Red Bull RB19, una vettura iperuranica. La definizione non potrebbe essere più azzeccata dando un rapido sguardo ai numeri della campagna agonistica 2023. Parliamo di un progetto tecnico davvero al top che ha consentito a Max Verstappen e Checo Perez di fare il vuoto alle proprie spalle. Malgrado la stagione altalenante e ricca di infortuni messa assieme dal messicano, infatti, la numero 11 si è comunque aggiudicata il secondo posto nella classifica. Mentre nelle sapienti mani dell’olandese la vettura austriaca è parsa mostruosa.
Nata sulla base della sua progenitrice RB18, il bolide colorato blue racing ha mostrato diverse caratteristiche. Una su tutte la grandissima versatilità. Un fondamentale che deriva dalla finestra di funzionamento molto ampia. Dominare l’equazione carico/efficienza significa appunto questo: avere la possibilità di settare al meglio la vettura in base al layout senza perdere competitività. Una dimensione endemica che ha sempre messo in risalto i punti forti della monoposto.
Parliamo di contesto studiato a monte, con le gambe sotto il tavolo, da quel genio di Adrian Newey. Il britannico di Stratford-upon-Avon ha scelto un’impostazione assai saggia durante l’inverno scorso, mantenendo gli aspetti vincenti dell’auto 2022 e contestualmente ha potenziato alcuni elementi non ottimali quali generazione di carico e trazione. Il tutto, sommato all’effettività straordinaria nel fendere l’aria ha creato una sorta di “mostro competitivo” praticamente imbattibile.
Per di più, in configurazione gara con alto quantitativo di carburante a bordo, la RB19 ha sempre sciorinato grande continuità nel passo. Si tratta di un fattore preponderante nei long run, in quanto la capacità di attivare e gestire le coperture alla perfezione ha fornito tanta fiducia ai piloti nell’arco delle corse. Insomma possiamo dire una vettura quasi perfetta che però così non è, a quanto pare. Lo stesso tre volte campione del mondo lo sottolinea, facendo sapere che l’obiettivo per il 2024 mira a cancellare i piccoli difetti che in alcune occasioni hanno complicato le cose.
Senza dubbio suona assai strano commentare presunti punti deboli di un’auto capace di infrangere qualsiasi record precedente. Eppure secondo il talento di Hasselt ci sono diverse aree dove le migliorie possono e devono fare presenza nel prossimo futuro. Questo considerando che al terzo anno con il medesimo corpo normativo, almeno si spera, i competitor della Red Bull avranno più chiari in mente i concetti tecnici vincenti da sfruttare nell’attuale regolamento.
Verstappen è un perfezionista. Il suo obiettivo non è stravincere. Non dare la minima possibilità agli avversari. Per farlo è in arrivo un ulteriore step competitivo che, secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, pare non sia affatto piccolo. D’altronde non avendo praticamente più aggiornato la RB19 dalla fine dell’estate, i colpi in canna da spendere sono diversi. Max lo sa e lo anticipa, parole che in un certo modo “spaventano” non poco la concorrenza.
Grandi gli sforzi profusi per accrescere il rendimento e donare alla RB20 un anteriore sì solido ma non troppo, ad esempio. Parliamo di un elemento che in talune circostanze ha dato vita ad alcuni grattacapi nel trasferimento di carico. Per questo l’evoluzione deve essere continua. Gli aspetti principali della RB19 hanno subito un lento processo di analisi. Modificare alcuni tratti distintivi con un preciso scopo: mantenere i benefici forniti limando le “controindicazioni”, se così possiamo definirle.
il campione del mondo in carica sa che tagliare la linea del traguardo davanti a tutti nuovamente una ventina di volte sarà pressoché impossibile. D’altra parre l’obiettivo resta il medesimo: continuare la striscia positiva portando a casa ulteriori trofei. E non importa se l’egemonia non sarà così marcata, perchè alla fine dei conti, nel 2024, quello che importa è realizzare 1 punto in più in ambedue le classifiche iridate.
In ultima istanza dobbiamo tenere presente un fatto che in qualche modo ha reso la vita ancor più facile alla scuderia di Milton Keynes lo scorso campionato. Non avere alle spalle un chiaro contendente ma bensì, a turno nell’arco del mondiale, diverse squadre che hanno ricoperto il ruolo di seconda forza, ha garantito una certa sicurezza alla Red Bull. Garanzia che il gruppo di lavoro pluri campione non si aspetta di possedere nel prossimo mondiale.
Per il resto possiamo aggiungere un congettura che in parte deriva dall’esperienza maturata negli anni. Forse risulta alquanto banale ricordarlo ma lo facciamo lo stesso. Attraverso un rapido sguardo alla storia recente della Formula Uno, possiamo dire con certezza che cancellare la supremazia tecnica di una squadra vincente senza un netto cambio regolamentare non è mai stato possibile. Attendiamo gli eventi nella speranza che le cose possano cambiare almeno in parte.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing