Red Bull vince dalla campagna agonistica 2021. In quell’occasione, grazie al fatico e indimenticabile (specie per Mercedes) Gran Premio di Abu Dhabi, gara sulla quale ci sarebbero da dire un miliardo di cose, la squadra di Milton Keynes si aggiudicò il titolo piloti con Max Verstappen. Mentre quello dedicato ai costruttori prese ancora una volta direzione Brackley, l’ultimo di un’egemonia che ha visto la conquista di otto consecutivi per la squadra tedesca.
Da lì in poi il team fondato da Dietrich Mateschitz, scomparso il 22 ottobre 2022, ha visto solo trionfi. Parliamo di altri quattro successi (2 piloti e 2 costruttori) dove uomo e mezzo meccanico hanno “marcato il territorio”. Da una parte i progetti di Adrian Newey, splendido interprete del nuovo corpo normativo che ha messo l’effetto suolo al centro della questione. D’all’altra la capacità di estrapolare il massimo dalle vetture di F1 dell’attuale tre volte campione del mondo in carica. In molti si sono chiesti chi ha più merito ma il quesito non è di facile risoluzione.
Se guardiamo al rendimento di Checo Perez possiamo dire che Max ha messo tanto del suo. Se invece pensiamo all’importanza relativa alla competitività di una vettura per vincere, possiamo dire che senza l’altissimo valore delle auto prodotte da Red Bull, con ogni probabilità sua maestà Verstappen non avrebbe vinto nulla. O per lo meno così tanto. La verità come spesso nella vita di tutti i giorni sta sempre nel mezzo. Serve un po’ di tutto, insomma.
Infatti non possiamo certo definire un pilota come solo “commutatore” di risultati. Se poi guardiamo attentamente alle gesta di Max durante le ultime stagioni di F1, non possiamo certo nascondere l’enorme differenza che saputo mostrare a tutto il mondo. Ne ha dato prova all’interno di innumerevoli scenari, contribuendo in maniera massiccia all’incetta di record collezionata da Red Bull.
Il genio di Stratford-Upon-Avon frequenta il paddock da più di quarant’anni. Nella sua carriera lunghissima e costellata di successi ha potuto lavorare con grandissimi piloti. Proprio per questo, conoscendo peraltro la sua estrema schiettezza, le parole spese a favore di Verstappen devono essere prese per oro colato. Il tecnico sessantacinquenne sostiene che Max sia capace di modificare il suo stile di guida a seconda del contesto.
Una prerogativa che concede al talento di Hasselt una lettura della gara senza eguali, assai utile per spremere al massimo la vettura e racimolare il risultato migliore possibile. Una sorta di “guida inconscia” che il nostro è in grado di produrre, potendo dedicare tanti pensieri a come si sta comportando l’auto durante la sua marcia. Grazie a questa caratteristica, durante un Gran Premio è in grado di modificare alcuni paramenti attraverso il volante e offrire la migliore versione di se.
Lo fa in maniera minuziosa, ottimizzando il suo rendimento in ogni singola curva della pista, in relazione al consumo gomme e tanti altri fattori che concorrono al raggiungimento della prestazione ottimale. Newey svela che tale impostazione fa parte del bagaglio tecnico del suo pilota. Parliamo di un tratto distintivo naturale, maturato sin dalle primissime sgambate in pista quando ancora non militava tra le file Red Bull.
Una capacità che consente all’olandese di essere sempre molto veloce pur “conservando” la monoposto senza spremerla troppo. Per di più, Adrian, ricorda quanto sia facile lavorare con Max. Malgrado sia una pilota piuttosto esigente, di fatti, i suoi feedback risultano sempre cruciali per migliorare la macchina nell’arco del fine settimana. Sotto questo aspetto vale la pena commentare le parole dello stesso Verstappen che si definisce una specie di “adattatore”.
Sì perché a quanto pare Red Bull non costruisce la vettura in base alle sue esigenze. Al contrario la scuderia austriaca ha sempre disegnato e poi prodotto l’auto mirando alla massima potenzialità raggiungibile. Sebbene sotto questo aspetto potremmo non essere del tutto d’accordo, di sicuro dobbiamo sottolineare la grande capacità di messa a punto di Verstappen. Una sua frase è molto interessante in tal senso: Mi adatto alle esigenze dell’auto per renderla più veloce possibile, fattore chiave per essere un vero pilota di F1”.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing