Formula 1

Red Bull e il classico scaricabarile invernale della F1

Il rimpiattino è il gioco più in voga nelle soste invernali della F1. Ogni soggetto, pur affermando la volontà di far bene nella stagione successiva, tende a sfuggire dalla luce dei riflettori per non sobbarcarsi tutto il carico pressorio rappresentato dall’essere i favoriti. In queste settimane di apparente pausa (nelle fabbriche il lavoro procede spedito) è un continuo “Prego, vada avanti lei”. 

Mercedes, pur affermando ai quattro venti che non intende attendere il nuovo corso regolamentare per tornare stabilmente in cima, sostiene che la ristrutturazione interna non li metterebbe sullo stesso piano dei campioni del mondo. Ferrari, dal canto suo, sottolinea quanto sia stato grande il gap e quanto sia difficile assottigliarlo in pochi mesi.

Aston Martin, nelle parole di Mike Krack, annuncia che a inizio anno non saranno pronti per vincere ma che puntano a crescere di gara in gara per vedere dove si arriverà. Forse la sola McLaren prova a mostrare le spalle larghe senza però eccedere in ottimismo che potrebbe trasformarsi in sterile sicumera e dannosa baldanza.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) – Oscar Piastri (McLaren)

F1, Red Bull prova a fare lo scaricabarile

E Red Bull cosa fa? I mattatori della Formula Uno a effetto suolo, i padri padroni del mondiale 2023 infarcito di record che dureranno chissà quanti anni, provano a nascondersi dietro a un dito. Ma l’operazione sembra abbastanza goffa in virtù del vantaggio spiattellato in faccia ai rivali durante il campionato scorso.

Christian Horner, dopo aver presenziato per ritirare un bel po’ di premi al gala della FIA tenutosi a Baku, è tornato a Milton Keynes per fare il punto della situazione con il suo team riunito al gran completo. Il manager, sempre attento al messaggio che intende lasciar passare, ha parlato, come riportato dalla BBC, di una stagione irripetibile: “Non credo che potrò di nuovo vivere un’annata simile nella mia carriera. Tutto il talento e le competenze della squadra si sono fuse arrivando ad ottenere 21 vittorie su 22 gare. Abbiamo affrontato e vinto quasi tutte le sfide che ci siamo trovati dinanzi”.

Il buon Chris si gode i traguardi ottenuti in venti anni di F1 (ben 13 i titoli in bacheca) che saranno festeggiati proprio nel 2024 ma, tornando all’incipit dello scritto, mette in guardia sull’impossibilità di ripetersi in un contesto normativo congelato e che favorirà la convergenza tecnico-prestazionale. “I rivali saranno vicinissimi – ha sottolineato il manager di Leamington Spa – e sarà una sfida completamente diversa per noi”.

E poi fa i primi nomi: “Non ho dubbi che la Mercedes, ad esempio, si presenterà a dir poco agguerrita. Sono un grandissimo team e hanno dominato per anni, ora stanno attraversando un momento un po’ più delicato, ma torneranno al vertice”. Chiaramente, in un evento che riguarda la sua equipe, Horner non poteva starsene a sciorinare i nomi dei rivali più accreditati, ma la lista è ben più pingue ed è stata stilata in apertura di questo scritto. 

Al di là di queste parole, che sembrano essere abbastanza di circostanza, i fatti dicono che nonostante la FIA non abbia predisposto alcuna modifica ai testi di riferimento, risulta abbastanza inverosimile che i competitor possano di colpo cominciare a viaggiare alle stesse velocità della Red Bull che ha potuto provvedere a metter mano al progetto 2024 con un anticipo abbastanza largo su una concorrenza che invece ancora doveva capire dove si trovava e che tipo di strada imboccare per dare un senso ai rispettivi progetti.

I sentieri su cui Mercedes, Ferrari, McLaren e Aston Martin (citate in rigoroso ordine di classifica) si sono incamminate conducono tutti, facendo giri diversi, a Milton Keynes. Perché il concept vincente l’ha postulato Adrian Newey e a quel modello tutti stanno avvicinando avendo capito che la “F1 2.0” funziona davvero solo sposando quelle linee e quei principi meccanici. Perché il vantaggio espresso dalla RB18 e dalla RB19 non è esclusivamente aerodinamico: è un pacchetto nel suo insieme ad aver funzionato al meglio. 

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) a bordo della sua RB19 – Fp2 – Gp Las Vegas 2023

In questo momento sono pochissimi gli elementi per valutare i trend 2024, ma quei pochi spifferi che giungono dall’Inghilterra parlano di una Red Bull già in buona forma. Nel simulatore del campus di Milton Keynes sono stati inseriti tutti i dati che dovrebbero dare un’indicazione sul potenziale comportamento della RB20. Le sensazioni sono positive anche se si parla di elementi valutativi soggettivi che non hanno valore probatorio.

Jake Dennis è l’uomo del simulatore della Red Bull e ha potuto saggiare ciò che dovrebbe essere la RB20 traendone indicazioni che lasciano ben sperare: “La RB19 è pazzesca, ma si spera che anche la RB20 sia buona. Posso confermare che al simulatore va piuttosto bene, quindi dovremmo essere a posto per il prossimo anno”. Poche, semplici, parole che qualche campanello d’allarme lo fanno suonare tra le fila dei rivali.


F1, Red Bull 2024: ci sono ancora decimi da limare

Il lavoro degli ingegneri anglo-austriaci è tutto mirato a provare a mantenere aperto il gap migliorando le aree che nel 2023 non hanno mostrato margini di crescita. Il giro singolo è una di queste, così come il comportamento nelle curve a bassa velocità. A scriverlo si fa fatica visto che parliamo di una vettura totalmente dominante. Ma perfettibile. In questo processo potrebbe ancora essere il dimagrimento la chiave per limare altri preziosi decimi. 

Nel 2022 la monoposto aveva iniziato in netto sovrappeso. La Ferrari ne approfittò nella prima fase di stagione finché, da Imola in poi, partì una cura dimagrante che non s’è mai interrotta. 20 circa i chilogrammi tagliati nel corso del 2022 e che hanno permesso alla successiva RB19 di essere al di sotto dei limiti imposti dalla FIA offrendo la possibilità di piazzare zavorre nei punti strategici per bilanciare al meglio il tutto.

diffusore Red Bull RB19 – Gp Giappone 2023

L’aspetto più significativo che siamo riusciti a risolvere è stato il peso – ha spiegato Horner Eravamo in ritardo rispetto alle nuove norme del 2021 a causa della battaglia per il campionato perciò la vettura del 2022 era troppo pesante. Siamo quindi riusciti a togliere 20 chili e a sistemare alcune imperfezioni”.

Il peso, ha spiegato il manager, “[…] è stato diminuito un po’ ovunque. Non c’è stata un’area specifica, ci sono stati solo guadagni marginali in tutte le zone della vettura. Credo che questa sia stata la differenza fondamentale tra la vettura 2022 e quella 2023“. E questo processo, ovviamente non in maniera così massiccia, potrebbe proseguire nel 2024. 

La partita si gioca sulla capacità che le altre squadre avranno di procedere alla medesima maniera. Red Bull si presenterà di certo con una vettura più veloce. Le altre saranno in grado di tagliare più decimi? Secondo Horner sì, no a giudizio dei rivali. Questa narrazione, questo gioco a nascondersi, animerà l’inverno dei motori spenti. Un classico.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano