti con le forme che hanno caratterizzato la W13. Come sono andati i fatti è cosa nota. 

George Russell (Mercedes W13) e Max Verstappen (Red Bull RB18) schierati poco prima della partenza – Stagione 2022

Dopo aver sconfitto il pompaggio aerodinamico, la vettura concepita da Mike Elliott recuperò parecchio terreno. Gli sforzi furono premiati con la doppietta al Gran Premio del Brasile che può essere definito come il grande inganno, la base d’appoggio che ha confermato il concetto slim che sulla W14 è durato poco per manifesta incapacità di produrre prestazioni all’altezza delle ambizioni della squadra.

Già durante lo shakedown di Silverstone fu chiaro che la stagione degli “uomini in nero” sarebbe stata un Everest da scalare con corde corte e ramponi spuntati. “Mi sentivo esattamente come quando guidavo la W13. Non è stata una bella sensazione perché avevo davvero grandi speranze” Queste le parole di Hamilton appena assaggiata la pietanza. 

Il test in pista è stato confermativo per Lewis che s’era detto preoccupato per la conferma di un concept che non aveva dato i frutti sperati. Il déjà-vu si è concretizzato su tutta la linea visto che nel 2023, nonostante il terzo posto finale e sei podi totali per il britannico, è mancata la vittoria e soprattutto non si è praticamente mai stati del giorno buono per ottenerla. La Mercedes è sembrata lontana anni luce dalla Red Bull nonostante le continue migliorie somministrate nel corso del campionato alla nera monoposto.

Il Gran Premio degli Stati Uniti aveva illuso con prestazioni di un certo livello nonostante la squalifica della “44” per l’eccessiva usura del pattino. Il fondo nuovo aveva dato qualche speranza che è stata disattesa nella fase finale del campionato condotta in maniera opposta a quella 2022 quando la W13 era andata in netto crescendo. Un mondiale chiuso ad andamento lento per un team che stava evidentemente concentrando tutti gli sforzi sulla prossima stagione.

Nuovo fondo Mercedes W14 – Gp Usa 2023

Mercedes: i problemi non sono solo tecnici

Non è solo sul comparto tecnico che Mercedes deve operare per uscire fuori da una fase piatta che dura ormai da due stagioni. Il team non sta operando al meglio, di sicuro è al di sotto degli standard cui ci ha abituati negli anni addietro, quando imponeva il passo alla categoria. Russell e Hamilton, pur non replicando le tensioni emerse nel 2016, si sono “beccati” diverse volte in pista.

Qualifiche in Spagna, Belgio, Giappone, Qatar dove è arrivato il contatto fatale. Questioni risolte immediatamente e che non hanno lasciato strascichi, ma che raccontano di una gestione dei piloti non efficace e che alla lunga potrebbe essere motivo di problemi ben più grossi. 

Toto Wolff è chiamato a rispondere con strumenti più idonei perché si parla di due conducenti veloci e ambiziosi che di certo non cedono facilmente all’altro. Anche il livello medio delle strategie definite in stagione è stato insufficiente, così come le operazioni ai box che sono risultate spesso lente e non all’altezza di un sodalizio così blasonato. La partenza di James Vowles s’è fatta sentire e l’idea che il compartimento sia in fase di ristrutturazione è emersa molto chiaramente. 


Mercedes: che fine ha fatto la stabilità?

Ma l’aspetto che preoccupa di più è forse quello della guida tecnica. Dopo l’addio di Mike Elliott, che praticamente è stato messo ai margini ben prima della metà del mondiale 2023, James Allison ha preso il comando delle operazioni e l’ha fatto soprattutto per legare reparti di progettazione che si stavano muovendo in maniera un po’ troppo autonoma e disarmonica. Un intervento apparso tardivo perché compiuto a mondiale in corso e dopo aver accumulato ulteriore ritardo dalla fuggitiva Red Bull

Diverse figure chiave di alto livello sono andate via o sono state riallocate. Cosa che a Milton Keynes, sempre per tenere acceso il paragone col team che vede nella Stella a Tre Punte una minaccia concreta, non s’è verificata. In Red Bull i quadri tecnici sono noti e solidi da anni: Adrian Newey è Chief Technical Officer, Pierre Wache è Technical Director, Paul Monaghan è Chief Engineer e Jonathan Wheatley è Sporting Director.

Le partenze di Rob Marshall andato in McLaren e il di Dan Fallows accasatosi in Aston Martin non hanno mosso di un millimetro la struttura. Mercedes, invece, dal 2020 ha cambiato due volte direttore tecnico, due volte il CTO e ha perso il guru delle power unit, quell’Andy Cowell sostituito da Hywel Thomas. Inoltre, ha detto addio a un pezzo grosso come Aldo Costa e, come ravvisato in precedenza, ha dovuto sostituire il direttore delle strategie.

Motoristi Mercedes in posa all’esterno della sede di Brixworth

Uno tsunami in scala ridotta che di certo non è favorevole alla creazione di auto vincenti né di quel contesto operativo necessario ad issarsi in cima alla categoria. Per anni, in Mercedes, la stabilità è stata un punto di forza. Quella attuale è una squadra che, per citare un pensatore illuminato e illuminante come Immanuel Wallerstein, sta navigando nella transizione in una fase di biforcazioni storiche che possono portare alla concretizzazione di qualsiasi scenario, da quelli più rosei a quelli meno auspicabili. 

Il team diretto da Toto Wolff si gioca tantissimo col modello 2024 che, se non dovesse essere centrato, rischia di portarsi dietro anche la futura W16. Cosa che sposterebbe l’eventuale rimonta al 2026, anno del nuovo contesto normativo. Ma anche a quella data ci si deve arrivare preparati da un punto di vista aziendale. Perché la confusione che ha caratterizzato gli ultimi anni non potrà mai produrre elementi vincenti. 


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team

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Diego Catalano