Il solo immaginare che la Red Bull possa migliorare la superlativa RB19 fa venire i brividi. E non solo a chi in pista se la dovrà vedere con Max Verstappen e Sergio Perez, ma anche a chi se ne starà sul divano e teme di assistere a un altro monologo che stavolta durerebbe 24 gare e non 22. Che la nascente RB20 possa superare in prestazioni il modello precedente è un fatto da ritenersi scontato visto che il progresso a parità di condizioni regolamentari difficilmente porta all’arretramento in termini di performance.
Per evitare un altro assolo lungo nove mesi è necessario che le squadre rivali si diano una mossa e trasformino gli annunci di battaglia in fatti concreti. Se il progresso di Ferrari, Mercedes, McLaren, Aston Martin e via citando sarà più imperioso di quello che produrranno a Milton Keynes allora sì che ne potremo vedere delle belle. Perché se qualcuno spera che la RB20 nasca male si sbaglia di grosso.
Dopo aver scontato la penalità che doveva limitare l’estro di Adrian Newey, Red Bull dovrà vedersela con il meccanismo dell’Aerodynamic Test Regulation che dà meno possibilità operative ai più bravi della classe seguendo il principio che dovrebbe permettere a chi è arretrato in classifica di poter recuperare il terreno perso. Meccanismo che non ha funzionato e che si è inceppato a causa di un altro pilastro eretto da Liberty Media, quel budget cap che di fatto non permette di mettere in campo tutto l’arsenale per poter rimontare nel corso della stagione.
Per congelare il vantaggio accumulato in questi anni, Red Bull conta di non stravolgere il progetto e di proseguire in continuità con quanto impostato con la RB18 affilando una lama già molto appuntita e tagliente quale è stata la RB19. I responsabili del progetto del sodalizio anglo-austriaco hanno individuato alcune aree della RB19 che possono essere oggetto di miglioramenti. Zone della monoposto che, durante il 2023 sono state solo oggetto di evoluzione parziale anche a causa della penalizzazione arrivata per lo sforamento del budget cap nella stagione 2021.
Si ritiene che siano due le aree di intervento: la prima è la qualifica. La RB19, sempre dominante in gara, al sabato si è vista superata diverse volte dalla Ferrari. Si vuole operare in questo frangente temendo che la Rossa e gli altri rivali possano incrementare le performance domenicali. La qualifica, così, diverrebbe un momento chiave dell’intero weekend. Più di quanto non lo sia stata nel 2023 quando la RB19 era in grado di bersi le altre vetture anche quando partiva più indietro.
Altro spazio di manovra si ritiene esistere nel ridurre la sensibilità al vento, elemento del quale Verstappen si è spesso lamentato nei team radio. Newey e i suoi stanno pensando di distribuire diversamente il carico in modo da rendere la vettura meno condizionata dalle raffiche. un lavoro di cesello che si fa mentre gli altri cercano di inseguire i campioni del mondo.
La vettura 2024 è più di un concetto elaborato al computer. Il modello in scala è in galleria del vento per i necessari affinamenti in quel metodo confermativo tanto caro agli ingegneri inglesi: si arriva al tunnel del vento per certificare che quanto progettato funzioni, senza dover trovare soluzioni dopo aver visto i flussi lambire la proto-monoposto.
Di pari passo si sta lavorando al simulatore nel quale sono stati inseriti tutti i dati che dovrebbero dare un’indicazione sul potenziale comportamento della RB20. Ciò che sta emergendo pare essere molto incoraggiante, anche se parliamo di una fase così embrionale che non è possibile tracciare bilanci definitivi. Anche perché chi si è espresso non è stato di certo prodigo di dettagli, ma s’è limitato alle sensazioni. E queste non fanno legge.
Jake Dennis è l’uomo del simulatore della Red Bull. Al “ragno” ha potuto saggiare ciò che dovrebbe essere la RB20 traendone indicazioni che lasciano ben sperare: “La RB19 è pazzesca, ma si spera che anche la RB20 sia buona. Posso confermare che al simulatore va piuttosto bene, quindi dovremmo essere a posto per il prossimo anno”. Poche, semplici, parole che risuonano come un martello pneumatico nella testa dei rivali.
Già Adrian Newey, comunque in termini fumosi e senza regalare dettagli, si era espresso in termini positivi sulla nascente monoposto che sarebbe stata più veloce della sorella maggiore. L’indicazione di Dennis rafforza il concetto rendendo manifesto che tutto procede al meglio e che non vi sono intoppi nella gestazione della RB20. Ciò che qualcuno, pur non ammettendolo, sperava che capitasse nella sempre delicata fase di delibera di un progetto tecnico.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing