Dunque, la notizia su Leclerc e Ferrari più telefonata di questi ultimi mesi (e di cui abbiamo parlato ampiamente anticipando e zittendo voci di un possibile mancato accordo) e attesa con apprensione dal popolo ferrarista sparo per il globo è arrivata. Giubilanti ed esultanti possiamo esclamare: “Habemus contractum!”. Rinnovo doveva essere, e rinnovo sia! La cosa curiosa è che proprio nella giornata antecedente all’annuncio avevamo scritto che non c’era fretta di annunciarlo e oggi… zac! Arriva la conferma. Ne ha dato notizia lo stesso Leclerc e ovviamente la Scuderia Ferrari tramite i suoi canali social.
Tuttavia, il primo curioso mistero è che non viene svelata la durata del prolungamento del contratto. La nostra redazione è in grado di confermare, con una certa sicurezza, che si tratta di un triennale con successiva opzione successiva biennale. Evidentemente al determinarsi di una serie di circostanze. Cioè, per farla breve, che la Ferrari evidentemente dia a Leclerc una monoposto degna di tale nome, nonché degna del glorioso e pesante blasone del cavallino rampante per, almeno, essere alla pari con la Red Bull schiacciasassi.
E’ quello che non solo ci auguriamo noi, ma anche quel volpone di Domenicali per ovvie ragione (audience, money). Alcune riflessioni. Una parte di me ha esultato e giubilato. Un’altra si è chiesta, seppur sommessamente… “Ma Charles, chi te lo ha fatto fare?”. Perché, parliamoci chiaro, la scuderia, tecnicamente parlando, ora come ora è al punto zero (e non dico punto “morto” per essere carino). Quattro anni buttati nel WC (2020-2023) due di preparazione alla svolta tecnica del 2022, mente in pista si andava con il peto-motore (causa sanzione FIA mascherata per il super motore 2019).
Arrivato il 2022 con il ritorno delle monoposto a effetto suolo, quella di Maranello funziona per metà mondiale, brucia qualche PU, poi arriva il ’23… e la sua evoluzione degenere. Monoposto che viene completamente e clamorosamente sbagliata (il grande e meraviglioso regalo d’addio di Mattia Binotto, ricordate?). E ora? Nessuno nome di grido nel reparto tecnico, ancora una volta la supponente e stucchevole autarchia, che ovunque sia stata applicata ha fallito clamorosamente (a partire dalla Storia del secolo scorso…).
Qualche nome eccellente che saluta, qualcun altro che saluta ma non abbiamo mai saputo cosa facesse esattamente (Mekies), qualche seconda/terza leva che subentra e di cui dobbiamo testare le capacità. Inoltre, il team principal della rossa, al secolo Frederic Vasseur, ci ha lasciati interdetti in più di un’occasione perché, comunque, errori al muretto ce ne sono stati. Certo non è stato come nella stagione 2022, ma ogni tanto la pazzia ci scappava anche nel 2023, a quanto abbiamo potuto constatare, purtroppo.
Insomma, Charles, chi te lo ha fatto fare? Sai bene che per te almeno due scuderie farebbero (al di là delle dichiarazioni di facciata) ponti d’oro. E sai altrettanto bene che è dal 2007 che dalle nostre parti non si vince un titolo e che ci sono state annate pure ridicole (tu ne hai vissuto qualcuna…). E allora, chi te lo ha fatto fare? Ci ho rimuginato su un bel po’, pensando pure alla pressione che tutti in GES avranno in queste settimane, prima di tornare dove conta, cioè in pista. Perché è vietato sbagliare ancora, di nuovo…
Poi… ho pensato che tu ti senti davvero un uomo Ferrari. Da sempre. E, di conseguenza, che accetti la sfida per quell’insana follia, che spesso appartiene ai grandi, di poter dire: ecco, io sono riuscito dove tantissimi hanno fallito. Anche se dietro l’angolo, è giusto che io te lo dica, c’è il rischio della sindrome Alesi. Cioè raccogliere poco o nulla per essere capitato, semplicemente, nel posto giusto ma al momento sbagliato. Credo che tu, Charles, sia più talentuoso di Jean. Ma il francese mica era un pilotino… e se avesse vinto un titolo nessuno avrebbe certo gridato allo scandalo.
Comunque, la tua follia l’ebbe pure Michael Schumacher. Anche il suo fu un salto nel buio. Forse pure più grande del tuo, visto che veniva da due titoli mondiali vinti di fila e che sapeva, al 99 per cento, che non avrebbe potuto difenderli per diversi anni. Ma quella era un’altra storia, ed ebbe presto dei prim’attori di grandezza assoluta ad accompagnarlo. A partire dal presidente Montezemolo, dal napoleonico Todt, senza dimenticare del trapianto di cervelli “made in Benetton” perfettamente riuscito in GES.
Caro Charles, spero che il tuo cuore (perché alla fine hai scelto con il cuore, e questo lo abbiamo capito tutti), abbia ragione. Anche perché, per citare Blaise Pascal: “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce: lo si osserva in mille cose”. E anche per te, lo si osserva in mille cose, gesti, parole, silenzi… caro numero 16. Pertanto speriamo che il tuo “insano gesto” ci porti finalmente quelle gioie che tutti noi, a partire da te, stiamo aspettando da tanto, troppo tempo. Dunque, dagghè Charles! !
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari