Nella battaglia di Massa contro la FIA per il “crashgate” di Singapore 2008, Jean Todt batte un colpo. la Ferrari tace. Forse è passata in sordina, causa le polemiche roventi di questi giorni che contrappongono scuderie e Domenicali alla FIA, eppure non è una notizia da poco. Jean Todt si schiera a fianco del pilota brasiliano. E il nostro non è proprio l’ultimo arrivato.
Non solo è stato presidente FIA dal 2009 sino al 2021 (e proprio per questo una sua pronuncia a favore del brasiliano avrebbe dovuto destare assai scalpore) ma ha avuto una lunghissima militanza in Ferrari. All’epoca del fattaccio era ormai solo membro del CDA di Maranello, ma sino ad un anno prima era ancora amministratore delegato del cavallino rampante. E, aggiungiamo, direttore generale della Scuderia di Maranello (quello che oggi chiamiamo team principal) dal 1993 sino al 2007.
E’ ironico che dal 2008 al 2014 a capo della scuderia ci sia invece stato Domenicali che non solo non si pronuncia sulla vicenda, ma che in qualche modo ha pienamente riabilitato Briatore tanto da trasformarlo, dal 2022, in uno dei suoi collaboratori più fidati in seno alla F1. Una sorta di ambasciatore, riporto dal comunicato FOA del “Circus nelle relazioni con alcuni promotori, partner esistenti e potenziali, sviluppando anche eventuali collaborazioni commerciali e di intrattenimento”. La storia è così… offre strani cortocircuiti, alleanze inedite ed inedite prese di posizione.
Ma torniamo al manager francese, attualmente lontano dalla F1 e inviato speciale delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale. In sostanza Todt ha perorato la battaglia di Felipe affermando: “Non entro nella polemica. Per lui( Massa ndr) psicologicamente è stata molto dura. Forse potevamo essere più duri (è plausibile che Todt si riferisca sia al suo ruolo in Ferrari ed a quello successivo in federazione) quando si è saputo di questa storia. Non c’è dubbio che il Gran Premio di Singapore è stato truccato e andava cancellato”.
Parole chiare, anzi cristalline, che non cambiano certo il destino della battaglia legale che sta portando avanti Massa con un’equipe di avvocati versus la Federazione Internazionale, ma che certamente segnano un punto a favore di Felipe. Giova ricordare che né il suo ex team (nonostante le richieste dello stesso Felipe), né il suo ex team principal, né l’attuale presidente FIA Ben Sulayem hanno pronunciato verbo sulla spinosa vicenda.
La battaglia legale viene ritenuta da quasi tutti gli osservatori, giornalisti ed esperti di diritto sportivo assai complicata, anche perché l’unico scenario per il quale Massa potrebbe ottenere “a tavolino” il titolo iridato (andato legittimamente ad Hamilton) sarebbe proprio la cancellazione della gara. Uno scenario mai verificatosi nella storia della F1, soprattutto per le conseguenze che porterebbe e che aprirebbe probabilmente il vaso di Pandora di ricorsi infiniti per altri titoli mondiali.
In quel GP, dove ormai pare acclarato che fu “pilotato” dal muretto Renault lo schianto di Piquet jr per favorire l’entrata della Safety Car e la vittoria del compagno di squadra Alonso (scagionato tuttavia dalle indagini della federazione) Lewis Hamilton giunse terzo al traguardo, conquistando sei punti.
Eliminando quel piazzamento Massa (che giunse invece 13esimo, fuori dai punti e con il noto incidente al bocchettone del rifornimento di benzina) sarebbe ipoteticamente campione con cinque punti di vantaggio sul britannico. Al netto di come si evolverà la vicenda, il “pronunciamento” di Todt fa certamente notizia.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Renault